Carabinieri

Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

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Riserva Naturale Camaldoli

Riserva Naturale Camaldoli

Regione

Toscana

Luogo

Poppi (Arezzo)

Info

Codice EUAP: 0118

Anno di istituzione: 1977

Superficie (in ha): 1110,72

Cartografia

Per visualizzare su base cartografica la superficie della Riserva, digitarne il nome in “Strumenti à Ricerca su attributi” dal Portale Cartografico Nazionale del Ministero della transizione ecologica, selezionando poi “Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP)”
Vai al Portale Cartografico
(attenzione: i confini ivi riportati sono in corso di revisione ed aggiornamento)

Proprietà dei terreni

Demanio statale

Aree Protette Sovrapposte

Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna

ZSC IT5180003 Giogo Seccheta

ZSC IT5180018 Foresta di Camaldoli e Badia Prataglia

ZPS IT5180004 Camaldoli, Scodella, Campigna, Badia Prataglia

Come arrivare

Per chi proviene da Nord: Uscita autostrada A1-Firenze Sud, proseguire per Pontassieve, Passo

della Consuma direzione Poppi. Seguire le indicazioni per Camaldoli – 60 Km circa.

Per chi proviene da Sud: Uscita autostrada A1–Arezzo, seguire le indicazioni per Bibbiena e

proseguire per Camaldoli – 55 Km circa.

Per chi proviene da Forlì-Cesena: Superstrada E45–Uscita Bagno di Romagna, proseguire per

Passo dei Mandrioli e poi per Camaldoli – 90 Km circa.

Norme di fruizione

Fruizione libera. All’interno delle Riserve biogenetiche e in tutto il Parco nazionale sono in vigore disposizioni puntuali, approvate con delibere del Consiglio del Parco, che regolamentano la raccolta dei funghi e la pesca.

Centri Visita/Musei

Museo ornitologico.

Attività in corso

  • Impatto di erbivori selvatici sulla vegetazione erbacea ed arbustiva nelle Riserve naturali casentinesi: Al fine di acquisire dati relativi all’impatto del carico di erbivori nelle riserve naturali statali vengono condotti, da alcuni decenni, rilievi per stimare il consumo alimentare della produzione erbacea ed arbustiva presente in buche originatesi naturalmente per il crollo della componente arborea.
  • Life14 nat/it/000759 “WetFlyAmphibia”: progetto orientato al miglioramento dello stato di conservazione della popolazione di tre specie di anfibi di interesse UE (Bombina variegata, in declino a livello nazionale, Salamandrina terdigitata e Triturus carnifex), di due specie di farfalle (Euplagia quadripunctaria, specie di interesse prioritario, ed Eriogaster catax) e dei loro habitat oltre al miglioramento di altri habitat di interesse comunitario (6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile) http://www.lifewetflyamphibia.eu/it/.
  • Life ESC 360: attività di monitoraggio effettuate con il coinvolgimento di volontari di età compresa tra i 18 e i 30 anni, appositamente formati, per turni di lavoro della durata di due mesi. I monitoraggi riguardano varie specie di insetti, anfibi, uccelli, mammiferi. Vengono effettuati rilievi floristici, vegetazionali e forestali e misurazioni di bioacustica. https://www.life360esc.eu/it/.
  • Life GoProFor: applicazione dell’indice IBP – Indice di Biodiversità Potenziale e di “buone pratiche” forestali in aree pilota selezionate all’interno delle riserve. https://www.lifegoprofor.eu/it/
  • Monitoraggio del procione (Procyon lotor): monitoraggio tramite fototrappolaggio e installazione di trappole per la cattura degli individui, attività mirata all’eradicazione della specie
  • Monitoraggio dei mammiferi tramite fototrappolaggio, in collaborazione con il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e l’Università degli Studi di Firenze.
  • Monitoraggio Nazionale del lupo (Canis lupus).
  • Monitoraggio dell’aquila (Aquila chrysaetos).

Breve descrizione della Riserva

La Riserva di Camaldoli, estesa su circa 1110 ha di territorio, ricade interamente nel versante toscano, ad una quota compresa tra i 780 m s.l.m. e i 1380 m s.l.m.

La natura geologica è costituita in prevalenza dalla formazione del Macigno toscano, cioè da rocce sedimentarie originatesi in ambiente marino dalla sedimentazione delle correnti di torbida, come si può osservare in corrispondenza di aree rupestri o lungo le scarpate di molte strade e sentieri. In vicinanza del crinale appenninico affiora la scaglia toscana, roccia scistosa. Su questi tipi di roccia si originano suoli generalmente freschi e profondi.

Habitat

Nella Riserva sono presenti i seguenti habitat tutelati dalla Direttiva UE Habitat:

6520 Praterie montane da fieno; presenza limitata all’interno della riserva, si colloca oltre gli 800–1000 metri nella fascia della faggeta su litotipi di diversa natura, con suolo profondo e sufficientemente fertile. Prati falciati mesofili, ricchi di specie delle fasce montane e subalpine (per lo più sopra 600 m) usualmente dominate da Trisetum flavescens e con Heracleum sphondylium, Polygonum bistorta, Geranium sylvaticum, Silene dioica, Crocus vernus, Geum montanum, Festuca rubra.

9130 Faggete dell’Asperulo-Fagetum; le faggete mesofile eutrofiche costituiscono l’aspetto preponderante della tipologia, sono diffuse su substrati diversi, presentano ottimo sviluppo e densità colma, ecologicamente sono caratterizzate dalla dominanza di specie del genere Cardamine.

9110 Faggete del Luzulo-Fagion; l’habitat individua boschi di faggio con copertura del suolo spesso discontinua e di estensione contenuta. Lo si può trovare associato al 9130 Faggeti dell’Asperuluo-Fagetum. Specie vegetali indicatrici: oltre a Fagus sylvatica sono frequenti Quercus cerris e Castanea sativa, e nello strato erbaceo prevalgono graminacee quali Festuca heterophylla, Avenella flexuosa, Luzula forsteri, Luzula nivea, Poa nemoralis, con altre acidofile come Veronica officinalis, Teucrium scorodonia, Hieracium sylvaticum e localmente Vaccinium myrtillus.

9260 Boschi di Castanea sativa; l’habitat delle foreste di castagno, costituito sia da ex-castagneti da frutto che da cedui, si concentra soprattutto nella fascia submontana-collinare. Negli ex-castagneti da frutto, solitamente molto vecchi e per lo più in fase di abbandono, possono essere presenti esemplari di grandi dimensioni, elemento di diversificazione ambientale importantissimo, in quanto habitat insostituibile per molte specie animali.

Flora

Il paesaggio vegetale della Riserva di Camaldoli varia in base alle fasce altitudinali, con le locali condizioni climatiche, nonché in relazione alla passata attività antropica. Nella foresta si trova uno dei più antichi e maestosi esemplari di castagno di oltre 500 anni di età. La copertura forestale è quasi totale, fatte salve alcune praterie di crinale. Le formazioni forestali vanno dal bosco misto di faggio (Fagus sylvatica) e abete bianco (Abies alba), con presenza di acero montano (Acer pseudoplatanus), acero riccio (Acer platanoides), olmo montano (Ulmus glabra), frassino maggiore (Fraxinus excelsior) e tiglio (Tilia platyphyllos), alla faggeta pura e a boschi di conifere più o meno puri composti da abetine di abete bianco con presenza di particelle di specie diffuse artificialmente come ad esempio pino nero (Pinus nigra) e l’abete di Douglas (Pseudotsuga menziesii). Sul versante meridionale sono presenti boschi misti di latifoglie con cerro (Quercus cerris), carpino nero (Ostrya carpinifolia), carpino bianco (Carpinus betulus) e roverella (Quercus pubescens). Sono anche presenti piccoli nuclei di castagneto da frutto ormai non più coltivati (Castanea sativa).

Fauna

Moltissime sono le specie protette a livello europeo dalla Direttive UE Habitat o Uccelli (indicate di seguito con *). La fauna maggiore è costituita da ungulati come cervi (Cervus elaphus), daini (Dama dama), caprioli (Capreolus capreolus) e cinghiali (Sus scrofa). Tra i carnivori oltre al lupo (Canis lupus italicus*), il gatto selvatico (Felis silvestris silvestris*), la volpe (Vulpes vulpes), la donnola (Mustela nivalis), la faina (Martes foina), la puzzola (Mustela putorius*) e il tasso (Meles meles). Tra i mammiferi minori troviamo lo scoiattolo (Sciurus vulgaris), la lepre comune (Lepus europaeus), l’arvicola rossastra (Clethrionomys glareolus), il ghiro (Glis glis), il topo selvatico (Apodemus sylvaticus), il topo selvatico dal collo giallo (A. flavicollis)

Abbondante anche la fauna ornitica: tra i rapaci diurni più significativi che nidificano nell’area sono da menzionare l’astore (Accipiter gentilis*), lo sparviere (Accipiter nisus), il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus*), il gheppio (Falco tinniculus), la poiana (Buteo buteo). Tra i rapaci notturni è presente l’allocco (Strix aluco), il gufo reale (Bubo bubo*) e il gufo comune (Asio otus). Tra le altre specie interessanti residenti nella riserva si annoverano il merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), il picchio muratore (Sitta europaea), il rampichino comune (Certhia brachydactyla), i picchi, quali, picchio verde (Picus viridis), picchio rosso maggiore (Dendrocopos major), picchio rosso minore (Dryobates minor) e il grande picchio nero (Dryocopus martius).

La presenza di piccoli bacini lacustri e di zone umide di carattere anche effimero ha accresciuto considerevolmente le tipologie di habitat idonei alla riproduzione di anfibi come il tritone alpestre appenninico (Mesotriton alpestris), il tritone crestato italiano (Triturus carnifex*), la salamandra pezzata (Salamandra salamandra) e la rana montana (Rana temporaria*).

La riserva presenta una cospicua presenza di invertebrati, alcuni particolarmente significativi legati agli ambieti prativi ed aperti, come la Parnassius mnemosyne*, l’imperatore tau (Aglia tau), Zygaena transalpina, la falena dell’edera (Callimorpha dominula) e Melitaea fascelis.

Normativa

D.M. istitutivo 13 luglio 1977 “Costituzione di riserve naturali biogenetiche”; L. 6 dicembre 1991, n. 394 “Legge quadro sulle aree protette”

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Pagina di riferimento: Riserva Naturale Camaldoli