Come arrivare
si arriva a Tarvisio attraverso l’autostrada A 23, uscita Tarvisio (ultima uscita in Italia) oppure attraverso la SS n. 3 “Pontebbana”.
Norme di fruizione: visitabile. La Foresta è dotata di una vasta rete di viabilità forestale, rifugi e sentieri escursionistici. È liberamente visitabile nel rispetto delle comuni normative vigenti in materia di circolazione dei veicoli a motore e tutela della fauna, della flora e degli habitat.
Attività in corso: gestione economica della Foresta, gestione della fauna selvatica, monitoraggio ambientale, progetto LIFE LINX.
Breve descrizione della foresta
La Foresta di Tarvisio si estende per quasi 24.000 ettari tra le Alpi Carniche e quelle Giulie, ai confini con l’Austria e la Slovenia, nell’estremo settore nord-orientale della provincia di Udine. La sua storia ha origini lontane. Nell’anno 1007 l’Imperatore di Germania Enrico II “il Santo”, la concesse al Vescovo di Bamberga in Baviera che ne detenne il dominio fino all’anno 1759, quando fu acquistata da Maria Teresa, Imperatrice d’Austria. Conclusa la prima guerra mondiale, nel 1919 in base al trattato di San Germano venne attribuita all’Italia ed incorporata nel Demanio dello Stato.
La Foresta comprende geograficamente quasi tutta la Val Canale, che sorge a cavallo dell’alto bacino idrografico del fiume Slizza (bacino danubiano) e del fiume Fella (bacino adriatico). Le Alpi Giulie, che segnano il confine con la Slovenia, consistono in spettacolari pareti rocciose di natura prevalentemente dolomitica, e toccano il punto più alto nel Montasio (2753 m). Le Alpi Carniche sorgono a nord, e segnano il confine con l’Austria. Sono anch’esse di natura prevalentemente calcarea, ma sono caratterizzate anche da arenarie silicatiche e brecce di varia natura. Le cime presentano come più arrotondate e bassi versanti, rocciosi e scoscesi, formano strette gole. Il punto più basso dell’area nel bacino danubiano si trova nelle spettacolari gole dell’Orrido dello Slizza (circa 670 m), visitabili grazie ad un percorso escursionistico, mentre nel bacino adriatico si arriva ad una quota di circa 600 metri presso San Leopoldo Laglesie.
Oggi la Foresta di Tarvisio è di proprietà del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, istituito con la Legge n. 222 del 22 maggio 1985, mentre la sua gestione è affidata agli uffici del Tarvisio del Corpo forestale dello Stato sin dall’anno 1923, divenuto dal 2017 Reparto Carabinieri Biodiversità. La Foresta è impreziosita da una grande varietà di habitat naturali e ospita una flora ove non mancano pregevoli endemismi, oltre che una fauna comprensiva anche dei grossi predatori europei. Anche il celebre abete rosso di risonanza, da cui si ricavano importanti strumenti musicali a corda, vive fra questi boschi, in cui crescono anche funghi pregiati, proprio a testimonianza dell’elevata naturalità di questo territorio. Le bellezze paesaggistiche sono esaltate dalla varietà degli ambienti naturali: dai multicolori boschi della media montagna si passa alle spettacolari guglie degli ambienti rupestri, ingentiliti dalle chiazze verdeggianti dalle praterie alpine, fino a giungere ai nevai perenni.
Habitat
Sono presenti numerosi habitat protetti dalla Direttiva UE Habitat, tra i quali alcuni anche prioritari*:
3220 Fiumi subalpini e loro vegetazione riparia erbacea; 3240 fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix eleagnos; 4060 Lande alpine boreali; 4070* Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron hirsutum (Mugo-Rhododendretum hirsuti); 4080 boscaglie subartiche di Salix spp.; 6170 Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine; 6230* Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone montane o submontane dell’Europa continentale; 6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie igrofile; 6510 praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis); 8120 Ghiaioni calcarei e scistocalcarei del piano montano e alpino (Thlaspietea rotundifolii); 8210 Rupi calcaree con vegetazione casmofitica; 9180* Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-acerion; 91E0* Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-padion,Alnion incanae,Salicion albae); 91K0 Foreste illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio fagion); 9410 Foreste acidofile montane e alpine di Picea (Vaccinio-piceetea); 9420 Foreste alpine di larice e/o pino cembro; 9530* Foreste (sub) mediterranee di pini neri endemici.
Flora
I boschi costituiscono la nota dominante del paesaggio della Foresta di Tarvisio. Per la gran parte sono consorzi misti di abete rosso e faggio, con varianti ad abete bianco. Nei terreni meno evoluti si diffondono il larice, il pino silvestre ed il pino nero d’Austria come estrema propaggine orientale italiana. Si tratta di formazioni di elevata naturalità che per composizione, struttura e densità ricordano i boschi originari dell’arco alpino.
Sopra i 1700 m s.l.m. le formazioni forestali cedono il passo ad arbusteti a pino mugo, rododendro ed altre specie minori, seguono poi i prati alpini polifitici e, più in alto, le sempre più proibitive condizioni ambientali portano ad una più sporadica vegetazione di roccia (con stella alpina, raponzolo, ecc.). Molteplici sono le specie endemiche di flora alpina che arricchiscono la Val Canale, fra tutte le più importanti sono la campanula di Zoys alle quote più elevate su roccia calcarea e la Wulfenia carinthiaca che fiorisce nel settore carnico della foresta.
Fauna
La molteplicità e la varietà delle condizioni ambientali hanno generato una fauna abbondante e diversificata. I tetraonidi sono qui rappresentati in gran numero da tutte e quattro le specie tipiche delle Alpi: il gallo cedrone, il gallo forcello, la pernice bianca e il francolino di monte. All’apice della catena alimentare devono essere ricordate anche alcune coppie di aquila reale che qui vivono stabilmente tra le Alpi Giulie e le Carniche e gli “spazzini” della natura, i grifoni, necrofagi per eccellenza, che qui compaiono durante i loro trasferimenti dal Salisburghese alle coste della Dalmazia. Sono anche presenti la marmotta, che vive nei pascoli e nelle praterie alpine, la lepre comune a fondovalle e la lepre variabile o bianca alle quote più elevate. Ben rappresentati e numerosi gli ungulati: il capriolo, il cervo, il camoscio, lo stambecco e il cinghiale. Tra i mammiferi carnivori, oltre a quelli tradizionali dell’arco alpino, vanno segnalati la lince, l’orso bruno e il lupo, tutti protetti in modo rigoroso dalla Direttiva UE Habitat. Certamente l’elevata presenza di ungulati, favorita anche dalle azioni di recupero di prati e pascoli, con l’incremento degli alberi da frutto di varietà locali ed il costante rifornimento di alcuni carnai, hanno incentivato la loro ricolonizzazione nella Foresta di Tarvisio.