Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

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Riserva Naturale Biogenetica Gariglione – Pisarello

Riserva Naturale Biogenetica Gariglione – Pisarello

Regione

Calabria

Luogo

Taverna (Catanzaro)

Info

Codice EUAP: 0043

Anno di istituzione: 1977

Superficie (in ha): 450,00

Cartografia

Per visualizzare su base cartografica la superficie della Riserva, digitarne il nome in “Strumenti à Ricerca su attributi” dal Portale Cartografico Nazionale del Ministero della transizione ecologica, selezionando poi “Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP)”
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(attenzione: i confini ivi riportati sono in corso di revisione ed aggiornamento)

Proprietà dei terreni

Demanio statale

Aree Protette Sovrapposte

Parco Nazionale della Sila (EUAP 0550), Ha. 73.695,00; ZSC IT9330114 “Monte Gariglione”, Ha. 604,000; ZPS IT9310069 “Parco Nazionale della Calabria”

Come arrivare

La Riserva “Gariglione – Pisarello” è raggiungibile tramite Strade Statali e Provinciali e percorrendo strade interpoderali parzialmente asfaltate.

Norme di fruizione della Riserva

La fruizione della Riserva, posta all’interno della Zona 1 del Parco Nazionale della Sila, è possibile in base a quanto previsto dall’All. A (Divieti generali e Divieti in zona 1) della “Disciplina di tutela del Parco Nazionale della Sila”. Per una sostenibile fruizione e godimento dell’Area protetta sono stati realizzati dei sentieri naturalistici a libero accesso pedonale. Per una sostenibile fruizione e godimento dell’Area protetta sono stati realizzati dei sentieri naturalistici a libero accesso pedonale. Dalla “Caserma Forestale del Gariglione” partono diversi sentieri naturalistici che consentono di visitare boschi di faggio e abete bianco. Il Sentiero dei Giganti, che si snoda per circa 2 km, consente di inoltrarsi in un’abetina secolare, di enorme valore ecologico e ricca di rari endemismi. Altro sentiero che attraversa aree umide e boscate ricche di biodiversità ed endemismi silani è quello che conduce al “Gigante Prometeo”, un colossale abete aianco, tra i più antichi presenti nella zona della Sila Piccola, purtroppo incendiato con l’istituzione del Parco Nazionale della Sila;  la sua scomparsa è stata ampiamente compensata dalla presenza di numerosi abeti bianchi nati dai semi del Patriarca della Sila che ancora giace nella dolce vallata di Tirivolo.

Attività in corso

Manutenzione naturalistica del patrimonio demaniale (regimazione delle acque, sistemazioni idraulico-forestali, pulizia e manutenzione dei sentieri naturalistici, tutela del territorio, vigilanza e prevenzione del fenomeno degli incendi boschivi, ecc.);

Monitoraggio ecologico della specie Canis lupus, in collaborazione con Ente Parco e WWF e monitoraggio di specie di insetti individuati dal Progetto “InNat”;

Iniziative di Educazione Ambientale: divulgazione del patrimonio naturalistico attraverso la manutenzione e la promozione dei sentieri naturalistici presenti nella Riserva.

Breve descrizione della Riserva

Con D.M. del 13.07.1977 venne istituita in Sila Piccola, su terreni del demanio dello Stato, la Riserva Naturale Biogenetica allo scopo di garantire l’equilibrio biologico e la biodiversità. La Riserva è posta all’interno del Parco Nazionale della Sila nel massiccio del Monte Gariglione e si estende su terreni di altitudine tra i 1500 ed i 1750 m.s.l.m. Il terreno si presenta movimentato e, soprattutto sul versante esposto a Nord, verso il fiume Tacina, lo si trova frastagliato e solcato da avvallamenti e burroni.

I corsi d’acqua, dei brevi ruscelli, affluiscono nel Tacina che scorre a Nord della Riserva fuori dai suoi confini.  Il terreno deriva da rocce sedimentarie arcaiche, di natura mineralogica granitoide e gnessica granatifera. Le precipitazioni medie annue raggiungono anche i 2000 mm e hanno distribuzione tipica del clima mediterraneo con massimi autunno invernali e minimi estivi.  La temperatura media annua si aggira intorno a 80 C. Il Monte Gariglione, alto 1765 metri s.l.m. costituisce la vetta più alta in Sila Piccola. Nella Riserva, all’interno del complesso boscato del Gariglione, è stato ristrutturato un imponente fabbricato, costruito agli inizi del secolo con architettura alpina dagli austriaci, denominato “Caserma del Gariglione” ed adibito a ricovero e ad alloggi di servizio per il personale. La finalità della Riserva è la conservazione e la tutela dell’ambiente, anche in considerazione dell’importanza della Riserva per la produzione di materiale di propagazione di elevata qualità genetica da utilizzare per il rimboschimento di zone degradate. Si sottolinea l’importanza della Riserva per la produzione di seme di abete bianco che, in base ad alcune ricerche svolte da studiosi austriaci e tedeschi, darebbero origine a piante dotate di una certa resistenza all’inquinamento atmosferico pare, da un primo esame, per la presenza in tali semi di alcuni aminoacidi assenti in altre provenienze centro-europee.

Habitat

I principali habitat presenti all’interno della Riserva sono:

  • Faggete degli Appennini con la presenza di abeti bianchi (Abies alba). Questa tipologia di habitat si riscontra sui suoli profondi e subacidi o presso substrati silicei con la presenza di graniti e rocce metamorfiche. L’altitudine di questo habitat è compresa fra i 1.100 e i 1.900m di quota.
  • Torbiere di transizione e instabili, habitat rinvenibile fra i 1.400 e i 1.700m presso terreni montani a carattere iper-umido e caratterizzati da un’alta acidità del terreno.

Nel dettaglio, gli habitat presenti nella Riserva ai sensi della Direttiva 94/43/CEE sono i seguenti:

  • 6430: Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile;                                                  
  • 9220: Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis; 
  • 9530: Pinete (sub)mediterranee di pini neri endemici.

Flora

La Foresta ricade nella zona del Fagetum ed è proprio il Faggio la specie più diffusa in consociazione con l’Abete bianco, la mescolanza è sia a singoli pedali che a gruppi.  Evidente è l’alternanza dei cicli di produzione tra le due specie, infatti nelle zone ricoperte dove ci sono abeti adulti è il Faggio che trova condizioni ideali per rinnovarsi. L’alternanza fra le due specie sarebbe dovuta alle diverse caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche degli orizzonti più superficiali dei suoli ricoperti da Faggio e da Abete bianco. Tuttavia non è da trascurare la pressione antropica e in particolare le intense utilizzazioni dei tempi passati.

Altre specie presenti in modo sporadico sono l’ontano napoletano, l’acero, l’agrifoglio, il salicone, il pungitopo. È stata segnalata anche una pianta di tasso (Taxus baccata) con habitus cespuglioso.

Fauna

Fra i mammiferi la specie più importante è certamente il lupo appenninico (Canis lupus) che ha caratteristiche morfologiche che lo differenziano dal lupo europeo, che sono comunque della stessa specie e strettamente protetti anche a livello europeo. Fino a qualche anno fa in pericolo di estinzione, oggi la popolazione di lupi sembra sia in aumento.

Altri mammiferi diffusi sono il Capriolo e il cinghiale; fra i mammiferi di piccola e media mole si ricordano: lo scoiattolo, la volpe, la lepre, il tasso, il gatto selvatico, la martora, la faina, la puzzola. I pesci sono rappresentati dalla trota.  Degli uccelli sono presenti numerose specie, si ricordano la poiana, lo sparviero, l’astore, la cornacchia, il picchio nero e il rosso maggiore, la cinciallegra, il fringuello, il crociere.

Normativa

D.M. istitutivo (D.M. 13/07/1977); Legge quadro aree naturali protette n°394/1991; Direttiva79/409/CEE

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