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Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

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Riserva Naturale Orientata Piana Grande della Majelletta

Riserva Naturale Orientata Piana Grande della Majelletta

Regione

Abruzzo

Luogo

Caramanico Terme (Pescara)

Info

Codice EUAP: EUAP0028

Anno istituzione: 1982

Superficie (ha): 366

Cartografia

Per visualizzare su base cartografica la superficie della Riserva, digitarne il nome in “Strumenti à Ricerca su attributi” dal Portale Cartografico Nazionale del Ministero della transizione ecologica, selezionando poi “Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP)”
Vai al Portale Cartografico
(attenzione: i confini ivi riportati sono in corso di revisione ed aggiornamento)

Proprietà dei terreni

Demanio della Regione Abruzzo

Aree Protette Sovrapposte

  • Parco Nazionale della Majella (intera superficie)
  • ZPS IT7140129 “Parco Nazionale della Majella” (intera superficie)
  • SIC IT140203 “Maiella” (intera superficie)

Come arrivare

Provenendo dall’autostrada A14 Bologna-Bari, ci si immette all’altezza di Pescara sull’autostrada A25 Pescara-Roma, uscita Scafa/Alanno, si prosegue prendendo la SS 487 verso Caramanico Terme. Circa 1 km prima del Paese si svolta a sinistra per la frazione Decontra e da qui a piedi verso la Riserva.

Norme di fruizione della Riserva

La Riserva, posta interamente in Zona A di “Riserva Integrale” del P.N. della Majella,  è di libera fruizione sulla rete sentieristica ufficiale del Parco ed è possibile camminare solo sui sentieri dotati di apposita segnaletica orizzontale e verticale.  E’ vietato l’accesso fuori sentiero e l’accesso con cani, cavalli e qualsiasi mezzo meccanico. Inoltre, per accedere all’interno dei sentieri della Valle dell’Orfento, è necessario registrarsi gratuitamente presso il Centro Visite di Caramanico.

Breve descrizione della Riserva

Pur costituendo un corpo unico con le altre due Riserve dell’Orfento, si distingue per l’assenza di corsi d’acqua; l’area è posta in quota, da circa 1100 fino a circa 2000 m di altitudine, caratterizzata da tre diverse situazioni vegetazionali: faggeta, mugheta ed infine, alle quote più alte, prateria di alta quota.

Habitat

A causa del grande sviluppo altitudinale e della continentalità climatica, sono presenti nella Riserva ben tre fasce vegetazionali: (1) subatlantica, da 1000-1200 a 1700-1800 metri, con le faggete termofila e microterma; (2) boreale, fino a 2000 metri, con la più grande estensione di mugheta di tutti gli Appennini; (3) mediterraneo-altomontana, fino a 2400 metri, con le praterie primarie xerofitiche a Sesleria tenuifolia e Festuca robustifolia e quelle mesofile a Festuca macrathera. Da un punto di vista fisionomico, la faggeta occupa gran parte della superficie della Riserva, la mugheta la fascia oltre i 1800-1900 m di quota ed infine la restante superficie è coperta da praterie primarie e secondarie brecciai e rupi (presenti alle alte quote oltre il limite degli alberi come vegetazione primaria e al di sotto come risultato dell’antica distruzione della faggeta e della mugheta).

Oltre i 1000-1200 metri di quota, sono presenti grandi estensioni di faggeta termofila. Si tratta per lo più di formazioni cedue molto povere, con solo qualche tratto più integro di ceduo invecchiato. Vi sono anche presenti sporadicamente piccoli alberi di tasso (Taxus baccata) e di agrifoglio (Ilex aquifolium). Il rado sottobosco è caratterizzato da Luzula sylvatica, Hepatica nobilis e Daphne laureola. Nei biotopi più freschi e con suolo più profondo, sono presenti anche specie più esigenti come Sambucus nigra, Asperula taurina, Senecio fuchsii e, nei recessi ombrosi, la caratteristica felce Phyllitis scolopendrium. Oltre i 1400 metri di quota, la faggeta assume aspetti microtermi e ad alto fusto, con un diverso e più ricco sottobosco caratterizzato da specie tipiche come Polystichum aculeatum, Cardamine enneaphyllos, Adenostyles alliariae, Prenanthes purpurea e Actaea spicata.

Ma la formazione vegetazionale più caratteristica e preziosa della Riserva è la boscaglia a pino mugo, che copre un’ampia superficie nell’area di quota. Si tratta di un ecosistema relitto del periodo freddo post-glaciale, rimasto sugli Appennini Centrali solo sulla Majella e alla Camosciara. I mughi sono presenti, all’interno della faggeta e nelle aree più rocciose, già da 1600 metri di quota, per formare un vero e proprio bosco prostrato da 1700-1800 a 2200 metri di quota. Solo poche specie erbacee riescono a vivere sotto la fittissima copertura dei mughi, tra le quali le delicate Orthilia secunda e Valeriana montana e l’iperico (Hypericum richeri).

Solo nella zona sommitale della cresta, su suoli primitivi e ricchi di scheletro calcareo, sono presenti piccoli lembi di praterie primarie xerofitiche discontinue a Sesleria tenuifolia, cioè la vegetazione naturale tipica della fascia di altitudine di tutti gli Appennini calcarei. Presenti anche, in tutta la zona di alta quota sulle superfici più pianeggianti e meno povere di suolo, piccole estensioni di praterie primarie xerofitiche discontinue a Festuca robustifolia o mesofile continue a Festuca macrathera. In questa fascia vegetazionale sono diffuse specie rare e localizzatissime, come l’Oxytropis pyrenaica, la Vitaliana primuliflora subsp. praetutiana, l’Aubrieta columnae e la Dryas octopetala.

Molto estesa la superficie caratterizzata da rupi, brecciai e praterie secondarie, queste ultime spesso presenti con elevatissima biodiversità ed alta copertura vegetale. Le rupi più fresche e poste a quote modeste sono ricoperte da fitti popolamenti dell’endemica Campanula fragilis subsp. cavolinii, dalle rosette della crassulacea Saxifraga lingulata e dai fitti cespi di Potentilla caulescens e Minuartia graminifolia. Presenti anche, sporadicamente, le endemiche e rare specie rupicole Campanula tanfanii e Ptilotrichum cyclocarpum. Quelle di alta quota, invece, sono caratterizzate dalla sparsa colonizzazione da parte dell’endemica Potentilla apennina e da altri importanti endemismi, tra i quali spicca la Primula auricula. Vaste estensioni di brecciai caratterizzano le aree di quota: il loro diverso livello di consolidamento consente la presenza di associazioni vegetali molto differenziate. Da quelli molto consolidati, dominati dagli alti cespi della Festuca dimorpha, a quelli mobili con le caratteristiche Heracleum pyrenaicum subsp. orsinii e Isatis allionii. Piccoli frammenti di ghiaioni sono colonizzati da una vegetazione “speciale” dominata dal raro Ligusticum lucidum subsp. cuneifolium, accompagnato da altre specie rarissime in Abruzzo e presenti sulla Majella solo nella FDR, come Laserpitium gallicum e Inula bifrons.

Tra gli habitat protetti dalla Direttiva UE Habitat, sono presenti nel territorio della Riserva:

4060 – Lande alpine e boreali.

*4070 – Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron hirsutum (Mugo-Rhododendretum hirsuti) (habitat prioritario).

5130 – Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli.

*6110 – Formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dell’Alysso-Sedion albi (habitat prioritario).

6170 – Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine.

6210 – Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (* importante presenza di orchidee, in questo caso prioritario)

8120 – Ghiaioni calcarei e scistocalcarei montani e alpini (Thlaspietea rotundifolii).

8130 – Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili.

8210 – Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica.

*9210 – Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex (habitat prioritario).

Flora

La flora comprende numerosissime specie endemiche, rare o protette.

Fauna

La fauna comprende mammiferi protetti dalla Direttiva Habitat e in pericolo di estinzione come l’orso e il lupo, grandi ungulati come il cervo, il capriolo e il camoscio, uccelli rari e protetti come l’aquila reale, il falco pecchiaiolo, il piviere tortolino, il picchio dorsobianco, il merlo dal collare, il crociere, il fringuello alpino, il gracchio corallino e quello alpino, nonché la rarissima vipera dell’Ursini, anch’essa strettamente protetta dalla Direttiva Habitat. Presenti anche varie specie endemiche di alcuni ortotteri atteri di alta quota (Podismini) e il raro e minacciato lepidottero Parnassius apollo (protetto a livello europeo).

Normativa

D.M. istitutivo del 18/10/1982, Legge n. 394/1991, Piano del Parco Nazionale della Majella (pubbl. su G.U. n. 164 s.g., suppl. ord. n. 119, del 17/07/2009).

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