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Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

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Riserva Naturale Biogenetica Iona – Serra della Guardia

Riserva Naturale Biogenetica Iona – Serra della Guardia

Regione

Calabria

Luogo

Celico (Cosenza)

Info

Codice EUAP: 0047

Anno di istituzione: Istituita con Decreto del Ministero dell’Agricoltura e Foreste 13 luglio 1977;

Superficie (in ha): 263.32.30

Cartografia

Per visualizzare su base cartografica la superficie della Riserva, digitarne il nome in “Strumenti à Ricerca su attributi” dal Portale Cartografico Nazionale del Ministero della transizione ecologica, selezionando poi “Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP)”
Vai al Portale Cartografico
(attenzione: i confini ivi riportati sono in corso di revisione ed aggiornamento)

Proprietà dei terreni

Demanio statale: ha 244.50.30

Proprietà privata: ha 18.82.00

Aree Protette Sovrapposte

Sito MAB UNESCO “Sila” (zona di transizione)

Come arrivare

Dalla A2 Salerno Reggio Calabria uscita per SS 107 Silana Crotonese, si prosegue per Camigliatello Silano, si prosegue per Moccone ove si imbocca la SP 247. Al Km 10 della SP 247 si giunge a destinazione.

Norme di fruizione della Riserva

In base al Decreto di istituzione della Riserva, D.M. 13.07.1977, è vietata la caccia, la pesca, il pascolo per tutto l’anno e l’accensione di fuochi specie nel periodo di grave pericolosità. È di norma interdetto il transito agli autoveicoli. Inoltre, a norma dell’art. 2 del precitato D.M. l’accesso entro il perimetro della riserva è consentito per ragioni di studio, per fini educativi, per compiti amministrativi, di vigilanza e per l’attuazione dei disciplinari previsti con legge. Esistono comunque dei sentieri naturalistici fruibili per i visitatori

Attività in corso

In accordo con quanto previsto dal Piano AIB della Riserva e dall’annuale dichiarazione dello stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi, ai sensi della L. 353/2000, vengono programmati per tempo interventi ordinari di prevenzione degli incendi boschivi da svolgersi nel mese di giugno di ogni anno quali la manutenzione dei sentieri e della rete viaria interna alla Riserva ed il mantenimento di una fascia protettiva perimetrale, larga almeno cinque metri, libera da specie erbacee, rovi e necromassa effettuando anche eventuali spalcature e/o potature non oltre il terzo inferiore dell’altezza delle piante presenti lungo la fascia perimetrale del bosco.

L’attività selvicolturale ha finalità prettamente conservativa e sistemica, finalizzata ad esaltare le funzioni primarie del bosco, in armonia con le misure di conservazione previste per la ZSC, prevenendo le minacce per questo tipo di habitat e le modalità con cui contrastarle.

Breve descrizione della Riserva

La Riserva Naturale Biogenetica di “Iona – Serra della Guardia” è stata inizialmente istituita sul bosco classificato come “bosco per la produzione di seme” di pino laricio, iscritto alla scheda n. 121 nel libro nazionale dei boschi da seme. Essa nasce nell’ambito della risoluzione n. 17 del 15.03.1976 del Comitato dei Ministri del Consiglio Europeo, volta a costituire una rete europea di riserve per integrare la rete mondiale delle riserve della biosfera istituita dall’UNESCO con il progetto MAB, inteso a combattere l’erosione del patrimonio genetico animale e vegetale presente negli ecosistemi mondiali.

La Riserva Naturale di “Iona – Serra della Guardia” è stata istituita con D.M. 13luglio 1977 e fa parte del demanio dello Stato. Dell’intera superficie, 24 ettari sono stati espropriati a privati ai sensi della legge 910 del 1966. Successivamente, con apposito Decreto Ministeriale del 13.10.1977, veniva istituita la Riserva Naturale Biogenetica per la produzione di seme di pino laricio.

La riserva varia da una quota minima di 1204 m s.l.m. ad una quota massima di m1.434 s.l.m.

La Riserva naturale è importante anche dal punto di vista storico, in quanto costituisce un residuo di quelle che un tempo venivano definite dal punto di vista giuridico “Camere Chiuse”. Le camere chiuse vennero istituite dall’Autorità Regia per fronteggiare i soprusi dei baroni, i quali, approfittando del vuoto di potere che si era venuto a creare nel XVI secolo, usurparono con la violenza vaste aree demaniali, costituenti la “Sila Regia”, imponendo con le armi la loro supremazia. Tali aree usurpate vennero chiamate “Difese” in quanto difese con le armi anche contro l’autorità regia. Nei secoli successivi, con la costituzione delle difese, che costituivano proprietà private del feudatario libere da ogni uso e diritto dei cittadini, gran parte dei boschi vennero dati alle fiamme e trasformati in pascoli e colture estensive. Per fronteggiare tale distruzione furono istituite nel 1600 le camere chiuse, ove fu vietata l’estrazione della resina e gli usi civici ai cittadini. Nel 1878, dopo che gran parte del patrimonio boschivo era stato saccheggiato dall’Amministrazione della Marina, delle Poste e delle Ferrovie, il demanio silano fu in gran parte liquidato ripartendolo tra i comuni silani e pre-silani, lasciando allo stato le Camere chiuse di Gallopane

, Fossiata, San Giovanni Paliati, Difisella Mazzei, Corvo, Farfari, San Michele e i demani aperti di Jona, Serra della Guardia e Tasso. La Riserva di “Jona-Serra della Guardia”, faceva parte quindi del sistema delle cosiddette “Camere Chiuse”, ovvero zone boscate nelle quali era proibito a chiunque di fare legna (legnare), poiché il legname era destinato alle costruzioni navali. Le camere chiuse formarono il primo nucleo di foreste demaniali la cui gestione fu affidata all’Azienda di Stato delle Foreste Demaniali nel 1910.

La Riserva “Jona-Serra della Guardia”, ubicata immediatamente all’esterno del Parco Nazionale della Sila, costituisce pertanto una sorta di oasi boschiva posta all’interno di un’area fortemente antropizzata, caratterizzata da pratiche agricole di tipo intensivo, che non è stato possibile mettere a coltura per via dei vincoli che testimoniano il suo passato di Demanio Regio prima e Camera Chiusa successivamente.

Habitat

Nei riguardi della distribuzione delle specie ci troviamo di fronte a tre fisionomie. Nella parte orientale la pineta di laricio (Pinus laricio) è attualmente la tipologia boschiva prevalente. Si tratta di foreste relativamente giovani, con la quasi totale mancanza di piante mature o stramature. Tale situazione è dovuta ai ripetuti incendi che nell’immediato dopoguerra hanno denudato gran parte dell’area.

Nella parte occidentale la specie prevalente è il faggio (Fagus sylvatica), d’origine gamica ed agamica, il quale tende ad insediarsi principalmente nelle zone più elevate, lungo i fossi e comunque nelle esposizioni più fresche ed ombreggiate. Esso dà origine a complessi misti in associazione con il pino, con cui entra in competizione soprattutto ove le condizioni edafiche e climatiche sono più favorevoli alla conifera.

Nelle parti più basse il pino si associa, viceversa, principalmente con il castagno (Castanea sativa); ma non mancano situazioni in cui prevale quest’ultimo, che in alcune zone diventa la specie dominante. Al riguardo va detto che i boschi di castagno costituiscono una rarità per la Sila.

Tipica è anche la presenza di ontano nero (Alnus glutinosa) lungo il reticolo idrografico sparso nella pineta. Allo stato sporadico sono presenti anche il cerro (Quercus cerris) e la roverella (Quercus pubescens), l’acero montano (Acer pseudoplatanus), il salicone (Salix caprea) ed il carpino. 

A parte il castagno, che presenta condizioni vegetative buone in quanto gli attacchi di cancro corticale sono nettamente diminuiti e non costituiscono più un pericolo per la specie, le altre specie sono associate a costituire boschi misti molto radi e degradati, per via dell’eccessivo sfruttamento nel periodo bellico e post bellico, vegetanti nelle zone più impervie situate sulla sponda sinistra del fiume Mucone.   

Gli habitat presenti nella Riserva possono essere ricondotti agli habitat d’interesse comunitario di seguito riportati:

Cod.

Denominazione

9210*

Faggete degli Appennini con Taxus e Ilex

9530*

Pinete (sub)mediterranee di pini neri endemici

9260

Boschi di Castanea sativa

Flora

Sono presenti nella Riserva il ciclamino (Cyclamen hederifolium), la dentaria silana (Cardamine battagliae), tipico endemismo calabrese, la Peltigera venosa, lichene artico-alpino e il lichene lupo (Letharia vulpina).

Fauna

La fauna è quella tipica dell’Appennino meridionale. Tra i mammiferi significativa è la presenza di lupi, volpi, scoiattoli, martore, tassi, puzzole. Sparvieri, gufi, allocchi, civette, granivori ed insettivori vari costituiscono l’avifauna stanziale.

Tra gli uccelli migratori si segnala la presenza di tordi, cesene, beccacce, mentre la vipera, presente al pari delle comuni lucertole, i ramarri e gli innocui biacchi, è il rettile più temibile.

Normativa

D.M. istitutivo;

L. n. 394/1991 (legge quadro sulle aree protette)

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