Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

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Riserva Naturale Schiara Occidentale

Riserva Naturale Schiara Occidentale

Regione

Veneto

Luogo

Sedico (Belluno)

Info

Codice EUAP: 0159

Anno di istituzione: 1975

Superficie (in ha) 3172

Cartografia

Per visualizzare su base cartografica la superficie della Riserva, digitarne il nome in “Strumenti à Ricerca su attributi” dal Portale Cartografico Nazionale del Ministero della transizione ecologica, selezionando poi “Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP)”
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(attenzione: i confini ivi riportati sono in corso di revisione ed aggiornamento)

Proprietà dei terreni

Demanio statale

Aree Protette Sovrapposte

ZSC IT3230083 “Dolomiti Feltrine e Bellunesi” (interamente inclusa)

Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi (Cod. UAP 0015) (interamente inclusa)

Come arrivare

La riserva è accessibile dalla SR 203 agordina, dalla quale parte una strada forestale con divieto di accesso ai mezzi a motore, che giunge fino al Rif. Bianchet (m 1250).

Norme di fruizione della Riserva: accesso libero

Attività in corso (ricerche e monitoraggio ecologico, progetti LIFE, specifiche iniziative di educazione ambientale e fruizione naturalistica, etc.): progetti vari in collaborazione con l’Ente Parco nazionale Dolomiti Bellunesi, tra cui BIOALP e InNAT (vedi: http://www.dolomitipark.it/it/page.php?id=1243).

Breve descrizione della Riserva

La zona protetta, partendo dalla sua quota minima di 400 metri, interessa i versanti occidentali del gruppo montuoso dello Schiara, la cima dolomitica che svetta su Belluno con i suoi 2.565 metri di quota, terminando a nord sul versante meridionale del Monte Talvena. Racchiude un territorio dalla natura aspra, attraversato da strette e profonde valli nelle quali si raccolgono le acque meteoriche che defluiscono nell’alveo del torrente Cordevole. Complessivamente questo territorio si differenzia per una più marcata fisionomia di tipo dolomitico e per la presenza di vallate caratterizzate da un aspetto più centro-alpino. Dal punto di vista geologico, le rocce sono composte prevalentemente dalla Dolomia Principale del Norico, dalla Scaglia Rossa del Cretaceo superiore e da Calcari Grigi del Lias. Particolarmente interessante e suggestiva risulta la “Gusela del Vescovà” un monumento naturale alto 40 m che si innalza maestoso tra il Monte Schiara e le Pale del Balcon. Tra i biotopi singolari che meritano attenzione, vi è la Val Vescovà con una flora insolitamente ricca, abbondanza di ambienti freschi, di corsi d’acqua e nevai.

Habitat

La vegetazione alle quote più basse è caratterizzata da ampie superfici prative (6510 Praterie magre da fieno a bassa altitudine a Alopecurus pratensis e Sanguisorba officinalis) e lungo i corsi d’acqua da formazioni arboree ripariali (91E0 Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior, Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae). Salendo lungo i versanti soleggiati ed in stazioni rupestri della Val del Cordevole si trovano pinete a Pino silvestre, cenosi a Carpino nero e boschi di faggio e Carpino nero verso i 1000 m. Oltre i 1250 m di quota, il faggio costituisce boschi misti assieme all’abete rosso e, più sporadicamente, con l’abete bianco (9140 Faggeti subalpini dell’Europa centrale con Acer e Rumex arifolius e 91K0 Foreste illiriche di Fagus sylvatica dell’Aremonio-Fagion). Al di sopra di essa si trovano boscaglie di pino mugo (4070 Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron hirsutum, Mugo-Rhododendretum hirsuti) e a quote ancora superiori praterie alpine (6170 Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine, 4060 Lande alpine e boreali) e formazioni rupestri (8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica).

Flora

A partire dalle zone a quota più bassa, specialmente lungo le valli, la vegetazione si presenta impoverita, soprattutto per l’azione dell’uomo. La fascia della faggeta presenta specie tipiche quali: Lattuga montana (Prenanthes purpurea), Billeri comune (Cardamine impatiens), Caglio dei boschi (Galium sylvaticum), Belladonna (Atropa belladonna) e Raponzolo plumbeo (Phyteuma ovatum). Al di sopra di essa, nelle zone a pascolo, troviamo: Cavolaccio alpino (Adenostyles alliariae), Cavolaccio verde (Adenostyles alpina), Aconito napello (Aconitum napellus), Garofanino maggiore (Epilobium angustifolium), Geranio silvano (Geranium sylvaticum), “non ti scordar di me “ dei boschi (Myosotis sylvatica), Lampone (Rubus idaeus), Ortica comune (Urtica dioica), Veronica montana (Veronica montana), Cicerbita violetta (Cicerbita alpina), Felce alpestre (Athyrium distentifolium), Panace comune (Heracleum sphondylium) e Canapetta screziata (Galeopsis speciosa). Verso le quote più elevate fa la sua comparsa anche il larice. Nel piano alpino le specie più rappresentative sono: Carice rigida (Carex firma), Carice verdeggiante (Carex sempervirens), Senecione abrotanino (Jacobaea abrotanifolia), Lino celeste (Linum alpinum), Arabetta minore (Arabis bellidifolia), Doronico dei macereti (Doronicum grandiflorum), Campanula cespugliosa (Campanula cespitosa) e Valeriana delle rupi (Valeriana saxatilis). Se i versanti meridionali sono caratterizzati da formazioni di salice stipolato (Salix appendiculata) e maggiociondolo alpino (Laburnum alpinum), i pendii più esposti e meglio soleggiati presentano una flora montana termofila molto interessante, fra cui la ginestra stellata (Genista radiata) ed altre specie tipiche di stazioni luminose ma percorse da correnti d’aria umida. Tra queste spiccano le endemiche sassifraga di Burser (Saxifraga burseriana), la campanula spigata (Campanula spicata), la festuca alpestre (Festuca alpestris), il semprevivo delle Dolomiti (Sempervivum dolomiticum, endemismo postglaciale). Qui compaiono anche le interessanti stazioni di minuartia graminifoglia (Mcneillia graminifolia) e trifoglio norico (Trifolium noricum), antichi relitti con areale frammentato. Verso il Talvena sono presenti altre entità floristiche di età terziaria, come l’astragalo spinoso (Astragalus sempervirens). Sono presenti praterie a sesleria varia (Sesleria caerulea), a carice sempreverde (Carex sempervirens) e, favorita dall’elevata umidità, anche la prateria a carice ferruginea (Carex ferruginea). Sulle rupi del Monte Schiara si trovano anche le endemiche campanula di Moretti (Campanula morettiana) e primula tirolese (Primula tyrolensis), mentre nei macereti predominano il papavero alpino (Papaver alpinum) e l’erba storna dalle foglie rotonde (Noccaea rotundifolia).

La Campanula di Moretti è protetta dalla Direttiva Habitat (All. IV). 

Fauna

Per la fauna l’ambiente selvaggio ed inaccessibile è stato di vitale importanza; molte specie, infatti, sono potute sopravvivere proprio grazie alle condizioni ambientali. Nell’area possiamo trovare: il camoscio (Rupicapra rupicapra), il capriolo (Capreolus capreolus), il cervo (Cervus elaphus), la volpe (Vulpes vulpes), il tasso (Meles meles) e la martora (Martes martes). Per quanto riguarda l’avifauna troviamo: il Merlo dal collare (Turdus torquatus), il Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), il Merlo comune (Turdus merula), la Ballerina gialla (Motacilla cinerea), l’Aquila reale (Aquila chrysaetos), il Prispolone (Anthus trivialis), il Gallo forcello (Lyrurus tetrix), il francolino di monte (Tetrastes bonasia), la coturnice (Alectoris graeca), la pernice bianca (Lagopus muta), la civetta nana (Glaucidium passerinum), la civetta capogrosso (Aegolius funereus), l’Astore (Accipiter gentilis), l’allocco (Strix aluco) e il gheppio (Falco tinnunculus). Tra l’entomofauna della riserva segnaliamo, in quanto riportati nella Direttiva habitat, la farfalla Euplagia quadripunctaria (All. II) ed il coleottero Rosalia alpina (All. II e IV) e, tra le specie rare, i Coleotteri Otiorhynchus (Nilepolemis) cadoricus e Trechus dolomitanus.

Oltre ai due insetti già indicati, è protetta dalla Direttiva UE Habitat anche la martora (All. V).

Sono protetti dalla Direttiva UE Uccelli il Merlo comune, l’Aquila reale, il Gallo forcello, il Francolino di monte, la Coturnice, la Pernice bianca, la Civetta nana e la Civetta capogrosso.

Normativa

Normativa vigente: DM 29/12/1975 (istituzione della Riserva), Legge n. 394/1991 (Legge quadro sulle aree protette), DM 20.04.1990 (Istituzione del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi.), DPR 12.07.1993 (Istituzione dell’Ente parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi), DPR 09.01.2008 Nuova perimetrazione del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi), DGR Veneto n. 1331 del 16.08.2017 (Approvazione delle misure di conservazione sito specifiche del SIC IT3230083),

DM 10/05/2019 (designazione ZSC IT3230083) ftp://ftp.minambiente.it/PNM/Natura2000/Materiale%20Designazione%20ZSC/Veneto/02_Formulari%20Standard/

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