Carabinieri

Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

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Riserva Naturale Biogenetica Gallopane

Riserva Naturale Biogenetica Gallopane

Regione

Calabria

Luogo

Longobucco (Cosenza)

Info

Codice EUAP – 0042

Anno di istituzione: 1971

Superficie: 200 ha

Cartografia

Per visualizzare su base cartografica la superficie della Riserva, digitarne il nome in “Strumenti à Ricerca su attributi” dal Portale Cartografico Nazionale del Ministero della transizione ecologica, selezionando poi “Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP)”
Vai al Portale Cartografico
(attenzione: i confini ivi riportati sono in corso di revisione ed aggiornamento)

Proprietà dei terreni

Demanio statale

Aree Protette Sovrapposte

PARCO NAZIONALE DELLA SILA

ZPSIT9310301 – SILA GRANDE (totalmente sovrapposta).

ZSC IT9310070 – BOSCO DI GALLOPANE (sovrapposta per 138 ha alla Riserva).

Sito MAB/UNESCO “Sila”

Come arrivare

La Riserva e facilmente raggiungibile, dalla A2 Salerno-Reggio Calabria, da Cosenza (SUD/NORD) ci si dirige lungo la SS107 (Silana-Crotonese) per Camigliatello Silano, si prosegue sulla SS177 direzione Longobucco-Bocchigliero sulla strada per Fossiata fino al km 6+100 per giungere a destinazione.

Dalla SS106 uscita per Rossano o Corigliano per proseguire in direzione SS660 per  Camigliatello Silano, sulla  SS 660 al km 15+200, imboccare la SS 177 direzione Longobucco-Bocchigliero strada Fossiata per 6 km per giungere a destinazione.

Norme di fruizione della Riserva

La Riserva, ubicata non distante dalla strada di Fossiata, è percorribile dagli escursionisti solo a piedi; gli automezzi vi possono accedere solo dopo preventiva autorizzazione.

Attività in corso

Ricerca scientifica e monitoraggio ecologico e ambientale in collaborazione con l’Ente Parco Nazionale della Sila, interventi di ingegneria naturalistica, gestione e manutenzione delle aree di fruizione di proprietà demaniale, manutenzione della rete sentieristica del Parco già esistente all’interno delle arre demaniali e condivisione di nuovi percorsi, supporto alle attività di educazione ambientale e di divulgazione della legalità ambientale, interventi di prevenzione antincendio in conformità al Piano A.I.B del Parco nonché, primo intervento antincendio nelle aree demaniali ed in quelle ad esse adiacenti con le risorse A.I.B. disponibili.

Breve descrizione della Riserva

La Riserva si trova in Sila Grande nell’omonima località ricadente nel Comune di Longobucco, poco distate dalla strada di Fossiata. Trattasi di una foresta tendenzialmente vetusta ubicata nel cuore, dell’antica “Silva Brutia” dei romani, nella quale sono presenti piante di pino laricio di dimensioni notevoli (diametro 140 cm e con altezza 40 m, età di 180-200 anni) e di età avanzata. Altimetricamente si sviluppa tra quota 1590 m s.l.m. nella parte settentrionale e 1224 m s.l.m. nella parte opposta con un dislivello di 228 m, nel bacino del torrente Cecita.

Geologicamente la Riserva si trova su un substrato di rocce prevalentemente granitiche che presentano scarsa resistenza all’erosione. Con un clima temperato con estate fresca, più o meno siccitosa, ricca di acqua, la Riserva presenta una vegetazione notevolmente vetusta, composta in prevalenza da un’ampia pineta di pino laricio il quale domina sul faggio e sulle altre specie vegetali presenti.

Il Bosco di Gallopane è interessato per il95% della sua superficie (200 ettari circa) da popolamenti di pino laricio (Pinus laricio), localmente con presenza di faggio (Fagus sylvatica), cerro (Quercus cerris) e roverella (Quercus pubescens = Q. lanuginosa), soprattutto alle quote inferiori e nelle zone meglio esposte, pioppo tremolo (Populus tremula) nelle aree soggette in passato ad intense utilizzazioni. Lungo i corsi d’acqua è presente l’ontano nero (Alnus glutinosa). Allo stato sporadico si riscontra anche l’acero montano (Acer pseudoplatanus). Ci sono anche radure dove nel passato era esercitato il pascolo. La pineta di laricio, quasi esclusivamente di origine naturale, è attualmente la tipologia boschiva di gran lunga dominante all’interno del Bosco di Gallopane dove interessa una superficie di 170 ettari, pari al 95% della superficie dell’area protetta, racchiusa in un perimetro di 6.0 Km. Solamente in piccole zone, negli anni compresi tra il 1960 e il 1970, sono stati effettuati interventi di rimboschimento di piccoli vuoti presenti all’interno della pineta adulta mediante piantagione oppure semine su terreno lavorato a strisce lungo le curve di livello. Questi interventi hanno avuto generalmente esiti positivi tanto che attualmente all’interno del bosco le radure sono piuttosto rare.

La copertura esercitata dal pino laricio favorisce un leggero accumulo di lettiera indecomposta e limita la presenza del sottobosco. Solo dove sono presenti interruzioni nella volta arborea si registra la presenza di vegetazione erbacea a prevalenza di graminacee con felce e rovi e qualche pianta di rosa canina e biancospino.

La presenza di novellame è molto scarsa, anche perché negli ultimi decenni non sono state effettuate utilizzazioni. Localmente la caduta accidentale di qualche pianta per cause di origine meteorica ha favorito l’affermazione di piccoli gruppi di pino laricio, più raramente di faggio. In entrambe le situazioni la presenza di piante secche in piedi e di schianti è piuttosto rara, mentre a terra si trovano rami secchi o cimali.

La faggeta interessa nel suo complesso una superficie modesta, attorno a 6 ettari circa pari al 3,5% della superficie complessiva della Riserva. Si tratta di alcune aree di modesta superficie sparse all’interno della pineta.

Nella riserva sono, altresì, presenti formazioni di ontano nero che si sviluppano sotto forma di filari che costeggiano i corsi d’acqua. Si tratta, prevalentemente, di piante piuttosto vecchie in rapporto alla longevità della specie, di forma da discreta a scadente, con i soggetti di maggiori dimensioni che denotano evidenti condizioni di senescenza. I fusti sono piuttosto irregolari. La chioma verde è raccolta in alto e gran parte del fusto è pulito e privo di rami secchi. Allontanandosi dall’alveo dei torrenti l’ontano nero lascia il posto al pino laricio o, dove è presente, al faggio.

Le presenza di radure è molto limitata in termini di superficie, appena 2 ettari circa pari all’1% della Riserva; presenti all’estremità nord/occidentale della Riserva e nella parte centrale in corrispondenza delle zone di displuvio, dove gravi fenomeni di erosione hanno ridotto lo spessore del suolo e, indirettamente, limitato la presenza del bosco. Attualmente queste aree sono interessate da una vegetazione prevalentemente erbacea.

Habitat

HABITAT NATURA 2000 PRESENTI NELLA RISERVA

note

9530*

Pinete (sub) mediterranee di pini neri endemici

Pinete Pino Laricio

9210*

Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex

Faggeta con Tasso e Agrifoglio

91E0*

Foreste alluviali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior

Foreste ripariali di Ontano nero

Flora

SPECIE VEGETALI D’INTERESSE CONSERVAZIONISTICO PRESENTI NELLA RISERVA

Specie

Denominazione Italiana e Locale

note

Buglossoides calabra

Erba perla calabrese

Endemica

Euphorbia amygdaloydes

Euforbia delle faggete

Europa-Caucaso

Euphorbia corallioides

Euforbia corallina

Endemica

Limodorum brulloi

Orchidea di Brullo

Endemica

Neottia nidus-avis

Nido di uccello

Euroasiatica

Orchis laxiflora

Orchidea acquatica

Euri-Mediterranea

Orchis morio

Orchidea minore o Giglio caprino

Europa-Caucaso

Alectoria sarmentosa

Lichene capelli di strega

Lichene

Bryoria capillaris

Lichene delle nebbie

Lichene

Oltre alle specie di interesse conservazionistico, si segnala la presenza di rosa canina, biancospino, melo pero selvatico, cocumelo, rovo, ginestra dei carbonai, felce aquilina, trifoglio, fragole e lamponi. Da segnalare le splendide fioriture di orchidee, gerani, ciclamini, ranuncoli, viole, fiordalisi e ginestre.

Fauna

Tra i mammiferi frequentano l’area Capreolus capreolus (capriolo) e Cervus elaphus (cervo), Canis lupus (lupo), Scoiattolo nero calabrese (Sciurus meridionalis), Felix sylvestris (gatto selvatico), Sus scrofa (cinghiale), Martes martes (martora), Martes foina (faina), Mustela putorius (puzzola), Mustela nivalis (donnola), Meles meles (tasso), Lepus italica (lepre italica), Vulpes vulpes (volpe). È di grande interesse zoogeografico la presenza di un piccolo roditore della famiglia dei gliridi, il Dryomys nitedula (driomio), a distribuzione paleartica ma presente in isolamento in Calabria con la sottospecie endemica aspromontis.

Tra gli uccelli nidificanti: Accipiter gentilis (astore), Accipiter nisus (sparviere), Pernis apivorus (falco pecchiaiolo), Buteo buteo (poiana), Dryocopus martius (picchio nero), Columba palumbus(colombaccio), Otus scops (assiolo), Jinx torquilla (torcicollo), Picoides major (picchio rosso maggiore), Turdus viscivorus (tordela), Regulus ignicapillus (fiorrancino), Parus palustris (cincia bigia), Phylloscopus sibilatrix (luì verde), Sitta europea (picchio muratore), Oriolus oriolus (rigogolo), Lanius collurio (averla piccola).

Si evidenzia che alcune specie di uccelli come ad esempio Regulus regulus (regolo), Carduelis spinus (lucarino) e Loxia curvirostra (crociere), solite nidificare a latitudini maggiori, trovano nella riserva un habitat idoneo e sull’altopiano della Sila il limite più meridionale del loro areale.

SPECIE ANIMALI DI INTERESSE CONSERVAZIONISTICO PRESENTI NELLA RISERVA GALLOPANE

Specie

Nome comune

Direttiva Habitat

Interesse conservazionistico

Cucujuscinnaberinus

 

x

 

Cucujushaematodes

   

x

Pterostichusruffoi

     

Rana italica

Rana appenninica

x

x

Lacertabilineata

Ramarro occidentale

x

 

Lullula arborea

Tottavilla

 

x

Barbastellabarbastellus

Barbastello comune

x

x

Hypsugosavii

Pipistrello di Savi

 

x

Pipistrelluspipistrellus

Orecchione bruno

x

x

Sciurusmeridionalis

Scoiattolo nero

 

x

Dryomysnitedula

Driomio

x

 

Canis lupus

Lupo

x

 

Normativa

D.M. Agricoltura e Foreste 28.12.1971 Istituzione della Riserva;

D.M. 13 luglio 1977;

L. n. 394/1991(legge quadro sulle aree protette);

D.P.R. 14 novembre 2002 Istituzione del Parco Nazionale della Sila;

D.G.R. Calabria n. 243 del 30 maggio 2014;

D.M. AMBIENTE 12 aprile 2016di designazione di ZSC

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