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Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

Riserva Naturale Biogenetica Scarlino

Riserva Naturale Biogenetica Scarlino

Regione

Toscana

Luogo

Scarlino (Grosseto)

Info

Codice EUAP: 0140

Anno di istituzione: 1977

Superficie (in ha): 51

Cartografia

Per visualizzare su base cartografica la superficie della Riserva, digitarne il nome in “Strumenti à Ricerca su attributi” dal Portale Cartografico Nazionale del Ministero della transizione ecologica, selezionando poi “Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP)”
Vai al Portale Cartografico
(attenzione: i confini ivi riportati sono in corso di revisione ed aggiornamento)

Proprietà dei terreni

Demanio statale

Aree Protette Sovrapposte

ZSC IT51A0008 “Boschi di Monte d’Alma”, ZSC IT51A0006 “Palude di Scarlino”

Come arrivare

Dalla località Puntone, in comune di Scarlino, si prosegue verso Castiglione della Pescaia, dopo pochi km si svolta a sinistra percorrendo una strada asfaltata oltrepassando una sbarra, da qui si costeggia la riserva.

Norme di fruizione della Riserva

La Riserva è visitabile su richiesta al Reparto Carabinieri Biodiversità di Follonica – 0566/40016 – 043591.001@carabinieri.it.

Attività in corso

Monitoraggio strutture forestali, attività di educazione ambientale, vigilanza e controllo del territorio. La riserva, per la vicinanza con i centri abitati, è sede di attività di educazione ambientale e didattica naturalistica. Vi sono svolti progetti nazionali di educazione ambientale

Breve descrizione della Riserva

Questa piccola Riserva, localizzata su un’altura che domina da Est il Golfo di Follonica, rappresenta quanto è rimasto in gestione allo Stato dopo il trasferimento del ben più vasto comprensorio boscato alla Regione Toscana. Infatti l’area confina a ESE con terreni boscati appartenenti al Patrimonio agricolo-forestale della Regione Toscana, denominato “Bandite di Scarlino”, il cui Ente delegato alla gestione è il Comune di Scarlino. A Ovest e Nord Ovest la Riserva confina con terreni privati destinati ad attività agricola ed è limitrofa alla strada provinciale delle Collacchie.

All’interno della Riserva esiste una strada forestale utilizzabile per finalità di sorveglianza e monitoraggio, chiusa al traffico. Vi sono inoltre sentieri di collegamento tra le vecchie aree carbonili, segno di una precedente utilizzazione del ceduo per la produzione di carbone. Il substrato geologico è rappresentato dal “Macigno”, formazione arenacea oligocenica che, nelle zone pianeggianti, genera suoli fertili e profondi.

Habitat

Il complesso è costituito da aree forestali a prevalenza di leccio con cerro e specie di latifoglie decidue termofile, con cerro nei compluvi. Sono presenti vecchi castagni da frutto, testimoni della diffusione della coltura castanile anche in vicinanza del mare. Sono presenti anche alcune zone aperte a pascolo e vecchi seminativi in fase di successione. Questo mosaico si riflette nella ricchezza in habitat, molti dei quali protetti dalla Direttiva UE Habitat, che rappresentano sia un vanto per la loro esclusività sia un impegno costante per il loro mantenimento. Tra questi, si segnalano: 1150 (lagune costiere), 1510 (steppe salate mediterranee), 6110 (formazioni erbose rupicole calcicole o basofile), 6220 (percorsi substeppici di graminacee e piante annuali), 91AA (boschi orientali di quercia bianca). La composizione e diffusione degli habitat è ripartita con un 32% di copertura di brughiere, boscaglie, garighe e praterie aride, mentre la copertura forestale si attesta al 53%, con un 13% di boschi di caducifoglie e un 40% di foreste sempreverdi. Il seminativo a colture cerealicole estensive ed altri terreni agricoli si stende per il 4% del complesso.

Flora

La vegetazione forestale è quella tipica della macchia mediterranea a prevalenza di leccio (Quercus ilex); nelle zone più fresche si trovano pregevoli esemplari di cerro (Quercus cerris), immersi in popolamenti classificabili come fustaie transitorie di latifoglie, ottenuti da avviamento all’alto fusto. Al centro della Riserva, nella parte sommitale del Poggio Spedaletto, si trova una pineta artificiale di pino domestico (Pinus pinea), classificata a suo tempo bosco da seme per la specie. Il sottobosco è ovunque ricco e folto e vi si trova con una certa frequenza il pungitopo (Ruscus aculeatus) ed il ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus).

Fauna

La fauna è quella tipica della zona e vi si trova il cinghiale (Sus scrofa), il capriolo (Capreolus capreolus), l’istrice (Hystrix cristata), il tasso (Meles meles) e altri mustelidi e la volpe (Vulpes vulpes). Tra gli uccelli, sono frequenti i passeriformi, la ghiandaia (Garullus glandarius) ed i colombacci. Frequenti i rapaci, sia notturni che diurni, tra cui il biancone (Circaetus gallicus) specie di notevole importanza. Troviamo inoltre la civetta (Athene noctua), il barbagianni (Tyto alba) e l’assiolo (Otus scops). Presenti anche diversi individui di testuggine terrestre (Testudo hermanii), protetta dalla Direttiva UE Habitat, di lucertola, di biacco (Hierophis viridiflavus) e di vipera comune (Vipera aspis). Tra gli invertebrati è presente il lepidottero Euplagia quadripunctaria, anch’essa protetta dalla Direttiva UE Habitat.

Normativa

  • DM 13 luglio 1977 (Costituzione di riserve naturali biogenetiche);
  • L. n. 394/1991 (Legge quadro sulle aree protette).
  • D.Lgs. n. 41/2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio);
  • Deliberazione Giunta Regionale Toscana del 15 dicembre 2015, n. 1223 (Direttiva 92/43/CE “Habitat” – art. 4 e 6 – Approvazione delle misure di conservazione dei SIC (Siti di Importanza Comunitaria). Ai fini della loro designazione quali ZSC (Zone Speciali di Conservazione), vengono indicate le misure specifiche dei siti individuati come ZSC)

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