Carabinieri

Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

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Foresta Demaniale Monte Rotolon

Foresta Demaniale Monte Rotolon

Regione

Veneto

Luogo

Recoaro Terme (Vicenza)

Info

Anno di istituzione: 1916

Superficie:  149,5 ha

Proprietà dei terreni

Demanio statale

Aree Protette Sovrapposte

Sito Rete Natura 2000 di tipo C (SIC/ZSC e ZPS) “IT3210040 – Monti Lessini-Pasubio-Piccole Dolomiti Vicentine”

(100% della superficie della F.D. ricadente nell’area del Sito)

Come arrivare

La Foresta demaniale è raggiungibile da Recoaro Terme (VI) percorrendo la SP 99 “strada per Campogrosso”, direzione Passo Campogrosso. Giunti al Passo Campogrosso salendo in direzione Passo Regina (sul fianco ovest di cima Postal), si raggiunge la Foresta demaniale.

Norme di fruizione della foresta demaniale

Fruibile solo a piedi attraverso la sentieristica che la percorre. Due sentieri CAI attraversano la Foresta Demaniale, il sentiero delle Mole (CAI n. 144), dalle ex casermette al Passo Buse Scure e Passo della Regina e quello alpinistico del Vajo Scuro (CAI 105).

Breve descrizione

Nel 1916, l’Amministrazione forestale inizia un programma di acquisto di boschi e terreni che proseguiranno fino agli anni ’70, per poi nel 1971 passare i Beni al Demanio Patrimoniale dello Stato per la loro assunzione in consistenza. La Foresta demaniale è gestita dall’Ispettorato del Corpo Forestale dello Stato di Vicenza. Dal 2013 l’Ufficio per la Biodiversità di Verona (ex Azienda di Stato per le Foreste Demaniali, oggi Reparto Carabinieri Biodiversità) ne ha ripreso la gestione. La storia di questa Foresta è legata ad una serie di eventi franosi, alcuni disastrosi, che si sono ripetuti nel tempo. La memoria storica documentata delle frane del Monte Rotolon ricorda gli eventi più importanti avvenuti in anni diversi, a partire dal 1573 fino all’ultimo verificatosi nel 2010. Molti gli interventi di manutenzione di sistemazione idraulico-forestale lungo le aste torrentizie, anche mediante la costruzione di nuove e numerose briglie. Ad oggi l’area è costantemente monitorata da un sistema di rilevamento del movimento franoso gestito dalla Regione Veneto, in collaborazione con Università ed Enti di ricerca. Il monte Rotolon rappresenta la cerniera tra la parte orientale ed occidentale dell’area compresa nel SIC/ZSC e ZPS “IT3210040 – Monti Lessini-Pasubio-Piccole Dolomiti Vicentine”. E’ confinante ad Ovest con il Parco Regionale della Lessinia (Verona). L’inquadramento idrogeologico la pone nell’Alta Valle dell’Agno e nel sottobacino del Rotolon. Il territorio della Riserva varia da una quota minima di 860 metri (alveo torrente Rotolon) ad una massima di 1983 (Cima Centrale delle Guglie del Fumante).
L’area dei Lessini veronesi compresa nella Riserva corrisponde al settore centro-orientale degli alti Lessini e, più precisamente alla parte sommitale dell’altopiano, compreso entro l’intervallo tra 1200 e 1800 metri. L’altopiano è articolato in ampie dorsali che racchiudono estese conche e vallette. E proprio questo sistema di dorsali morbide il carattere orografico che conferisce unitarietà a un paesaggio che non ha uguali in altre parti delle Prealpi. Il settore vicentino dell’area, infatti, appartiene alla cosiddetta “Area di Recoaro” della letteratura geologica e si presenta con aspetto completamente diverso, con forme aspre, severe, dettata da una accentuata rocciosità.
Dal punto di vista geologico gli alti Lessini sono un ‘tavolato’ costituito da un complesso di blocchi tettonici di calcari del Mesozoico, allungati in senso meridiano, leggermente inclinati verso Est e quindi con bordi orientali più alti degli occidentali, sollevati rispetto ai blocchi dei Lessini medi in corrispondenza di un sistema complesso di faglie e di pieghe faglie.
Gli alti Lessini sono un altopiano substrutturale, ampie parti della cui superficie concordano, a grandi linee, con le superfici di stratificazione. Le dorsali spesso corrispondono a blocchi più sollevati mentre le valli principali sono impostate nelle depressioni tettoniche di angolo di faglia al contatto fra blocchi contigui. Nell’ambito dell’altopiano si riconosce tuttavia una complessa scultura, operata prevalentemente dai corsi d’acqua, dai ghiacciai e dalle azioni solventi di tipo carsico. Le morfologie di dettaglio sono strettamente legate alla litologia: pendii dolci e arrotondati o addirittura ripiani morfologici in corrispondenza delle rocce più erodibili, pareti verticali o pendii molto inclinati dove i litotipi sono più resistenti. Le morfologie glaciali (circhi, cordoni morenici) sono di solito poco sviluppate nel settore veneto dei massicci, se non in alcuni settori sommitali dove si possono osservare circhi e cordoni morenici, raramente ben conservati. Molto sviluppato il carsismo, sia superficiale che profondo.
Nella Foresta, si trovano cippi storici, lungo l’ex confine di Stato (non segnalati).

Habitat

Gli habitat protetti dalla Direttiva UE Habitat caratterizzanti la Foresta Demaniale sono:
Habitat 4070 – Boscaglie di Pinus mugo e di Rhododendron hirsutum (Mugo – Rhododendretum hirsuti)
Habitat 8120 – Ghiaioni calcarei e scisto calcarei montani ed alpini (Thlaspietea rotundifolii)
Habitat 8210 – Pareti rocciose calcaree con vegetazione cosmofitica
Habitat 91E0 – Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae)
Habitat 91K0 – Foreste illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-fagion)

Flora

Ambiente caratterizzato da un esteso complesso forestale, costituito essenzialmente da boschi di Picea abies, con nuclei ad alta densità di Abies alba e Fagus sylvatica. Nell’area forestale, nei pascoli e negli arbusteti di pino mugo sono presenti alcune specie erbacee a carattere endemico. Presenza di numerose entità endemiche alpine o rare (Aquilegia enseleana, Cirsium carniolicum, Bupleurum petraeum, Saxifraga hosti) e subendemiche, molte delle quali protette dalla L.R. 15 Novembre 1974, n. 53 (Norme per la tutela di alcune specie della fauna inferiore e della flora). Nell’area predomina una vegetazione costituita essenzialmente da formazioni erbacee adibite a pascolo. A margine dell’area a pascolo, interessanti formazioni di arbusti di alta quota.

Normativa

DESIGNAZIONE ZSC: DM 27/07/2018 – G.U. 190 del 17-08-2018

APPROVAZIONE MISURE DI CONSERVAZIONE: allegato B del DGR n. 2371 del 27.07.2006

Normativa regionale vigente in materia di caccia, flora, e fauna, L.R. Veneto n. 50/1993 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio): la raccolta di funghi e delle piante è regolamentata e l’esercizio venatorio è vietato in ogni sua forma.

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