Come arrivare
Per accedere alla Foresta, occorre percorrere i sentieri ufficiali del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise della Val di Fondillo (da Nord, versante abruzzese) o della Val di Canneto (da Sud, versante laziale). Alla Val di Fondillo si accede dalla S.S. n. 83 Marsicana, da Villetta Barrea o da Pescasseroli, entrambe raggiungibili con l’autostrada A25, attraverso le uscite “Pescina”, “Aielli – Celano” o “Sulmona – Pratola Peligna”, oppure con l’autostrada A1, uscite “Caianello” o “Ferentino”; con i servizi pubblici automobilistici dell’Azienda di trasporti pubblici Abruzzesi TUA, occorre partire da Avezzano o da Castel di Sangro. Alla Val di Canneto si accede dall’abitato di Picinisco, raggiungibile con l’autostrada A1, attraverso l’uscita “Cassino”; con i servizi pubblici automobilistici dell’Azienda di trasporti pubblici laziali COTRAL, occorre partire da Sora (FR) o da Cassino (FR).
Norme di fruizione della Riserva
L’accesso al territorio della Foresta non è consentito liberamente, in quanto tutto il suo territorio si trova nella Zona A di Riserva Integrale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Pertanto l’accesso e il transito possono avvenire, esclusivamente a piedi, solo lungo i sentieri ufficiali segnalati riportati nella carta ufficiale escursionistica del Parco Nazionale.
Attività in corso
Nella Foresta si svolgono continue campagne di ricerca e monitoraggio su un’ingente quantità di habitat e di specie protette, anche di interesse dell’Unione Europea. In particolare, vi si svolge il monitoraggio delle popolazioni di numerose specie di uccelli rapaci e dell’orso bruno marsicano.
Il territorio della Riserva è anche uno dei siti ove si svolgono le attività di monitoraggio di habitat e specie protette dalla Direttiva UE Habitat nell’ambito del progetto LIFE ESC360 (https://www.life360esc.eu/it/), con il coinvolgimento attivo, ogni anno, di decine di volontari del Corpo Europeo di Solidarietà dell’Unione Europea.
Breve descrizione della Riserva
Ci troviamo nel cuore storico del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, nel Massiccio del Monti della Meta e in prossimità dello spartiacque appenninico, nell’alta Val Canneto, da cui prende il nome, al cui ingresso è ubicato il famoso santuario, nonché Basilica pontificia minore dio maria Santissima di Canneto che ogni anno è meta di un antico pellegrinaggio. Si tratta dell’unica grande valle del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise del versante tirrenico (in parte nella Regione Lazio), percorsa dal Fiume Melfa, che proprio nella Foresta ha le sue sorgenti, per poi confluire nel bacino del fiume Liri nel Lazio. Il territorio della Foresta è compreso tra i 1.300 metri del fondovalle, a Sud, e i 2.100 metri di quota, a Nord, del Monte Capraro. La varietà ambientale è molto elevata, a causa del notevole dislivello altitudinale su una piccola superficie, con imponenti manifestazioni del glacialismo quaternario (circhi glaciali relitti e depositi morenici) e dell’erosione fluviale.
Dal 1926, con l’ampliamento del Parco Nazionale d’Abruzzo, il territorio della Foresta è stato protetto come Parco Nazionale. Nel 1969 è stato poi acquisito al Demanio dello Stato, con l’acquisto di una proprietà privata, in modo da assicurarla alla tutela, anche attraverso interventi finalizzati al ripristino di equilibri ambientali alterati da decenni di utilizzo, talvolta eccessivo, delle risorse naturali.
La Foresta Demaniale è compresa nella Zona A di Riserva Integrale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, nel Sito di Interesse Comunitario IT7110205 Parco Nazionale d’Abruzzo (territorio della Regione Abruzzo), nella Zona Speciale di Conservazione IT6050020 Val Canneto (territorio della Regione Lazio) e nella Zona di Protezione Speciale dell’Unione Europea IT7110132 Parco Nazionale d’Abruzzo.
Habitat
La Foresta ospita importanti habitat protetti anche a livello europeo quali estesissime faggete (habitat 9210* faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex), un piccolo ma importantissimo lembo di mugheta (habitat 4070* boscaglie di Pinus mugo), habitat raro e relitto sui tutti gli Appennini, piccoli lembi di praterie di alta quota (praterie xerofitiche discontinue a Sesleria juncifolia, habitat 6170 formazioni erbose calcicole alpine e subalpine, e praterie mesofile continue dei pianori e delle vallette nivali a Festuca microphylla e Trifolium thalii, habitat 6230* formazioni erbose a Nardus), rupi (habitat 8210 pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica) e brecciai (habitat 8120 ghiaioni calcarei e scisto-calcarei montani e alpini dei Thlaspietea rotundifolii), arbusteti prostrati (habitat 4060 lande alpine e boreali) e praterie xerofitiche (habitat 6210 formazioni erbose secche semi-naturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo dei Festuco-Brometalia, *siti importanti per le orchidee).
Flora
Nella Foresta sono presenti numerose specie rare o endemiche, presenti cioè solo sulla catena Appenninica o comunque solo in Italia, come Potentilla apennina, Cymbalaria pallida, Cynoglossum magellense e Pedicularus elegans subsp. elegans. Presente anche una piccola popolazione di mirtillo (Vaccinium myrtillus) e di Monenes uniflora, specie acidofile estremamente rare sugli Appennini Centrali.
Fauna
Nella Foresta sono presenti specie in pericolo di estinzione e protette dalla Direttiva UE Habitat come l’orso bruno marsicano (Ursus arctos subsp. marsicanus), il lupo (Canis lupus), il camoscio d’Abruzzo (Rupicapra pyrenaica subsp. ornata), la vipera dell’orsini (Vipera ursinii) e il pipistrello barbastello (Barbarstella barbastellus), i Coleotteri Rosalia alpina e Morimus asper, mentre tra gli uccelli sono presenti specie rare ed incluse nella Direttiva UE Uccelli quali il picchio muraiolo (Tichodroma muraria), il picchio dalmatino (Dendrocopos leucotos subsp. lilfordi), la balia dal collare (Ficedula albicollis), la coturnice appenninica (Alectoris graeca subsp. orlandoi), l’aquila reale (Aquila chrysaetos) il sordone (Prunella collaris), la tottavilla (Lullula arborea) e il fringuello alpino (Montifringilla nivalis).