Quando nel 1869 nacque nei locali dell’Abbazia la prima Scuola forestale italiana (dal 1914 trasferita a Firenze assumendo il nome di Regio Istituto superiore forestale – l’attuale facoltà di Scienze agrarie, forestali e ambientali), emerse l’esigenza di uno strumento didattico per esercitare gli studenti a riconoscere, capire e gestire le piante arboree. Furono ideati così da Adolfo De Bérenger gli Arboreti sperimentali, da lui stesso definiti come “una collezione vivente di piante legnose (arboree o cespugliose) istituita a scopo di studio, a scopo didattico, ma anche per lo studio dei loro rapporti, della loro adattabilità ad ambienti diversi da quello originario e delle loro applicazioni, sia come piante ornamentali sia come piante forestali”.
Gli Arboreti nel tempo si sono evoluti e la loro fisionomia è cambiata, si sono ampliati fino a comprendere sei sezioni che si estendono su circa 10 ettari. Il loro ingresso nella rete internazionale degli Orti Botanici, di cui gli arboreti sono fattispecie peculiare di primaria importanza, avvenuto in occasione del 150 anniversario della fondazione, non ha fatto che rimarcare il ruolo di centro riconosciuto a livello internazionale per la conservazione in-situ ed ex-situ del germoplasma di migliaia di specie vegetali, strumento didattico unico, ancora attuale ed in costante sviluppo sia per dimensione che per importanza.
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