Come arrivare
Il settore orientale della Riserva è accessibile attraverso diversi punti dislocati lungo il primo tratto della SR 203 agordina, mentre al settore occidentale si accede dalla Valle del Mis in Comune di Sospirolo.
Norme di fruizione della Riserva
Accesso libero
Attività in corso
Progetti vari in collaborazione con l’Ente Parco nazionale Dolomiti Bellunesi, tra cui BIOALP, InNAT, ecc. (vedi: http://www.dolomitipark.it/it/page.php?id=1243).
Breve descrizione della Riserva
L’area protetta abbraccia una ampia porzione dei Monti del Sole, compresa tra 390 e 2120 metri di quota, una catena montuosa a carattere tipicamente dolomitico che ricade interamente all’interno del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Costituita da Dolomia principale del Norico e da Calcari grigi del Lias, essa è caratterizzata da una successione di cime rocciose intervallate da strette forcelle ed angusti passi. Oltre il limite della “mugheta” il paesaggio è dominato dalla roccia dolomitica nelle sue forme più particolari ed intricate: pareti verticali, pinnacoli, guglie, ardite cengie, forre e dirupi, in cui si perdono le acque rumoreggianti.
La cima più elevata è il Piz de Mezzodì o Pizzon (2240 m).
Due sono i bivacchi presenti: il Bivacco Valdo (1550 m) ed il Bivacco Nusieda Alta (970 m).
Alla confluenza dei torrenti Imperina e Cordevole sono visibili i fabbricati dello storico centro minerario da cui si estraeva la pirite cupifera.
All’interno della riserva è situato il Centro Ippico di Salet di Sedico, struttura per l’allevamento e l’addestramento dei cavalli maremmani impiegati nei servizi istituzionali svolti, un tempo, dal Corpo forestale dello Stato, ora Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri.
Habitat
L’asprezza e la difficoltà del territorio hanno contribuito a conservare non solo le specie vegetali ma anche diverse cenosi boschive che, rimaste allo stato quasi naturale, costituiscono oggi un patrimonio di grande interesse. Oltre a boschi di pino silvestre e nero (9530 Pinete sub-mediterranee di pini neri endemici), lungo i versanti dove l’accidentata orografia lo permette si riscontrano soprattutto boschi misti di insolita ricchezza, con grossi alberi longevi di carpino nero e faggio (9140 – Faggeti subalpini dell’Europa centrale con Acer e Rumex arifolius), tasso, abete rosso e larice.
La parte più impervia ha visto l’affermarsi di dense boscaglie di pino mugo (4070 Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron hirsutum, Mugo-Rhododendretum hirsuti). Il resto è un paesaggio dominato da pareti verticali, torrioni, guglie, dove soltanto una tipica vegetazione specializzata può vivere (6170 Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine, 8120 Ghiaioni calcarei e scisto-calcarei montani e alpini, Thlaspietea rotundifolii) e 8210 (Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica).
Flora
Le caratteristiche poco accoglienti del territorio della Riserva hanno preservato molte specie botaniche. Si possono osservare: Gladiolo reticolato (Gladiolus palustris), Campanella odorosa (Adenophora liliifolia), Linaiola rostrata (Thesium rostratum), Euforbia della Carnia (Euphorbia Kerneri Huter), Eufrasia tricuspidata (Euphrasia tricuspidata), Festuca dei ghiaioni (Leucopoa spectabilis), Semprevivo delle Dolomiti (Sempervivum dolomiticum), Trifoglio norico (Trifolium noricum), Ranuncolo di Seguier (Ranuncolus seguieri), Valeriana delle rupi (Valeriana saxatilis). Frequente e straordinario è il fenomeno della «dealpinizzazione», cioè la presenza a quote molto basse, specialmente nelle forre, di specie alpine che normalmente vivono molto più in alto. Addentrandosi nelle poche valli accessibili, si possono notare, sia sulle pareti umide e stillicidiose sia sui massi, zolle pioniere a carice sempreverde, cespi di camedrio alpino (Dryas octopetala), di soldanella del calcare (Soldanella minima), nonché endemismi locali come la primula tirolese (Primula tyrolensis) e l’aquilegia di Einsele (Aquilegia einseleana), accanto ad altre specie come la spirea cuneata (Spiraea decumbens) ed il giglio dorato (Hemerocallis lilio-asphodelus).
La Campanella odorosa è protetta dalla Direttiva UE Habitat (All. II).
Fauna
L’ambiente selvaggio e di difficile penetrazione antropica è quanto di meglio si possa immaginare anche per la vita animale. Vi è la presenza di una fauna assai pregiata e consistente: il cervo (Cervus elaphus), il camoscio (Rupicapra rupicapra), il Capriolo (Capreolus capreolus), l’aquila reale (Aquila chrysaetos), i tetraonidi, la coturnice (Alectoris graeca), il Gufo reale (Bubo bubo), l’allocco (Strix aluco), il nibbio bruno (Milvus migrans), la civetta capogrosso (Aegolius funereus), l’Astore (Accipiter gentilis) e il picchio muraiolo (Tichodroma muraria). I torrenti che scendono dalle aspre cime danno vita nelle forre di fondovalle a cascatelle, e vasche d’acqua limpidissima, habitat eletto per il merlo acquaiolo (Cinclus cinclus) e la ballerina gialla (Motacilla cinerea). Tra i mammiferi si annoverano anche la Volpe (Vulpes vulpes), il Tasso (Meles meles), la martora (Martes martes) e l’ermellino (Mustela erminea). Molto comuni sono il ghiro (Glis glis) e lo scoiattolo (Sciurus vulgaris), mentre nelle parti alte della riserva trova un habitat ideale la lepre variabile (Lepus timidus). Tra l’entomofauna della riserva segnaliamo, in quanto riportato nella Direttiva Habitat (All. II e All. IV), il coleottero Rosalia alpina.
Oltre a Rosalia alpina, è protetta dalla Direttiva Habitat anche la martora (All. V).
Sono protetti dalla Direttiva Uccelli i tetraonidi, l’Aquila reale, la Coturnice, il Gufo reale, il Nibbio bruno e la Civetta capogrosso.