Carabinieri

Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

Riserva Naturale Orientata Monte Rotondo e Centro Aziendale di Popoli

Riserva Naturale Orientata Monte Rotondo e Centro Aziendale di Popoli

Regione

Abruzzo

Luogo

Bussi sul Tirino, Corfinio (L'Aquila) - Castiglione a Casauria, Tocco da Casauria, Popoli (Pescara)

Info

Codice EUAP: 0025

Anno istituzione: 1982

Superficie (ha): 1452

Cartografia

Per visualizzare su base cartografica la superficie della Riserva, digitarne il nome in “Strumenti à Ricerca su attributi” dal Portale Cartografico Nazionale del Ministero della transizione ecologica, selezionando poi “Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP)”
Vai al Portale Cartografico
(attenzione: i confini ivi riportati sono in corso di revisione ed aggiornamento)

Proprietà dei terreni

Demanio della Regione Abruzzo 

Aree Protette Sovrapposte

  • Parco Nazionale della Majella (per 1109 ha)
  • Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga (per 343 ha)
  • ZPS IT7140129 “Parco Nazionale della Majella” (per 1109 ha)
  • ZPS IT7119128 “Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga” (per 343 ha)
  • SIC IT140203 “Maiella” (per 1109 ha)
  • SIC IT7130024 “Monte Picca – Monte di Roccatagliata” (per 343 ha)

Come arrivare

L’accesso alla Riserva è possibile da più punti; quello più importante, dove è anche possibile assumere informazioni, è a partire dal Centro Aziendale “Monte Corvo”, che si raggiunge dall’autostrada A25 (Roma-Pescara) uscita Bussi Popoli, si prosegue sulla S.S. Tiburtina Valeria in direzione Popoli fino al cartello che indica sulla sinistra il “Centro del Lupo”  a circa 1 km dall’abitato di Popoli, si prosegue su strada asfaltata per circa 4 km sino a destinazione. Per chi proviene da Roma, uscita Sulmona-Pratola Peligna della A25, si segue la S.S. Tiburtina in direzione Popoli fino al cartello che indica sulla desta il “Centro del Lupo”. Da Popoli seguire la S.S. n. 17 per Napoli-Roccaraso. Dopo circa 1,5 km, svoltare a sinistra. Dopo circa 4 km su strada asfaltata in salita, si trova il Centro del Lupo e l’ingresso alla Riserva.

Norme di fruizione della Riserva

L’area è di libera fruizione sulla rete sentieristica ufficiale del Parco Nazionale della Majella. Il transito con mezzi a motore è consentito esclusivamente sull’unica piccola strada asfaltata che porta al Centro Visite del Lupo, dal quale si può accedere a piedi al territorio della Riserva. Anche nella parte di Riserva ricadente nel Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, la fruizione è consentita unicamente sulla rete sentieristica ufficiale del Parco.

Centri Visita/Musei

CENTRO VISITA DEL LUPO, Popoli, loc. Impianezza. Accesso: a pagamento. Orari: dalle 10.00 alle 14.00 tutti i sabati e le domeniche. Presso Il Centro Visita è possibile prenotare anche visite guidate sul percorso “Dalla Preda ai Predatori” un itinerario che conduce alla scoperta dell’ecologia del Lupo e delle sue prede.

Breve descrizione della Riserva

La Riserva si estende sui versanti destro e sinistro del Fiume Pescara, in corrispondenza delle Gole di Popoli, occupando da un lato la propaggine più meridionale del Massiccio del Gran Sasso, e dall’altro l’estremo lembo settentrionale delle Montagne del Morrone. Notevole è l’escursione altitudinale che caratterizza questo territorio, si va infatti dai 300 metri nel Fiume Pescara fino ai 1731 metri del Monte Rotondo, ed altrettanto diversi sono gli ambienti naturali che lo compongono. Il clima è di tipo mediterraneo-montano (con piogge equinoziali), tendente al continentale nelle aree interne e meno elevate, con precipitazioni medie annue pari a 600-1000 mm e temperature medie annue di 5-15°C.

La Riserva si trova nel complesso demaniale di “Monte Corvo”, antico demanio feudale prima dei Cantelmo di Napoli e poi dei Principi Tocco di Montemiletto, che divenne bene di uso civico nel 1806 in seguito all’eversione feudale. Da quel momento le attività di disboscamento e pascolamento di animali domestici divennero sempre più intense, fino al loro netto declino negli anni 1920-1930, profondamente segnati dal primo conflitto mondiale. Il suo territorio nel 1966, è stato acquisito dallo Stato, sulla base di esproprio. Ai sensi dei D.M. del 16/01/1976 e del 29/12/1979, il complesso demaniale è stato poi trasferito alla Regione Abruzzo, divenendo Foresta Demaniale Regionale, amministrata dall’Ufficio Foreste Demaniali Regionali. Con D.P.R. del 23/12/1978, una superficie di 116 ha, sita in località Impianezza, è stata esclusa dal trasferimento alla Regione Abruzzo, per divenire l’Azienda pilota “Monte Corvo”, che opera oggi con funzioni scientifiche e di educazione ambientale (in particolare, vi è stato costituito il “Centro visita del lupo appenninico”, con annessa area faunistica “Prede e predatori”). Nel 1982, è stata istituita la Riserva Naturale Orientata Statale “Monte Rotondo”, con D.M. del 18/10/1982, su una superficie di 1.452 ha, comprendente tutto il territorio della Foresta Demaniale Regionale. L’intero territorio della Riserva, infine, è stato poi compreso in quello del Parco Nazionale della Majella, istituito con Legge n. 394/1991 e perimetrato con D.P.R. del 05/06/1995.

Imponenti ed estesi rimboschimenti delle aree denudate, utilizzando prevalentemente specie alloctone quali il pino nero (Pinus nigra) e il pino d’Aleppo (Pinus halepensis), sono stati realizzati su tutta la superficie della Riserva a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, soprattutto sulle ripide pendici della valle del Pescara (Gole di Popoli) e nell’area tra Monte Corvo, Impianezza e Obico dell’Inferno.

La vegetazione è quella tipica dei boschi mediterranei (con lecci, siliquastri e fillirea) nelle quote più basse; salendo si incontra un bosco mesofilo di latifoglie alternato a boschi di origine artificiale di pino nero e pino d’Aleppo; la faggeta domina infine alle quote più elevate. Di grande valore e fascino è la località denominata “La Fossa”, caratterizzata da maestosi esemplari di abete bianco. La varietà degli ambienti si riflette anche nella ricchezza faunistica che caratterizza questa area frequentata dal lupo, dal cervo, dal capriolo e dall’aquila.

Habitat

Il territorio della Riserva è caratterizzato soprattutto da ampi rimboschimenti a pino nero (Pinus nigra) e, nelle Gole di Popoli, a pino d’Aleppo (Pinus halepensis), al cui interno sta faticosamente e lentamente riprendendosi l’originario bosco termo-xerofitico a roverella (Quercus pubescens), compatibile con le condizioni climatiche di gran parte del territorio della. Il querceto a roverella è infatti presente ovunque, al di sotto di circa 1100 m di quota, anche se molto frammentato e in condizioni di solo iniziale rigenerazione, a causa dell’esagerato sfruttamento del passato, insieme ai ripetuti incendi boschivi, che hanno portato alla forte erosione del suolo. Insieme alla roverella, vi si trovano il sorbo montano (Sorbus aria) e l’acero minore (Acer monspessulanum) nello strato arboreo e Carpinus orientalis, Cytisus sessilifolius, Osyris alba e Viburnum lantana in quello arbustivo. Nelle radure e nelle aree incendiate, si trovano ampi popolamenti di specie pioniere xerofitiche come la ginestra (Spartium junceum) o il cisto rosso (Cistus creticus). Sul fondo delle Gole di Popoli, condizioni di maggiore umidità consentono la presenza di interessanti relitti di una boscaglia di forra meso-mediterranea, caratterizzata dal leccio (Quercus ilex) e dall’orniello (Fraxinus ornus), con la presenza di carpino nero (Ostrya carpinifolia), olmo (Ulmus glabra) e bagolaro (Celtis australis). Il sottobosco presenta una mescolanza di elementi caratteristici delle leccete mesofile, come Cyclamen repandum e Teucrium chamaedrys, insieme a specie nettamente mesofile che si trovano generalmente nei boschi igrofili e nelle faggete, quali Mycelis muralis e Digitalis micrantha. E’ qui presente anche, con pochissime piante, la rara ed appariscente Daphne sericea. Nei boschi di roverella intorno a Monte Corvo, sui 4-500 m di quota, sono presenti anche, molto sporadicamente, il bosso (Buxus sempervirens) e l’agrifoglio (Ilex aquifolium). Sorprendente ed evidente è la presenza, all’interno del querceto caducifoglio, di estese coperture arboree sempreverdi dominate dal leccio (Quercus ilex), qui presente con significato extrazonale sulle rupi e in formazioni compatte su pendii ripidi e con suolo scarso, oltre che su piccole estensioni pianeggianti (dove è stato evidentemente favorito da specifiche pratiche selvicolturali). Nelle formazioni naturali, il sottobosco della lecceta è caratterizzato da poche specie tipiche delle leccete xerofitiche, quali pungitopo (Ruscus aculeatus), Asplenium onopteris e Viburnum lantana e da altre più mesofile come Daphne laureola, Coronilla emerus e Carpinus orientalis. Nelle vallecole più fresche, ove il suolo è più profondo, sono anche presenti piccoli lembi di cerreta, ove il cerro (Quercus cerris) trova condizioni di mesofilia sufficienti per vivere. In queste situazioni particolari, il cerro condivide il biotopo con il ciavardello (Sorbus torminalis) e con il tiglio (Tilia cordata), divenuto ormai raro in tutta la Penisola a causa di errate pratiche selvicolturali. Frammenti di faggeta termofila, infine, sono presenti solo al di sopra dei 1200-1300 metri di quota, sulle pendici sud-occidentali di Schiena d’Asino – Monte Rotondo. Molto estesa la superficie caratterizzata da rupi, ghiaioni e praterie secondarie, queste ultime spesso presenti con elevatissima biodiversità ed alta copertura vegetale. Le rupi più fresche, come pure gli antichi muri diruti del castello di Popoli, sono ricoperte da fitti popolamenti dell’endemica Campanula fragilis ssp. cavolinii. I vasti e ripidi ghiaioni (detriti di falda), presenti soprattutto sul versante sud-occidentale di Schiena d’asino, sono colonizzati da specie vegetali specializzate, prima fra tutte Drypis spinosa e Cephalaria leucantha. Un’ampia superficie dello stesso versante, infine, è caratterizzato da tipiche praterie secondarie xerofitiche discontinue a Sesleria nitida e Carex macrolepis, accompagnate sui pendii meno ripidi da praterie chiuse mesofile a Bromus erectus e da asfodeleti meso-nitrofili a Asphodelus macrocarpus e Delphinium fissum. Una piccola estensione di praterie primarie è presente solo sulla cresta tra Monte Rotondo e Schiena d’Asino, da 1200 a 1700 m di quota circa, ove le proibitive condizioni mesoclimatiche (il cosiddetto “effetto di vetta”) impediscono la sopravvivenza di vegetazione arborea o arbustiva. Si trovano qui le praterie primarie a Sesleria tenuifolia, caratterizzate da moltissime specie endemiche come Onobrychis alba ssp. tenoreana, Centaurea ambigua ssp. nigra, Centaurea ceratophylla, Saxifraga italica e Minuartia graminifolia.

Tra gli habitat protetti dalla Direttiva UE Habitat, sono presenti nel territorio della Riserva:

5130 – Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli.

*6110 – Formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dell’Alysso-Sedion albi (habitat prioritario).

6210 – Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (* importante presenza di orchidee, in questo caso habitat prioritario).

6170 – Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine.

8130 – Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili.

8210 – Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica.

*8240 – Pavimenti calcarei (habitat prioritario).

91AA – Boschi orientali di quercia bianca (= Quercus pubescens)

9340 – Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia.

Flora

La flora comprende numerosissime specie endemiche, rare o protette. Spicca tra tutte Asphodeline liburnica, molto rara e presente in Abruzzo solo in pochissime stazioni: nella Riserva si trova in un solo biotopo particolarmente caldo e arido, che è attualmente l’unico noto per tutto il territorio del Parco Nazionale della Majella. Di particolare importanza, poi, anche la presenza di piccole popolazioni delle non comuni e protette peonia (Paeonia officinalis subsp. italica) e Lilium bulbiferum subsp. croceum e delle endemiche Centaurea ceratophylla e Stipa dasyvaginata ssp. apenninicola.

Fauna

La fauna comprende molti mammiferi, tra i quali il cervo e il capriolo, alcuni dei quali in pericolo di estinzione come l’orso e il lupo, nonché uccelli rari come l’aquila reale e il falco pellegrino. L’area costituisce un importante corridoio naturale per lo spostamento della fauna selvatica tra i massicci della Majella-Morrone e quello del Gran Sasso-Laga. Presenti anche importanti popolazioni del lepidottero Parnassius apollo, protetto dalla Direttiva Habitat dell’Unione Europea. Tra le specie di interesse dell’UE, sono presenti nel territorio della Riserva Aquila chrysaetos, Canis lupus, Falco peregrinus, Parnassius apollo e Ursus arctos.

Normativa

D.M. istitutivo del 18/10/1982, Legge n. 394/1991, Piano del Parco Nazionale della Majella (pubbl. su G.U. n. 164 s.g., suppl. ord. n. 119, del 17/07/2009), Regolamento delle attività alpinistiche del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Richiedi Informazioni

Pagina di riferimento: Riserva Naturale Orientata Monte Rotondo e Centro Aziendale di Popoli