Carabinieri

Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

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Riserva Naturale Di Popolamento Animale Palazzo

Riserva Naturale Di Popolamento Animale Palazzo

Regione

Toscana

Luogo

Radicondoli (Siena)

Info

Codice EUAP: 0134

Anno di istituzione: 1980

Superficie: 282 ha

Cartografia

Per visualizzare su base cartografica la superficie della Riserva, digitarne il nome in “Strumenti à Ricerca su attributi” dal Portale Cartografico Nazionale del Ministero della transizione ecologica, selezionando poi “Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP)”
Vai al Portale Cartografico
(attenzione: i confini ivi riportati sono in corso di revisione ed aggiornamento)

Proprietà dei terreni

Demanio statale

Come arrivare

L’area è ubicata a Sud-Ovest di Siena. Si raggiunge percorrendo la SS 541 (Traversa Maremmana) e poi la Strada Provinciale delle Galleraie in direzione Montieri fino a 10 km dopo il bivio per Radicondoli.

Norme di fruizione della Riserva

La Riserva è liberamente visitabile percorrendo le strade bianche. I sentieri all’interno delle aree recitate sono visitabili con accompagnatore e autorizzazione del Reparto. Orari di apertura al pubblico: 8,00-14,00 / 15,00-17,00.

Centri visita/Musei

Pensionario dei cavalli del Palio di Siena presso il podere “Il Caggio”. La visita è possibile con accompagnatore e autorizzazione del Reparto.

Breve descrizione 

I primi ritrovamenti risalgono all’epoca preistorica. Nel periodo etrusco, grazie alla sua posizione strategica, l’area assunse forse scopo difensivo del vicino centro delle Galleraie o della via che il fiume Cecina rappresentava per il raggiungimento del distretto minerario di Montieri-Gerfalco-Poggio Mutti; alla sommità del rilievo, dietro gli edifici della località Palazzo, sono stati trovati i resti di una lunga struttura muraria. La costruzione del Palazzo è invece moderna e fu realizzata tra il XIX e il XX secolo. La Riserva si trova collocata al centro di quattro impianti geotermoelettrici ed è attraversata da diversi condotti, pertanto viene ad assumere un importante ruolo di filtro di eventuali emissioni di elementi dai vapori degli impianti. I risultati degli studi effettuati sui licheni epifitici nell’area Travale-Radicondoli e all’interno della Riserva hanno mostrato che le centrali geotermoelettriche non sembrano rappresentare una fonte macroscopica di contaminazione atmosferica da elementi in traccia, con la sola eccezione del boro. In ogni caso, l’estensione dell’area interessata dalla maggiore ricaduta di elementi in traccia non è superiore a 500 m di distanza dalle centrali geotermiche. L’acquisto dei terreni da parte dello Stato, avvenuto negli anni sessanta, ha cambiato il loro ruolo da risorsa prevalentemente economica a risorsa naturalistica. La Riserva è situata nel bacino idrografico del Fiume Cecina e la sua altitudine è compresa tra 200 e 500 metri s.l.m.; la base geologica è dominata dagli affioramenti di conglomerati poligenici con elementi calcarei, silicei e arenacei della formazione dei Palombini. Di particolare interesse, dal punto di vista delle emergenze floristiche, sono i due piccoli affioramenti di gabbri più o meno serpentinizzati (ofioliti) presenti intorno alla località Palazzo e nella zona di Casin dei Gabbri;  questi rappresentano una propaggine delle ofioliti del vicino Monte Gabbro. I boschi più diffusi sono prevalentemente di latifoglie decidue a dominanza di Quercus cerris; seguono i boschi con Quercus ilex e i boschi misti di latifoglie con pinete di origine artificiale in cui dominano Pinus nigra e Cupressus arizonica. Gli arbusteti sono localizzati nelle superfici più o meno pianeggianti vicine ai poderi, coltivate in un recente passato; piccole fasce di arbusteti mesofili si trovano al margine degli stagni e dei prati-pascoli.

Habitat

Elenco degli habitat tutelati dalla Direttiva UE Habitat (in grassetto). In corsivo è riportata la definizione del tipo di habitat secondo la Legge Regionale Toscana n. 56/2000.

 

Cod.

Habitat

92A0

Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba

Boschi ripari mediterranei a dominanza di Salix alba e/o Populus alba e/o P. nigra

 

Flora

Dal punto di vista conservazionistico, le specie più interessanti sono quelle legate all’affioramento delle rocce ultramafiche (ofioliti) che sono presenti in località Casin dei Gabbri e che rappresentano una propaggine dell’affioramento del Monte Gabbro. Si tratta di una gariga non molto ricca di specie ma con elevata frequenza di Euphorbia spinosa, seguita da Alyssum bertolonii (endemita serpentinicolo della Toscana e della Liguria), Anthemis tinctoria, Centaurea aplolepa subsp. carueliana (endemita degli ambienti aridi dall’Appennino piemontese alla Toscana), Cistus creticus subsp. eriocephalus, Helichrysum italicum, Plantago holosteum e arbusti sparsi di Juniperus oxycedrus. Al margine degli stagni compare sporadicamente Salix apennina (specie endemica italiana). La maggior parte della flora è legata ai boschi di latifoglie decidue a dominanza di cerro, dove sono presenti entità rare e/o con distribuzione frammentaria come Lilium bulbiferum subsp. croceum e Scilla bifolia. Una nota a parte meritano le specie appartenenti alla famiglia delle Orchidaceae; tale gruppo, è presente con 11 entità: Anacamptis morio, Anacamptis pyramidalis, Cephalanthera longifolia, Dactylorhiza fuchsii, Epipactis helleborine, Limodorum abortivum, Ophrys insectifera, Ophrys sphegodes subsp sphegodes, Orchis purpurea, Platanthera bifolia e Platanthera chlorantha. Da sottolineare è la particolare ricchezza fungina della Riserva (sono state rinvenute 298 specie fungine). Dalle ricerche sono emerse 4 specie (Inocybe minimispora, I. hirtelloides, Pluteus exiguus e Ramaria bataillei) che risulterebbero nuove segnalazioni per il territorio italiano e 23 (segnate con * in all. 1) per la regione Toscana. Di particolare rilevanza la segnalazione di Coprinopsis echino spora, che è una specie piuttosto rara. Fra le nuove segnalazioni per la Toscana, Boletus permagnificus, una rara specie ectomicorrizica con distribuzione tipicamente mediterranea, era stata segnalata fino ad ora quasi esclusivamente nelle due isole maggiori del paese.

Fauna

Tra gli invertebrati è interessante la presenza del mollusco Retinella olivetorum (specie endimica italiana), del granchio di fiume (Potamon fluviatile) e del cervo volante (Lucanus cervus), specie protetta dalla Direttiva UE Habitat.  

Tra le specie ittiche, la specie più frequente risulta il cavedano (Leuciscus cephalus), abbastanza comune appare anche la carpa (Cyprinus carpio). Il persico sole (Lepomis gibbosus) e il persico trota (Micropterus salmoides) si ritrovano nei laghetti agricoli. Meno frequenti risultano il vairone italiano (Telestes muticellus) e il barbo tiberino (Barbus tyberinus), presenti nel Fiume Cecina presso i Bagni delle Galleraie. Tra gli anfibi, le specie più diffuse sono le rane verdi (Rana bergeri + Rana hispanica), il rospo comune (Bufo bufo) e la rana appenninica (Rana italica). Più localizzate sono la raganella italiana (Hyla intermedia), la rana dalmatina (Rana dalmatina), il tritone crestato italiano (Triturus carnifex), il tritone punteggiato (Triturus vulgaris) e la salamandrina dagli occhiali settentrionale (Salamandrina perspicillata), specie protette dalla Direttiva UE Habitat. Tra i rettili, le specie più comuni sono rappresentate dalla lucertola muraiola (Podarcis muralis), dal ramarro (Lacerta bilineata) e dalla lucertola campestre (Podarcis sicula), specie protette dalla Direttiva UE Habitat. Abbastanza frequenti appaiono il biacco (Hierophys viridiflavus) e la biscia dal collare (Natrix natrix). Meno comuni sono la luscengola comune (Chalcides chalcides), il saettone comune (Zamenis longissimus) e la vipera (Vipera aspis). I due serpenti più rari sono il colubro liscio (Coronella austriaca) e il cervone (Elaphe quatuorlineata), specie protette dalla Direttiva UE Habitat. Tra gli uccelli, le specie nidificanti osservate sono ben cinquantasette. La maggioranza di esse sono legate ai boschi e le più comuni sono il merlo (Turdus merula), la capinera (Sylvia atricapilla), la ghiandaia (Garrulus glandarius), il fringuello (Fringilla coelebs), il colombaccio (Columba palumbus), il picchio verde (Picus viridis), lo scricciolo (Troglodytes troglodytes), il codibugnolo (Aegithalos caudatus), il luì piccolo (Phylloscopus collybita), la cinciarella (Cyanistes caeruleus), la cinciallegra (Parus major). Limitate ai boschi maturi con buona presenza di piante vetuste, come ad esempio presso Palazzo, sono il rampichino (Certhia brachydactyla), il picchio muratore (Sitta europaea), il fiorrancino (Regulus ignicapilla), l’allocco (Strix aluco), il picchio rosso maggiore (Dendrocopos major), la tordela (Turdus viscivorus) ed il codirosso (Phoenicurus phoenicurus). Le zone aperte come prati e pascoli sono frequentate da due rapaci, la poiana (Buteo buteo) e il gheppio (Falco tinnunculus) e da alcuni passeriformi come la ballerina bianca (Motacilla alba), l’allodola (Alauda arvensis), il saltimpalo (Saxicola torquatus), la cornacchia (Corvus corone), la gazza (Pica pica) e lo strillozzo (Miliaria calandra). Negli arbusteti a ginestra o a prugnolo nidificano invece la sterpazzola (Sylvia communis), l’occhiocotto (Sylvia melanocephala), l’usignolo (Luscinia megarhynchos) e lo zigolo nero (Emberiza cirlus). Lungo il fiume Cecina e lungo il Botro della Rancia, nei tratti con vegetazione riparia strutturata, sono presenti l’usignolo di fiume (Cettia cetti), il canapino (Hippolais polyglotta) e il rigogolo (Oriolus oriolus), mentre la ballerina gialla (Motacilla cinerea) nidifica nei ripiani rocciosi delle cascate che il Cecina forma a valle di Bagni delle Galleraie. I principali vecchi edifici presenti nella Riserva, come Palazzo, ospitano infine le specie più sinantropiche come la civetta (Athene noctua), la tortora dal collare orientale (Streptopelia decaocto), lo storno (Sturnus vulgaris), la passera d’Italia (Passer italiae) e la taccola (Corvus monedula) e anche specie legate ai contesti rurali come la rondine (Hirundo rustica) e la passera mattugia (Passer montanus). Tra i mammiferi sono state accertate diciannove specie. Praticamente ubiquisti risultano il topo selvatico (Apodemus sylvaticus), il topolino delle case (Mus domesticus) e il riccio (Erinaceus europeus). I ruderi e i poderi, in parte abbandonati, ospitano diverse specie di chirotteri. Nelle zone aperte, alternate ad arbusteti sono comuni l’istrice (Hystrix cristata), la lepre (Lepus europaeus) e la talpa (Talpa europaea). I carnivori più diffusi risultano il tasso (Meles meles) e la volpe (Vulpes vulpes), mentre la faina (Martes foina) e la donnola (Mustela nivalis) frequentano soprattutto i vecchi edifici rurali. Nei boschi vive lo scoiattolo (Sciurus vulgaris) ma anche la martora (Martes martes) e la puzzola (Mustela putorius), che però risultano rare. Nei laghetti agricoli e negli stagni più grandi vive la nutria (Myocastor coypus), specie originaria del Sud America (introdotta in Italia come animale da pelliccia). Tra gli ungulati, sono comuni e ben diffusi il cinghiale (Sus scrofa), il capriolo (Capreolus capreolus) e il daino (Dama dama), specie alloctona.

Normativa

D.M. 28 aprile 1980 (istituzione della Riserva), Legge n. 394/1991 (legge quadro sulle aree protette)

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