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Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

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Riserva Naturale Orientata Val Tovanella

Riserva Naturale Orientata Val Tovanella

Regione

Veneto

Luogo

Ospitale di Cadore (Belluno)

Info

Codice EUAP: 0161

Anno di istituzione: 1972

Superficie (ha): 1040

Cartografia

Per visualizzare su base cartografica la superficie della Riserva, digitarne il nome in “Strumenti à Ricerca su attributi” dal Portale Cartografico Nazionale del Ministero della transizione ecologica, selezionando poi “Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP)”
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(attenzione: i confini ivi riportati sono in corso di revisione ed aggiornamento)

Proprietà dei terreni

Demanio Statale

Aree Protette Sovrapposte

ZSC IT3230031 “Val Tovanella Bosconero”; ZPS IT3230089 “Dolomiti del Cadore e del Comelico”.

Come arrivare

Da Longarone si percorre la SS n. 451 “Alemagna” per quattro chilometri, in direzione Cortina d’Ampezzo fino al piccolo abitato di Termine di Cadore (BL) dove si può parcheggiare l’auto. Si prosegue a piedi in direzione nord per circa 200 metri e si imbocca una pista silvo-pastorale che sale sulla destra orografica del fiume Piave, percorrendola per circa 2 km e un dislivello di circa 400 m, fino ad incontrare i cartelli di confine della Riserva. Si prosegue seguendo il sentiero C.A.I. n° 495 per altri 2 km e un dislivello di circa 270 m, fino a raggiungere Casera Pescòl (1166 m s.l.m.) che è il miglior punto di partenza per escursioni all’interno della Riserva.     

Norme di fruizione della Riserva

La Riserva è percorribile esclusivamente lungo i sentieri ufficiali seguendo gli avvertimenti utili per la fruizione in sicurezza e i divieti. Ad eccezione di quelli ufficiali contrassegnati dai segnavia C.A.I., si sottolinea che gli altri sentieri possono diventare pericolosi e sono adatti esclusivamente a persone dotate di esperienza e di una buona capacità di orientamento. Si raccomanda pertanto di farsi accompagnare sempre e solo da guide o persone esperte. È consentita la libera percorrenza.

Attività in corso

Attività in collaborazione con il comune di Ospitale di Cadore, attività di monitoraggio faunistico.

Descrizione della Riserva

La Val Tovanella è una bellissima e selvaggia riserva forestale situata in Comune di Ospitale di Cadore. Come in altri boschi del triveneto, anche qui la Repubblica di Venezia intraprese attività collegate allo sfruttamento forestale e fino al 1700, i severissimi regolamenti applicati salvaguardarono i popolamenti di abete bianco e faggio per riservarli alla produzione di legname selezionato per l’Arsenale di Venezia. Con il declino della Serenissima queste aree furono abbandonate e l’utilizzo incontrollato portò ad un progressivo depauperamento delle risorse boschive.

Il 9 agosto 1968 l’allora Azienda di Stato per le Foreste Demaniali acquistò dai privati la “Val Tovanella”, con l’intento di costituire le basi per la creazione del futuro Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi (istituito poi nel 1990, senza però comprendere il territorio della Riserva).

Con l’istituzione della Riserva (D.M. 28.12.1971), si è conclusa definitivamente ogni forma di utilizzazione forestale, favorendo quindi il ritorno ad una situazione il più possibile vicina alla naturalità. Ciò anche a seguito di una frana intervenuta in foresta nei primi anni ’90 che ha di fatto isolato la stessa impedendo tuttora l’accesso ai veicoli.

La Val Tovanella è costituita da un’ampia valle chiusa che si sviluppa in direzione Est dal monte Rocchetta (2468 m s.l.m.) fino alla confluenza con il Piave che avviene in prossimità dell’abitato di Davestra (470 m s.l.m.) mediante una profonda forra lunga circa due chilometri. La morfologia della Riserva è complessa e tormentata da un intricato sistema di valli, creste e coste caratterizzate da notevoli pendenze. Sono assai singolari alcuni geositi caratterizzati da pinnacoli e guglie scolpiti su Dolomia principale (“I Noni”), circhi glaciali relitti (“Grave della Rocca”, “Val Larga”) o il sentiero in cengia denominato delle “corde”, riferito alle evidenti stratificazioni delle rocce di natura carbonatica che si incontrano percorrendolo. Nonostante la difficoltà di accesso, la “Val Tovanella”, per la ricchezza di boschi e anche di piccoli, ma ricercati pascoli, è stata oggetto nel passato di molteplici contese tra le popolazioni locali bellunesi e cadorine ed ha avuto illustri proprietari, come tra gli altri il famoso pittore Tiziano Vecellio, nativo di Pieve di Cadore. Di queste passate vicende rimangono esili tracce di muri a secco, teleferiche, carbonaie o ridottissime radure ormai completamente ricoperte dalla vegetazione.

Habitat

Sono presenti gli habitat protetti dalla Direttiva UE Habitat: 4060 Lande alpine e boreali; 4070* Boscaglie di Pinus mugo e di Rhododendron hirsutum (Mugo-Rhododendron hirsuti); 6170 Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine; 6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie igrofile; 8120 Ghiaioni calcarei e scistocalcarei montani e alpini; 8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica; 9130 Faggeti dell’Asperulo-fagetum; 9140 Faggetti subalpini dell’Europa centrale con Acer e Rumex arifolius; 9150 Faggeti calcicoli dell’Europa centrale del Cephalantero-Fagion; 9420 Foreste alpine di Larix decidua e/o Pinus cembra; 9530 Pinete (sub-)mediterranee di Pini neri endemici.

Flora

La Riserva è ammantata da fitti boschi fino a circa ai 1700 m di quota, costituiti da popolamenti misti di Abete rosso e Abete bianco associati alle quote superiori con il Larice; a questi seguono estese formazioni di Pino mugo fino al limite superiore della vegetazione. Si segnala una bella pineta di Pino nero e silvestre in località Costa de Pin (sinistra orografica del Rio Tovanella). Al di sopra della fascia boscata il paesaggio è caratterizzato da vasti ghiaioni sovrastati dalle meravigliose pareti rocciose del gruppo del Bosco nero. A quote inferiori è prevalente il bosco misto di Faggio e Abete bianco con sporadica presenza di Carpino nero.

Tra le entità floristiche interessanti e degne di nota presenti all’interno della Riserva troviamo il raponzolo di roccia, la campanula di Moretti, l’anemone del Monte Baldo e la stella alpina.

Da segnalare inoltre la Moehringia glaucovirens, specie endemica delle Dolomiti centro-settentrionali, che in questa zona trova il limite sud orientale del suo areale dolomitico. Legata ad ambienti di rupe, evita la pioggia crescendo in anfratti di roccia strapiombanti.

Fauna

Grazie all’elevata naturalità ed alla strategica posizione geografica, la fauna selvatica trova in Riserva una serie di ambienti molto vari e adatti a diverse tipologie di specie selvatiche, diventando un crocevia di importanti corridoi faunistici alpini.

Non è un caso che l’orso, dopo la sua scomparsa dalla Provincia di Belluno avvenuta più di cento anni prima, sia stato rivisto nel 1995 proprio in Val Tovanella.

Il camoscio e l’aquila reale occupano la fascia rupestre al di sopra del limite della vegetazione. I piccoli spazi erbosi delle radure costituiscono importanti siti per la conservazione di alcune specie protette di uccelli come il fagiano di monte, la coturnice e, a quote più elevate, la pernice bianca. Moltissime sono comunque le specie ornitiche sia stanziali che di passo, tra le quali citiamo: astore, sparviere, gufo reale, civetta capogrosso, civetta nana, rondone maggiore, picchio nero, picchio muraiolo, rondine montana, prispolone, merlo acquaiolo, beccaccia, sordone, culbianco, merlo dal collare, luì bianco, fiorrancino, regolo, cincia da ciuffo,  cincia bigia e bigia alpestre, gallo cedrone, nocciolaia, gracchio alpino, corvo imperiale, fringuello alpino, ciuffolotto, frosone, zigolo muciatto e molti altri.

Ungulati come il capriolo ed il cervo costituiscono prede per i grandi carnivori come il lupo, ritornato ad abitare questi territori. Altri mammiferi segnalati sono volpe, martora, ermellino, lepre alpina e molti micromammiferi come ghiro, scoiattolo, driomio, topo selvatico e selvatico dal collo giallo, arvicola rossastra, crocidura dal ventre bianco, toporagno comune e molti altri.

L’erpetofauna anche è ben rappresentata con la salamandra alpina e pezzata, la rana montana, la lucertola vivipara, il colubro liscio, il saettone comune, la natrice dal collare, la vipera comune e il marasso.

L’abbandono dei pascoli avvenuto dagli anni ’50 in poi, ha portato inoltre ad una forte riduzione in Riserva delle aree prative per cui, grazie ad un progetto LIFE del 2006, si è cercato di ampliare tali zone effettuando nel contempo uno studio mirato sui Lepidotteri diurni presenti nelle radure. Tra i vari dati emersi, si segnala la presenza di Parnassius apollo, Parnassius mnemosyne e Lopinga achine, specie in Direttiva Habitat e Euphydryas intermedia inserita nella lista rossa delle farfalle europee.  Il progetto Life ha inoltre indagato otto microhabitat del Rio Tovanella, al fine di ottenere alcune informazioni sulla biodiversità e sulla struttura della comunità bentonica di un torrente montano apparentemente inalterato. Da ciò è emersa una qualità biologica del corso d’acqua “Eccellente” (I classe), ed una struttura e composizione della comunità “Buone” (II classe), confermando così il buono stato ecologico del Rio Val Tovanella.

Normativa

D.M. 28 dicembre 1971 (istituzione della Riserva); Legge 394/91 (legge quadro sulle aree protette).

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