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Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

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Riserva Naturale di Popolamento Animale Belagaio

Riserva Naturale di Popolamento Animale Belagaio

Regione

Toscana

Luogo

Roccastrada (Grosseto)

Info

Codice EUAP: 0115

Anno di istituzione:1980

Superficie (in ha): 157.2

Cartografia

Per visualizzare su base cartografica la superficie della Riserva, digitarne il nome in “Strumenti à Ricerca su attributi” dal Portale Cartografico Nazionale del Ministero della transizione ecologica, selezionando poi “Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP)”
Vai al Portale Cartografico
(attenzione: i confini ivi riportati sono in corso di revisione ed aggiornamento)

Proprietà dei terreni

Demanio statale

Aree Protette Sovrapposte

ZSC IT51A0003 “Val di Farma”, Riserva Naturale Provinciale “Farma” (non inclusa nell’Elenco Ufficiale delle Aree Protette)

Come arrivare

Dal centro abitato di Roccastrada (GR) si prosegue in direzione di Torniella, prima della località Piloni si svolta a destra percorrendo la SP del “Belagaio” raggiungendo le strutture che fanno parte della Riserva.

Norme di fruizione della Riserva

La Riserva è visitabile su richiesta al Reparto Carabinieri Biodiversità di Follonica – 0566/40016 – 043591.001@carabinieri.it

Centro Visita/Musei

Centro visita di Casanova, con sala convegni e aula didattica

Eventuali CNBF / CRAS / CRASE / CSE

Centro di Selezione Equestre – sez. Belagaio

Attività in corso

Allevamento e riproduzione dei cavalli di razza maremmana, una delle principali razze autoctone italiane. Presso la Riserva di Belagaio si svolgono le fasi allevatoriali connesse con la produzione di puledri. Vi è mantenuto il parco fattrici e vi avvengono monta naturale e parti. I puledri sono poi allevati fino all’età di un anno, quindi trasferiti al centro aziendale di Marsiliana. Monitoraggio della componente forestale e di gruppi tassonomici anfibi e chirotteri.

Breve descrizione della Riserva

La Riserva è interamente compresa all’interno della più vasta Riserva Naturale Provinciale “Farma”; è quasi interamente boscata e le superfici agrarie, pascoli e seminativi, si trovano intorno al castello mentre le aree boscate sono sul versante in destra idrografica del Torrente Farma, affluente di destra del fiume Merse. Altre superfici sono costituite da appezzamenti e fabbricati destinati ad attività connesse con l’allevamento del cavallo maremmano. Il nome sembra derivare dal latino pelagus (mare) per via della natura un tempo acquitrinosa del terreno bonificato in epoca antichissima. Il bosco occupa la maggior parte della superficie, con oltre 125 ettari, a fronte di circa 33 ettari tra superfici agrarie, aziendali e resedi. All’interno della Riserva si trova il castello del Belagaio, eretto nel 1200 e divenuto centro di una fiorente comunità. Ad oggi rappresenta uno dei fabbricati simbolici della Maremma Grossetana. Il clima è mediterraneo, caratterizzato da inverno mite e umido e da estate calda e siccitosa.

Habitat

L’unicità e la ricchezza dei popolamenti della Riserva è espressa dall’altissimo numero di habitat protetti, molti dei quali sono presenti grazie alla straordinaria orografia che permette particolari fenomeni di inversione termica, che garantiscono la sopravvivenza a specie distribuite generalmente a quote ben maggiori. Del grande numero di habitat individuati, che spaziano dagli  habitat di zone alpine a quelle alluvionali, si segnalano in particolar modo quelli protetti dalla Direttiva UE Habitat, che rappresentano sia un vanto per la loro esclusività sia un impegno costante per il loro mantenimento. Tra questi troviamo il 6220 (Percorsi substeppici di piante annue e graminacee), 6210* (Praterie xerofitiche dei Festuco-Brometalia, con importante presenza di orchidee), 7220 (formazioni pioniere alpine), 91AA (foreste orientali di quercia bianca), 91E0 (foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior), 9210 (faggeti degli appennini con Taxus e Ilex), 9220 (faggeti degli appennini con Abies alba).

Relativamente all’estensione di questi habitat, la componente forestale si sviluppa per un 68%, mentre le praterie aride, le brughiere e le garighe per un 10%

Flora

I boschi derivano da passate ceduazioni e sono classificabili pertanto come cedui “invecchiati” di cerro (Quercus cerris), roverella (Quercus pubescens) e leccio (Quercus ilex) cui, nelle esposizioni più calde, partecipa un vario corteggio di arbusti mediterranei. In genere la fisionomia dei popolamenti è quella di boschi in sviluppo naturale caratterizzati da elevata ricchezza specifica. Grazie alle caratteristiche orografiche che rendono unico il sito, nelle giaciture più fresche sono presenti il faggio (Fagus sylvatica) a bassa quota, con esemplari maestosi, un nucleo di betulle (Betula pendula) e cespugli della rara felce Osmunda regalis, nonchè il frequente tasso (Taxus baccata).

Fauna

Anche la fauna selvatica riflette in ricchezza l’unicità di questo sito. Tra gli anfibi è doveroso segnalare la presenza di popolazioni relitte di Triturus alpestris, ululone appenninico (Bombina pachypus) e salamandrina dagli occhiali (Salamandrina tergiditata), tutte specie protette dalla Direttiva UE Habitat. Il sito è inoltre di rilevante importanza per la conservazione della rarissima e minacciata lontra europea (Lutra lutra), anch’essa protetta dalla Direttiva UE Habitat.

Normativa

  • D.M. 28/04/80 (Costituzione in riserva naturale di popolamento animale di terreni di cui aart. 68, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616);
  • L. n. 394/1991 (Legge quadro sulle aree protette);
  • D.Lgs. n. 41/2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio);
  • Deliberazione Giunta Regionale Toscana del 15 dicembre 2015, n. 1223 (Direttiva 92/43/CE “Habitat” – art. 4 e 6 – Approvazione delle misure di conservazione dei SIC (Siti di Importanza Comunitaria). Ai fini della loro designazione quali ZSC (Zone Speciali di Conservazione), vengono indicate le misure specifiche dei siti individuati come ZSC);

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