l Reparto Carabinieri Biodiversità di Pratovecchio gestisce il complesso delle Riserve Naturali Statali Casentinesi costituite da quattro Riserve Naturali Biogenetiche, istituite con Decreto Ministeriale del 13/7/1977 (Riserva Naturale Biogenetica di Camaldoli, Riserva Naturale Biogenetica di Scodella, Riserva Naturale Biogenetica di Badia Prataglia, Riserva Naturale Biogenetica di Campigna) e dalla Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino, istituita con atto interno nel 1959 (ratificato con D.M. del 26/7/1971).
Si tratta di una gestione mirata alla conservazione e tutela della biodiversità, attraverso la ricerca scientifica condotta direttamente o in collaborazione con Enti di ricerca ed Università o con la partecipazione attiva in progetti europei LIFE.
Il Reparto è impegnato inoltre in una costante attività di educazione e divulgazione ambientale rivolta alle scuole e ai fruitori delle Riserve, anche grazie all’esistenza di due piccoli musei forestali, uno nella Riserva di Campigna e uno nella Riserva di Badia Prataglia dedicato a Carlo Siemoni, adiacente all’Arboreto Storico “Carlo Siemoni”. Grazie alla collaborazione di un comparto di operai forestali specializzati, il Reparto si occupa del mantenimento della viabilità forestale e di sistemazioni idraulico-forestali, attraverso interventi di ingegneria naturalistica.
Le Riserve Naturali Statali Casentinesi si estendono per oltre 5000 ha sul crinale dell’Appennino Tosco-Emiliano a cavallo di due regioni: Toscana ed Emilia Romagna.
In forza della Legge quadro sulle Aree Protette (L. n. 394/1991), nel 1993 è stato istituito il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna (con D.P.R. del 12 luglio 1993), il cui cuore topografico e naturalistico è costituito dal complesso delle Riserve Naturali Statali Casentinesi.
Il campo di attività comprende azioni di tutela, conservazione e incremento della biodiversità attraverso azioni concrete sul territorio e un’attività permanente di educazione ambientale nelle scuole. Gli interventi vengono eseguiti mediante il ricorso a tecniche avanzate di lavoro a basso impatto ambientale; concretamente si tratta di interventi sui soprassuoli boschivi che seguono i metodi della selvicoltura naturalistica, interventi finalizzati alla conservazione del suolo eseguiti per garantire la stabilità dei versanti e per la regimazione delle acque prediligendo i metodi dell’ingegneria naturalistica, interventi di messa in sicurezza della rete sentieristica e delle strade forestali. Azioni di questo tipo hanno lo scopo di non incidere sui processi naturali, anzi di assecondarli, ciò presuppone un’approfondita conoscenza delle dinamiche evolutive degli ecosistemi delle riserve quindi alla base c’è un’intensa attività di ricerca svolta con Enti, Istituti di ricerca e Università.
Dalla ricerca nascono progetti per le scuole, coordinati a livello nazionale dal Raggruppamento Biodiversità e progetti che rientrano nel programma LIFE dell’Unione europea.
I carabinieri forestali del Reparto e del Nucleo Carabinieri Tutela Biodiversità di Camaldoli (che è anche Reparto a Cavallo) sono rilevatori e previsori Meteomont e, nel corso della stagione invernale, si occupano di raccogliere i dati, presso la stazione ubicata all’interno dell’Eremo di Camaldoli, e della loro successiva elaborazione finalizzata alla emissione del Bollettino nazionale della Neve e delle Valanghe.
Il personale operaio presta la sua fondamentale opera presso i tre cantieri forestali distribuiti nelle tre principali riserve: Badia Prataglia, Camaldoli e Campigna. Gli operai, tutti di grandissima esperienza e professionalità, eseguono i lavori forestali ed edili sotto la direzione del personale del Reparto.
Un ricco museo forestale e l’arboreto storico, entrambi intitolati a “Carlo Siemoni”, consentono di arricchire i momenti divulgativi e dedicati all’educazione ambientale realizzando un’importante sinergia tra passato e futuro. Le nostre foreste hanno una lunga storia da raccontare fatta di interazioni con gli esseri umani infatti la loro attuale superficie, composizione, stato e biodiversità, sono in gran parte il risultato di una combinazione di interventi umani e dinamiche naturali. Solo conoscendo il passato possiamo contribuire alla gestione forestale sostenibile e alla crescita di una coscienza ambientale nelle nuove generazioni.