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Non è tanto per la sua bellezza che la foresta reclama il cuore degli uomini, quanto per quel qualcosa di sottile, quella qualità dell’aria che emana dai vecchi alberi, che cambia così meravigliosamente e rinnova uno spirito stanco.
(Robert Louis Stevenson)
Non ereditiamo la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli. Gli alberi sono le colonne del mondo, quando gli ultimi alberi saranno stati tagliati, il cielo cadrà sopra di noi.
(Proverbio Sioux)
Parole Chiave
Foreste vetuste, alberi antichi, biodiversità, conservazione della natura, longevità degli alberi, specie minacciate, sostenibilità, foreste sacre, spiritualità delle foreste vetuste, uomo e foresta, la foresta nell’arte e nella musica, foreste vetuste e benessere, one health
Valore e significati delle foreste vetuste
Le foreste vetuste sono ecosistemi unici, contraddistinti da un’elevata eterogeneità strutturale e funzionale, con caratteristiche che si sviluppano nell’arco di decenni e di secoli.
Foreste, dunque, di eccezionale e insostituibile importanza dove il disturbo antropico è assente o trascurabile che ospitano una flora e una fauna caratteristica assolutamente unica. Rappresentano inoltre preziosi depositi di carbonio e sono fondamentali per studiare gli impatti del cambiamento climatico in aree ove l’influenza antropica è ridotta.
In Italia, dagli anni ’80 del secolo scorso, è progressivamente aumentata l’attenzione culturale e scientifica nei confronti di queste formazioni. Da un primo censimento realizzato internamente ai Parchi nazionali emersero circa 70 foreste con le caratteristiche di vetustà anche se anche molte aree al di fuori delle aree protette si incontrano lembi di foreste non più utilizzate o volontariamente ladciate alla loro naturale evoluzione.
Negli ultimi anni, grazie alla Strategia Forestale Europea e Nazionale e al Testo Unico sulle Foreste, nell’aprile del 2023, è stata istituita la ‘Rete Nazionale dei Boschi Vetusti’ con il contributo diretto delle regioni. Tutto questo anche perché attualmente l’Italia è uno dei Paesi che a livello europeo ha inserito nella rete continentale numerosi boschi vetusti esempi di foreste legate alla complessa ricchezza di specie arboree anche endemiche che caratterizza la biocora mediterranea.
La tutela della biodiversità promossa dalla Convention on Biological Diversity (CBD), il piano di ripristino della natura previsto dal Regolamento Comunitario recentemente approvato (Nature Restoration Regulation) e l’implementazione della rete nazionale dei boschi vetusti, produrranno un ulteriore aumento, a livello planetario, di foreste vetuste. Di grande rilievo è inoltre l’attenzione che anche l’UNESCO ha posto nei confronti di questi straordinari ecosistemi, avendo incluso nel patrimonio dell’umanità anche il sito transnazionale delle “Antiche Faggete Primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa” presenti in 18 paesi europei e che in Italia contano, attualmente, n° 13 siti, gran parte di essi compresi all’interno di Riserve Naturali o Aree demaniali gestite dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità.
Le foreste vetuste hanno anche un grande valore culturale, perché ci riconnettono con le foreste primigenie e con una plurimillenaria storia umana di convivenza. Esse rappresentano anche dei luoghi profondamente spirituali dove la grandiosità della natura incontaminata conduce l’essere umano a riflessioni sul proprio essere e sul proprio rapporto con il creato.
Esse rappresentano quindi il libro aperto in cui leggere l’intima essenza degli ecosistemi nonché l’alterno e complesso rapporto tra evoluzione naturale e impatto antropico. La loro storia affonda le radici in quella dei paesi che le ospitano, accompagnandone spesso la loro crescita.
Meritano, insomma, un approccio sistemico, interdisciplinare e transdisciplinare che fornisca strumenti capaci di arrivare al cuore, oltre che alla mente, delle persone, come leva di consapevolezza e responsabilità attraverso differenti prospettive che ci conducano verso una migliore comprensione di questi straordinari ecosistemi attraverso differenti chiavi interpretative:
- naturalistica, perché ospitano una flora e una fauna caratteristica legata alla rigorosa mancanza di disturbo antropico;
- ecologico climatica, perché sono preziosi depositi di carbonio, e risultano fondamentali per comprendere gli impatti del cambiamento climatico in contesti a prevalente dinamismo naturale in aree libere dall’influenza delle attività antropiche;
- selvicolturale, perché l’assenza di influenza antropica diretta consente lo studio delle dinamiche naturali e offre validi elementi per lo sviluppo della silvicoltura per la gestione sostenibile delle risorse forestali.
- culturale e spirituale, poiché le foreste vetuste hanno un grande valore culturale, perché ci riconnettono con una plurimillenaria storia umana di convivenza.
- Infine, il decennale della più importante enciclica dedicata dalla chiesa cattolica alla protezione del creato, “Laudato Si”, unitamente all’avvio delle celebrazioni per l’ottocentesimo anniversario della morte di San Francesco d’Assisi e all’ottocentesimo anniversario della scrittura del Cantico delle Creature, possono rappresentare ulteriori spunti di riflessione di grandissimo valore.
La Conferenza internazionale
La Conferenza internazionale “Foreste Vetuste e Antichi Alberi: un Tesoro di Natura, Vita e Cultura” intende rispondere alle sollecitazioni sopra esposte, attraverso l’incontro tra esperti di scienze della natura, forestali, umane e sociali, nonché rappresentanti di diverse fedi religiose, artisti e letterati, provenienti da tutto il mondo. L’idea è quella di avviare un dialogo e una sintesi di approcci e di linguaggi intorno al valore universale delle foreste vetuste, senza trascurare l’aspetto della divulgazione ad alto impatto emotivo e comunicativo.
Le date
La Conferenza internazionale si terrà dal 1 al 3 ottobre 2025. Le date coincidono con la conclusione del Tempo del Creato (Season of Creation), mese dedicato all’azione per la “casa comune” che si apre con una giornata mondiale, il 1° settembre, e si conclude con la festa di San Francesco d’Assisi.
I luoghi
La conferenza sarà “itinerante”. L’apertura dei Lavori, la sessione introduttiva e la prima sessione si terranno a Firenze, sede della prima Facoltà italiana di Scienze Forestali e dell’omonima Accademia.
La conferenza proseguirà, il giorno successivo, a Vallombrosa (Reggello – FI) che, per la presenza della millenaria foresta, curata da oltre un secolo dai Carabinieri Forestali, dei più imponenti ed antichi arboreti sperimentali italiani e della maestosa Abbazia Benedettina, rappresenta il punto di congiunzione ideale tra tutti i temi trattati nella Conferenza.
In particolare, sia la Foresta e sia la straordinaria Abbazia sono il frutto della sapienza dei monaci Vallombrosani, discendenti di San Giovanni Gualberto, che per mille anni hanno fatto di Vallombrosa la propria sede spirituale. Successivamente con la presenza delle prime istituzioni forestali nazionali, già ai tempi di Firenze capitale d’Italia, questa straordinaria località, con la sua meravigliosa foresta, è diventata il riferimento storico, culturale e spirituale di tutti i forestali d’Italia, amata e citata da poeti e scrittori italiani e stranieri come George Perkins Marsh, fondatore dell’ecologia scientifica e primo ambasciatore degli Stati uniti in Italia, che proprio a Vallombrosa morì nel 1882.
L’ultimo giorno la conferenza si sposta ad Assisi, luogo simbolo per la spiritualità della conservazione e la custodia del creato. Qui si svolgerà la quarta ed ultima sessione sull’importanza delle foreste vetuste quali luogo di riflessione ed elemento privilegiato di connessione tra l’uomo e l’ambiente in cui vive.
Il programma
Per affrontare i molteplici argomenti che si intendono trattare, la conferenza sarà articolata in una sessione generale introduttiva, quattro sessioni tematiche e quattro side events.
Tema centrale saranno le foreste vetuste, patrimonio inestimabile di valori naturali e culturali, che saranno analizzate partendo da differenti punti di vista e molteplici prospettive.
La conferenza, dopo i saluti istituzionali delle numerose ed importanti autorità civili, militari e religiose coinvolte, comincerà con una approfondita overwiew di tutte le tematiche connesse alle “foreste vetuste” attraverso una specifica ricognizione della centralità culturale ed ecologica di questi particolari ambienti. Le 4 sessioni e 4 side events che si succederanno nelle 3 giornate di lavoro saranno dedicate all’approfondimento di diversi aspetti – naturalistico, ecologico climatico, selvicolturale, culturale e spirituale -, con la volontà di ricavarne messaggi ed indicazioni per future azioni di tutela e di valorizzazione e di immergerci (prima metaforicamente e poi realmente, nella foresta di Vallombrosa) nel magico ambiente che solo le foreste vetuste sono capaci di creare.