Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

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Riserva Naturale Saline di Tarquinia

Riserva Naturale Saline di Tarquinia

Regione

Lazio

Luogo

Tarquinia (Viterbo)

Info

Codice EUAP: 0085

Anno istituzione: 1980

Superficie: 170 ha, distribuiti sul litorale di Tarquinia (VT)

Cartografia

Per visualizzare su base cartografica la superficie della Riserva, digitarne il nome in “Strumenti à Ricerca su attributi” dal Portale Cartografico Nazionale del Ministero della transizione ecologica, selezionando poi “Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP)”
Vai al Portale Cartografico
(attenzione: i confini ivi riportati sono in corso di revisione ed aggiornamento)

Proprietà dei terreni

Demanio Statale

Come arrivare

Dall’Autostrada A12 Roma-Civitavecchia prendere uscita Tarquinia verso Tarquinia, prendere SP44 Via Porto Clementino e percorrerla fino ad arrivare alla Riserva.

Norme di fruizione della Riserva

Compatibilmente con le finalità prioritarie di protezione delle specie e degli habitat, la Riserva può essere visitata per lunghi periodi dell’anno da Enti, scolaresche e associazioni, con finalità di studio e previa autorizzazione rilasciata dal RCB di Roma.

Attività 

All’interno della Riserva sono svolti studi scientifici sull’ecologia di specie animali tipiche di ambienti marini e salmastri. Dal 2002 al 2007 è stato attuato il Progetto Life02 NAT/IT/8523 (coordinato dal Comune di Tarquinia (VT) e dall’Università della Tuscia di Viterbo) con lo scopo di recuperare dal punto di vista ecologico l’area delle “Saline di Tarquinia” per le sue pregevoli e particolari caratteristiche ambientali danneggiate dall’alluvione che aveva colpito la zona nel 1987 e dall’interruzione della produzione del sale, a partire dal 1993. L’obiettivo principale del Progetto Life-Natura è stato il ripristino delle condizioni ecologiche soddisfacenti nell’habitat lagunare; in particolare, le attività svolte sono state incentrate nel recupero delle strutture fisiche delle vasche e dei canali, necessarie a gestire il sito e garantire la circolazione delle acque.

Descrizione

La Riserva Naturale Statale denominata “Saline di Tarquinia” è un’area umida con elevata salinità marina (iperalina) che ha convissuto, per molti decenni, con un antico impianto per la produzione di sale (chiuso definitivamente nel 1997), ricavato, a sua volta, da una palude salmastra retrodunale. L’area copre circa 170 ettari occupati per lo più da vasche, quasi tutte comunicanti e occupate da acque poco profonde, salate e iperaline, separate da terrapieni in terra, pietra e legno ricavati su un substrato di sabbie marne. Il resto è sostanzialmente rappresentato da cordoni dunali, are retrodunali semi-steppiche, per lo più prive di vegetazione arborea, e canneti, La zona è stata utilizzata per l’estrazione del sale marino sin dall’età villanoviana; divenuta un importante porto di scambio per le popolazioni di Fenici, Etruschi, Greci e Romani, decade e viene abbandonata in età medievale. La ripresa dello sfruttamento del sale riprende nell’800, a opera dello Stato Pontificio, e cessa nel 1997. Le Saline di Tarquinia sono divenute un’area protetta nel 1980 in quanto gli viene riconosciuta la particolare valenza naturalistica di tale biotopo, che presenta caratteristiche ambientali particolarmente adatte per la sosta e la nidificazione di numerosi uccelli migratori. Dal punto di vista geologico la zona delle Saline di Tarquinia riflette la dinamica evolutiva della costa tirrenica tosco-laziale. E’ caratterizzata da sedimenti di mare poco profondo alternati da apporti terrigeni dalla terraferma con altre forme costituite da sedimenti depositatisi in epoche recenti. Dal punto di vista naturalistico le Saline sono caratterizzate da fattori ecologici altamente selettivi per gli organismi viventi, primo fra tutti il contenuto in sali dell’acqua e del suolo che varia sensibilmente durante l’anno.

Habitat

Le saline, seppur opera di una trasformazione territoriale operata dall’uomo per fini produttivi, rappresentano un ambiente di notevole interesse naturalistico, oltre che paesaggistico e culturale. Vi sono rappresentati sette habitat protetti dalla Direttiva UE Habitat: 1150 Lagune costiere, 1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine, 1310 Vegetazione pioniera a salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose, 1410 pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi), 1420 Praterie a fruticeti alofili e termo-atlantici (Sarconetea fruticosi), 2110 dune embrionali mobili, 2120 dune costiere mobili con Ammophila arenaria, 2210 dune fisse del litorale, 2240 dune con prati dei Brachypodietalia.

Flora

Lungo gli argini, all’interno delle vasche, negli stagni costieri e sulle dune, vegetano specie botaniche rare e minacciate tipiche degli ambienti a forte concentrazione di sale di cui alcune protette dalla Direttiva Habitat (indicati di seguito con *), tra cui:

  • Centaurea aspera subsp. aspera,
  • Arthrocneum macrostachyum*,
  • Sarcornia fruticosa,
  • Suaeda vera*,
  • Sarcornia perennis,
  • Mesembryanthemum nodiflorum (Erba cristallina),
  • Frankenia pulverulenta subsp. pulverulenta*,
  • Centaurea aspera subsp. Aspera,
  • Pulcinella convoluta,
  • Sueda vera*,
  • Sueda fruticosa,
  • Cladophora vagabonda,
  • Dunaliella salina.

Fauna

All’interno della Riserva sono presenti circa 220 specie di uccelli, con un’elevata presenza mensile di specie durante tutto l’anno, con un valore medio pari a 67 specie/mese. Inoltre le Saline sono un importante sito di nidificazione per numerose specie, tra le quali:

  • Phoenicopterus roseus (Fenicottero),
  • Egretta garzetta (Garzetta),
  • Himantopus himantopus (Cavaliere d’Italia),
  • Recurvirostra avosetta (Avocetta),
  • Tachybaptus ruficollis (Tuffetto),
  • Fulica atra (Folaga),
  • Tadorna tadorna (Volpoca),
  • Gallinula chloropus (Gallinella d’acqua),
  • Anas platyrhynchos (Germano reale),
  • Sterna hirundo (Sterna comune),
  • Bubulcus ibis (Airone guardabuoi),
  • Ixobrychus minutus (Tarabusino)
  • Nycticorax nycticorax (Nitticora),
  • Cygnus olor (Cigno reale),
  • Phasianus colchicus (Fagiano comune),
  • Streptopelia decaocto (Tortora dal collare),
  • Cuculus canorus (Cuculo),
  • Tyto alba (Barbagianni),
  • Apus apus (Rondone),
  • Merops apiaster (Gruccione),
  • Upupa epops (Upupa),
  • Icus viridis (Picchio verde),
  • Calandrella brachydactyla (Calandrella),
  • Hirundo rustica (Rondine),
  • Delichon urbica (Balestruccio),
  • Motacilla flava (Cutrettola),
  • Luscinia megarhynchos (Usignolo),
  • Acrocephalus scirpaceus (Cannaiola),
  • Acrocephalus arundinaceus (Cannareccione),
  • Aegithalos caudatus (Codibugnolo),
  • Parus caeruleus (Cinciarella),
  • Parus major (Cinciallegra),
  • Certhia brachydactyla (Rampichino),
  • Remiz pendulinus (Pendolino),
  • Lanius senator (Averla capirossa),
  • Pica pica (Gazza),
  • Corvus monedula (Taccola),
  • Corvus corone (Cornacchia),
  • Passer d’Italiae (Passera d’Italia),
  • Passer montanus (Passera mattugia),
  • Fringilla coelebs (Fringuello),
  • Serinus serinus (Verzellino),
  • Carduelis chloris (Cardellino),
  • Miliaria calandra (Strillozzo).

La limitata estensione e le caratteristiche degli habitat presenti giustificano una ridotta diversità di specie di anfibi, rettili, mammiferi e pesci, alcuni dei quali sono protetti dalla Direttiva UE Habitat (indicati di seguito con *).

  • ANFIBI:
    • Lissotriton vulgaris meridionalis (Tritone punteggiato italiano),
    • Triturus carnifex (Tritone crestato italiano),
    • Bufo bufo (Rospo comune),
    • Bufo balearicus (Rospo smeraldino),
    • Pelophylax hispanicus (Rana verde),
    • Hyla intermedia (Raganella italiana),
  • RETTILI:
    • Podarcis siculus (Lucertola campestre),
    • Lacerta bilineata (Ramarro occidentale),
    • Tarentola mauritanica (Geco comune),
    • Hemidactylus turcicus (Geco verrucoso),
    • Chalcides chalcides (Luscengola),
    • Hierophus viridiflavus (Biacco),
    • Natrix helvetica (Natrice dal collare),
    • Natrix tessellata (Natrice tassellata),
    • Zamenis longissimus (Saettone comune),
    • Elaphe quatuorlineta (Cervone),
    • Vipera aspis (Vipera comune),
    • Testudo hermanni *(Testuggine di Hermann),
    • Emys orbicularis (Testuggine palustre),
  • MAMMIFERI:
    • Vulpes vulpes (Volpe),
    • Martes foina (Faina),
    • Mustela nivalis (Donnola),
    • Meles meles (Tasso),
    • Hystrix cristata (Istrice),
    • Sciurus vulgaris (Scoiattolo comune),
    • Rattus norvegicus (Ratto delle chiaviche),
    • Rattus rattus (Ratto nero),
    • Apodemus sylvaticus (Topo selvatico),
    • Mus domesticus (Topo domestico),
    • Suncus etruscus (Mustiolo),
    • Crocidura suaveolens (Crocidura minore),
    • Crucidura leucodon (Crucidura ventre bianco),
    • Microtus savii (Arvicola del Savi),
    • Sorex samniticus (Toporagno appenninico),
    • Talpa romana (Talpa romana),
    • Arvicola amphibius (Arvicola terrestre),
    • Erinaceus europaeus (Riccio occidentale),
    • Lepus corsicanus (Lepre italica),
    • Tadarida teniotis (Molosso di Cestoni),
    • Pipistrellus kuhlii (Pipistrello albolimbato),
    • Myotis natereri (Vespertilio di Natterer),
    • Myotis capaccinii (Vespertilio di Capaccini),
    • Hypsugo savii (Pipistrello di Savi).
  • PESCI:
    • Aphanius fasciatus *(Nono),
    • Mugil cephalus (Cefalo comune),
    • Chelon labrosus (Cefalo bosega).

Per quanto riguarda gli invertebrati terrestri e dulcacquicoli della Riserva sono pochi gli studi sinora condotti ma, comunque, risulta esserci una fauna relativamente poco diversificata anche se significativa. Tra questi si segnala la presenza delle seguenti specie:

  • MOLLUSCHI:
    • Hydrobia acuta e ventrosa
    • Bithynia leachii e tentaculata
  • CROSTACEI:
  • Artemia salina (Anostraco)
  • Branchipus schaefferi
  • Chirocephalus diaphanus
  • Triops cancriformis (Notostraco triopside)
  • ODONATI:
    • Calopteryx virgo e haemorrhoidalis
    • Ischnura elegans e pumilio
    • Cercion lindeni
    • Aeshna mixta

Normativa

D.M. 25/01/1980 (istituzione Riserva); Legge n.394/1991 (legge quadro sulle aree protette); Dir. 79/409/CEE “Uccelli”, sostituita da Dir.2009/147/CE; Dir. 92/43/CEE “Habitat”, aggiornata con Dir. 2006/105/CE.

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