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Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

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Riserva Naturale Orientata e Biogenetica Somadida

Riserva Naturale Orientata e Biogenetica Somadida

Regione

Veneto

Luogo

Auronzo di Cadore (Belluno)

Info

Codice EUAP: 0160      

Ano di istituzione: 1972

Superficie (ha): 1676 

Cartografia

Per visualizzare su base cartografica la superficie della Riserva, digitarne il nome in “Strumenti à Ricerca su attributi” dal Portale Cartografico Nazionale del Ministero della transizione ecologica, selezionando poi “Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP)”
Vai al Portale Cartografico
(attenzione: i confini ivi riportati sono in corso di revisione ed aggiornamento)

Proprietà dei terreni

Demanio Statale

Aree Protette Sovrapposte

ZSC IT IT3230081 Gruppo Antelao Marmarole Sorapis”; Sito UNESCO “Dolomiti” (Proclamazione 26/06/2009).                                                                                                                                                      

Come arrivare

L’accesso alla Riserva dista circa 15 km dal centro di Auronzo di Cadore e si raggiunge percorrendo la SS n. 48 in direzione Passo Tre Croci – Misurina.

Norme di fruizione della Riserva

La Riserva è percorribile esclusivamente lungo i percorsi e sentieri ufficiali che sono adatti a diverse tipologie di escursionisti: diversamente abili, principianti, esperti e ferrate (si possono raggiungere alcuni bivacchi d’alta quota tramite sentieri C.A.I. attrezzati). E’ consentita la libera percorrenza.

Centri Visita

Sono presenti un centro informativo con pannelli didattici, di libero accesso tutto l’anno (ad eccezione del periodo invernale innevato); una “Biblioteca del Bosco” fornita di libri e pubblicazioni inerente la cultura montana; una riproduzione fedele e filologica di un “raso”, ovvero di una grande zattera storicamente utilizzata per la fluitazione del legname lungo il fiume Piave in uso fino ai primi anni ’20 del secolo scorso. Per raggiungere il Centro Visita, usciti dall’abitato di Auronzo di Cadore in direzione lago di Misurina, procedere lungo la SR 48 per circa 15 Km sino alla località Palus San Marco dove sulla sinistra; nei pressi del Centro Addestramento Alpino dei Carabinieri vi è un’area parcheggio, dalla quale parte il sentiero che accede alla Riserva ed al Centro Visita “Tre Sorelle”.

Attività in corso

Monitoraggio ecologico e del paesaggio sonoro esteso alle frequenze ultrasoniche nel bosco vetusto “Col Nero”, monitoraggio della Civetta capogrosso e monitoraggio della presenza dei lupi (progetto LIFE WolfAlps).

Breve descrizione della Riserva

La Riserva giace sulla destra del torrente Ansiei, in Comune di Auronzo di Cadore, e la sua parte di fondovalle è occupata dall’omonima foresta che rappresenta uno dei più importanti e suggestivi boschi del Cadore e delle Dolomiti. E’ attorniata dalle maestose vette delle Marmarole e del Sorapìs separate dalla splendida Valle di San Vito, sopra cui si erge isolato il famoso “Corno del Doge”, simbolo della Riserva. La sua quota minima è di 1100 m s.l.m., mentre quella massima è di 2979 m s.l.m. (Cima Vanedel, Gruppo Marmarole). Le due formazioni geologiche più importanti sono la Dolomia Principale (Triassico medio, depositi di circa 220 milioni di anni fa) e i Calcari Grigi (Giurassico inferiore, depositi di circa 190 milioni di anni fa) ricchi di fossili, in particolare molluschi bivalvi simili a ostriche. Nel passato la Foresta, denominata “Vizza di S. Marco”, fu donata alla Repubblica di Venezia dalla Magnifica Comunità Cadorina nel 1493 ed ha rappresentato un’importante riserva di pregiato legname strategico per la flotta navale; la ferrea disciplina di tutela che la Serenissima impose sulla foresta, al fine di poterne ricavare le “antenne” per le sue navi, permise la sua ottima conservazione. Caduta la Repubblica Veneta nel 1797, il possesso della foresta passò all’autorità francese che, si dice, la depredò. Dal 1814, la Foresta di Somadida entrò a far parte del demanio del Regno Lombardo-Veneto e rimase sotto l’amministrazione austriaca fino al 1866; quindi, con il ritorno delle terre venete al Regno d’Italia, divenne proprietà dello Stato Italiano che con la Legge del 20 giugno 1877 la dichiarò inalienabile.

Habitat

Sono presenti gli habitat protetti dalla Direttiva UE Habitat: 4060 Lande alpine e boreali; 4070* Boscaglie di Pinus mugo e di Rhododendron hirsutum (Mugo-Rhododendron hirsuti); 6170 Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine; 8120 Ghiaioni calcarei e scistocalcarei montani e alpini; 8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica; 9410 Foreste acidofile montane e alpine di Picea; 9420 Foreste alpine di Larix decidua e/o Pinus cembra.

Flora

Le specie forestali sono quelle tipiche dell’ambiente montano alpino e si distribuiscono in base all’escursione altimetrica e climatica. Se il fondovalle presenta estese foreste di Abete rosso, Abete bianco, Faggio con presenza di Larice e punteggiate dal Sorbo degli uccellatori, Sorbo montano, Acero di monte e Salicone a mano a mano che si sale di quota queste cedono il posto all’instaurarsi di estesi arbusti a portamento contorto di Pino mugo, Rododendro, Mirtillo rosso e nero ai quali fanno seguito, salendo di quota, meravigliosi tappeti di varie specie di Salici nani e Camedrio alpino che sconfinano con le fiorite prateria sommitali illuminate dalle candide rocce carbonatiche.

Fauna

La Riserva rappresenta un habitat assai favorevole per numerosi insetti e animali superiori, alcuni dei quali tipici degli ambienti alpini, molti dei quali protetti a livello europeo dalle Direttive UE Habitat e Uccelli. Tra quelli a sangue freddo annovera la Salamandra alpina, il Tritone alpestre, la Lucertola vivipara, la rara Lucertola di Horvath, la Natrice dal collare, la Vipera comune e il Marasso. Tra quelli a sangue caldo, omeotermi, si spazia da moltissime specie di uccelli come il Francolino di monte, Pernice bianca, Fagiano di monte, Gallo cedrone, Civetta capogrosso, Civetta nana, Gufo reale, Allocco, Picchio nero, Picchio cenerino, Picchio tridattilo, Rondone maggiore, Merlo acquaiolo, Merlo dal collare, Luì piccolo, Lui verde, Picchio muraiolo, Picchio muratore, Cincia da ciuffo, Cincia bigia alpestre, Nocciolaia, Gracchio alpino, Fringuello alpino, Culbianco. Tra i micro-mammiferi, il Toporagno alpino, il Toporagno nano e l’arvicola delle nevi. Tra i meso-mammiferi la Lepre variabile, la Marmotta, l’Ermellino, la Donnola, il Ghiro e lo Scoiattolo e tra i grandi mammiferi il Cervo, Capriolo, Camoscio e Stambecco. Sono stati avvistati recentemente lo Sciacallo dorato, il Lupo e l’Orso che utilizzano la Riserva come preferenziale luogo di passaggio attraverso le Alpi.

Normativa

D.M.29 marzo 1972 (istituzione della Riserva); Legge 394/1991 (legge quadro sulle aree protette); D.M. 27/07/2018 (designazione della ZSC).

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