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Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

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Foresta Demaniale Parco Nazionale della Sila

Foresta Demaniale Parco Nazionale della Sila

Regione

Calabria

Luogo

Taverna (Catanzaro)

Info

Anno di istituzione: 1968

Superficie (in ha): 5.668,00

 

Proprietà dei terreni

demanio dello Stato

Aree Protette Sovrapposte

Parco Nazionale della Sila (EUAP 0550, ha 73.695,00); ZSC IT9330117 “Pinete del Roncino” (ha 1701); ZSC IT9330114 “Monte Gariglione” (ha 604); ZPS IT9310069 “Parco Nazionale della Calabria”

Come arrivare

La Foresta Demaniale è raggiungibile attraverso una rete viaria composta da Strade Provinciali e Strade Statali, che rendono la percorrenza agevole e adatta ad ogni tipo di veicolo.

Norme di fruizione della Foresta Demaniale

La fruizione delle Foresta, posta all’interno della Zona 1 del Parco Nazionale della Sila, è possibile in base a quanto previsto dall’All. A (Divieti generali e Divieti in zona 1) della “Disciplina di tutela del Parco Nazionale della Sila”. Per una sostenibile fruizione e godimento dell’Area protetta sono stati realizzati dei sentieri naturalistici a libero accesso pedonale.

Attività in corso

Manutenzione naturalistica del patrimonio demaniale (regimazione delle acque, sistemazioni idraulico-forestali, pulizia e manutenzione dei sentieri naturalistici, tutela del territorio, vigilanza e prevenzione del fenomeno degli incendi boschivi, ecc.).

Monitoraggio ecologico della specie Canis lupus, in collaborazione con Ente Parco e WWF e monitoraggio di specie di insetti individuati dal Progetto “InNat”;

Iniziative di Educazione Ambientale: divulgazione del patrimonio naturalistico attraverso la manutenzione e la promozione dei sentieri naturalistici presenti nella Foresta Demaniale.

Breve descrizione della Foresta Demaniale dello Stato

Le Foreste Demaniali sono ricomprese all’interno della zona della Sila Piccola dell’ex Parco Nazionale della Calabria, quest’ultimo istituito con Legge n. 503 del 02/04/1968, con lo scopo di conservare le interessanti caratteristiche ambientali di alcuni territori calabresi particolarmente significativi e di soddisfare la funzione di educazione alla natura e di ricreazione dei cittadini.

La Legge n. 344/1997 ha sancito la nascita del Parco Nazionale della Sila, i cui limiti sono stati individuati con D.P.R. del 14/11/2002 che ha altresì provveduto ad istituire l’Ente di gestione; all’Ente Parco Nazionale della Sila viene affidata anche la gestione dei terreni ricadenti nel Parco Nazionale della Calabria.

La Foresta Demaniale si estende su terreni di altitudine prevalente tra 1.000 e 1.750 m s.l.m., la morfologia è ondulata, la pendenza si mantiene sempre entro limiti moderati. Le Foreste in Sila Piccola contribuiscono a proteggere e conservare particolari ecosistemi, cenosi e biotopi significativi, di grande interesse vegetazionale e faunistico. La platea geologica è costituita da rocce arcaiche metamorfosate risalenti al permico medio e formate da gneiss e micascisti granatiferi. Le precipitazioni medie annue si aggirano intorno a 1300 mm; la temperatura media annua è di circa 10°C. il clima è tipicamente mediterraneo con piovosità autunno – invernale e temperature più alte nei mesi estivi. La finalità della Foreste è la conservazione e la tutela dell’ambiente, anche in considerazione dell’importanza della Foreste per la produzione di materiale di propagazione di elevata qualità genetica da utilizzare per il rimboschimento di zone degradate. La presenza delle Foreste Demaniali in Sila Piccola ha interessato una società di tipo agro-silvo-pastorale, anche se più specificatamente forestale. I centri abitati sono ubicati all’esterno dell’area demaniale, a molti chilometri di distanza dalla stessa ed a quote altimetriche più basse. Il Monte Gariglione, alto 1765 metri s.l.m. costituisce la vetta più alta in Sila Piccola. Ricadono all’interno della Foresta Demaniale due ZSC “Pinete del Roncino”e “Monte Gariglione” e la Riserva Naturale Biogenetica “Gariglione- Pisarello”.

Habitat

L’ambiente della Foresta Demaniale è variegato, con diversi habitat protette dalla Direttiva UE Habitat, tra i quali:

  • Pinete sub-mediterranee di pini neri endemici di pino laricio silano (Pinus nigra var. calabrica) su terreni ricchi di substrati granitici che danno origine a suoli acidi e sabbiosi”, terreni particolari ove il pino silano predomina rispetto al faggio poiché essendo una specie piuttosto rustica (xerofitica e frugale), si adatta meglio a questi ambienti.
  • Faggete degli Appennini con la presenza di abeti bianchi (Abies alba). Questa tipologia di habitat si riscontra sui suoli profondi e subacidi o presso substrati silicei con la presenza di graniti e rocce metamorfiche. L’altitudine di questo habitat è compresa fra i 1100 e i 1900 m di quota.
  • Torbiere di transizione e instabili, habitat rinvenibile fra i 1400 e i 1700 m presso terreni montani a carattere iper-umido e caratterizzati da un’alta acidità del terreno.

Nel dettaglio, gli Habitat presenti protetti dalla Direttiva UE 94/43/CEE Habitat sono i seguenti:

  • 3260: Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho- Batrachion;
  • 6430: Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile;
  • 91E0: Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae);
  • 9530: Pinete (sub)mediterranee di pini neri endemici.                                                                 
  • 9220: Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis.

Flora

Le fasce fito-climatiche sono ben distinte ed individuabili in funzione dell’altitudine. Fra i 1100 1200 m e i 1500 1600 m di altitudine è compresa la fascia del pino laricio (Pinus nigra var.  valabrica).  In gran parte della Foresta questa specie costituisce dei popolamenti puri. Nelle zone più alte e più fresche diventa frequente il faggio, sostituendosi gradualmente al pino. Altre specie piuttosto diffuse nella fascia più alta della Foresta sono l’ontano napoletano, il pioppo tremulo, il sorbo degli uccellatori. In questa fascia sono frequenti il cerro, la roverella e la farnia. Nelle esposizioni più favorevoli è diffuso il leccio.  Altre specie presenti sono il nocciolo, il carpino, il bagolaro. Fra gli arbusti sono diffusi il biancospino, il pero selvatico, il pruno selvatico, il rovo e il lampone, la rosa canina. Nel sottobosco si trovano l’erica, la felce aquilina, la ginestra dei carbonai. Nella zona del Fagetum è il Faggio la specie più diffusa in consociazione con l’Abete bianco.  Evidente è l’alternanza dei cicli di produzione tra le due specie, infatti nelle zone ricoperte dove ci sono abeti adulti è il Faggio che trova condizioni ideali per rinnovarsi. L’alternanza fra le due specie sarebbe dovuta alle diverse caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche degli orizzonti più superficiali dei suoli ricoperti da Faggio e da Abete bianco.  Tuttavia non è da trascurare la pressione antropica e in particolare le intense utilizzazioni dei tempi passati.

Fauna

Fra i mammiferi la specie più importante è certamente il lupo calabrese che ha caratteristiche morfologiche che lo differenziano dal lupo europeo e da quello abruzzese. La specie (Canis lupus) è strettamente protetta dalla Direttiva UE Habitat. Fino a qualche anno fa in pericolo di estinzione, oggi la popolazione di lupi è in aumento. Altri mammiferi diffusi sono il Capriolo e il cinghiale; fra i mammiferi di piccola e media mole si ricordano: lo scoiattolo, la volpe, la lepre, il tasso, il gatto selvatico, la martora, la faina, la puzzola. I pesci sono rappresentati dalla trota. Degli uccelli sono presenti numerose specie; si ricordano la poiana, lo sparviero, l’astore, la cornacchia, il picchio nero e il rosso maggiore, la cinciallegra, il fringuello, il crociere.

Sentiero didattico naturalistico Buturo

Normativa

Direttiva UE Habitat e Uccelli; Legge quadro aree naturali protette n. 394/1991; Legge n. 344/97 istituzione del Parco Nazionale della Sila (i cui confini sono stati individuati con D.P.R. del 14/11/2002); L. n. 157/1992 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio)

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