Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

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Riserva Naturale Biogenetica Tomboli di Follonica

Riserva Naturale Biogenetica Tomboli di Follonica

Regione

Toscana

Luogo

Follonica, Scarlino (Grosseto)

Info

Codice EUAP: 0143

Anno di istituzione: 1977

Superficie (in ha): 94

Cartografia

Per visualizzare su base cartografica la superficie della Riserva, digitarne il nome in “Strumenti à Ricerca su attributi” dal Portale Cartografico Nazionale del Ministero della transizione ecologica, selezionando poi “Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP)”
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(attenzione: i confini ivi riportati sono in corso di revisione ed aggiornamento)

Proprietà dei terreni

Demanio statale

Aree Protette Sovrapposte

nessuna

Come arrivare

Si tratta di pinete costiere che si trovano all’interno del centro abitato di Follonica (Pineta di Ponente e Pineta di Levante) e lungo la S.P. n. 158 che dal centro abitato di Follonica porta alla località Puntone in comune di Scarlino (GR).

Norme di fruizione della Riserva

La Riserva è liberamente accessibile a piedi, con l’esclusione di un tratto recintato per finalità di conservazione nei pressi dell’abitato del Puntone di Scarlino. La strada provinciale “Colacchia”, cui è contigua anche una pista ciclabile attraversa la riserva da Follonica al Puntone di Scarlino. Alcuni varchi allestiti con passerella in legno permettono di raggiungere l’arenile rispettando i fragili ambienti della duna costiera. Per visite finalizzate all’educazione ambientale a favore di Istituti scolastici, gruppi, associazioni, è possibile rivolgersi al Reparto Carabinieri Biodiversità di Follonica – 0566/40016 – 043591.001@carabinieri.it.

Attività in corso

Attività di gestione finalizzate alla tutela della duna costiera mediante tecniche e metodi di ingegneria naturalistica. Gestione conservativa dei boschi, con recupero dei fusti sradicati o pericolanti a causa dei frequenti eventi meteorologici avversi e dello spirare di forti venti dal mare. Gli interventi sono continui e capillari, in considerazione della alta pressione del turismo balneare. Rimboschimenti localizzati e sotto-piantagioni. L’area è particolarmente fragile: il cordone dunale mostra segni di degrado a causa dell’erosione costiera, dell’inquinamento marino e dell’impatto antropico, mentre i boschi sono caratterizzati, anche nelle aree di maggiore frequentazione, da età avanzate. Tutto ciò impone un’assidua attività di vigilanza per garantire il rispetto dell’ambiente.

Breve descrizione della Riserva

La Riserva, costituita da una pineta di pino domestico (Pinus pinea) con qualche pino marittimo (Pinus pinaster), è formata da nuclei separati. Parte della Riserva ricade in ambito urbano, all’interno dell’abitato di Follonica, andando a costituire due parchi pubblici (pineta di Ponente e di Levante) per un totale di circa 10 ettari. Il secondo e più consistente nucleo, di circa 45 ettari, peraltro anch’esso suddiviso da appezzamenti di proprietà regionale concessi a privati per insediamenti a destinazione ricettiva e turistica, è radicato nel cordone sabbioso costiero che si estende da Follonica fino al Puntone di Scarlino. L’area si è trovata sempre più immersa nel tessuto urbano in forte espansione. Svolge pertanto una rilevante funzione turistica. È inoltre riconosciuta come bosco da seme di Pino domestico, e svolge un’azione di difesa di rallentamento dell’erosione costiera. La pineta è di impianto relativamente recente. I rimboschimenti furono avviati a partire dal 1880 fino ad ottenere gli attuali 60 ettari.

La gestione di queste pinete è sempre stata improntata al mantenimento per finalità estetiche e sanitarie, per la protezione dai venti marini delle pianure retrostanti, che venivano conquistate per la coltura attraverso opere di bonifica idraulica. L’erosione costiera e l’espansione abitativa ha influito in maniera determinante sulle pinete. La forte antropizzazione e il carico estivo di turisti limita fortemente ed impedisce lo sviluppo degli strati arbustivi ed erbacei nelle aree maggiormente transitate. La progressiva erosione del litorale, tuttora in atto, ha causato l’irregolare arretramento della duna costiera, la progressiva scomparsa della fascia di protezione di pino marittimo, e l’interruzione del cordone di vegetazione dunale che si trova al momento ridotto e lacunoso. Il problema dell’erosione costiera è particolarmente grave in questa zona, ed oltre ad avere ripercussioni dirette sull’attività balneare per il venir meno di spiaggia utilizzabile, ha evidenti effetti negativi sulla pineta, in quanto ha determinato in molti casi la scomparsa della duna e della fascia protettiva di pino marittimo.

Habitat

Gli habitat più comuni della macchia mediterranea si compenetrano con zone antropizzate e zone umide. Torbiere, paludi e vegetazione di cinta si estendono per il 50% della Riserva, seguiti da un 10% di stagni e steppe saline. In queste zone è presente anche un habitat di notevole pregio, a corollario della bellezza e fragilità del sito, ed inserito tra gli habitat protetti dalla Direttiva UE Habitat, ovvero l’1150 (lagune costiere), che permette di ospitare numerose specie sia dulciacquicole che di acque salmastre.

Flora

I boschi puri coetanei di pino domestico sono stati ottenuti per semina e piantagione, con età variabile e generalmente avanzata. In alcune zone si trovano lembi residui di popolamento di pino marittimo originariamente deputato alla protezione delle retrostanti colture e della pineta di domestico. Nelle aree recintate, ove vige il divieto d’accesso, è presente uno strato arbustivo costituito da specie tipiche della macchia mediterranea; la forte antropizzazione e il carico estivo di turisti limita fortemente ed impedisce lo sviluppo degli strati arbustivi ed erbacei nelle aree maggiormente transitate. Nella zona palustre retrodunale vi è presenza di fragmiteti (Phragmites australis).

Fauna

  La volpe (Vulpes vulpes) è molto presente, arrivando sino al mare durante la notte, spesso per cercare cibo nei cestini dei rifiuti a servizio della spiaggia. Sono poi presenti molti roditori, tra i quali lo scoiattolo (Sciurus vulgaris). È segnalata anche la presenza della martora (Martes martes). La zona umida è anche un sito di sosta, nidificazione e svernamento per alcune specie rare e minacciate dell’avifauna come il falco di palude (Circus aeroginosus), il tarabuso (Botaurus stellaris) ed il forapaglie castagnolo (Acrocephalus melanopogon).

Normativa

  • DM 24 giugno 1959 (Dichiarazione di notevole interesse pubblico della zona della pineta litoranea detta di “Scarlino”, sita nell’ambito dei comuni di Follonica e Gavorrano);
  • DM 13 luglio 1977 (Costituzione di riserve naturali biogenetiche);
  • L. n. 394/1991 (Legge quadro sulle aree protette).
  • D.Lgs. n. 42/2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio);
  • Deliberazione Giunta Regionale Toscana del 15 dicembre 2015, n. 1223 (Direttiva 92/43/CE “Habitat” – art. 4 e 6 – Approvazione delle misure di conservazione dei SIC (Siti di Importanza Comunitaria). Ai fini della loro designazione quali ZSC (Zone Speciali di Conservazione), vengono indicate le misure specifiche dei siti individuati come ZSC)

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