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Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

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Riserva Biogenetica Tocchi e Riserva Naturale Di Popolamento Animale Tocchi

Riserva Biogenetica Tocchi e Riserva Naturale Di Popolamento Animale Tocchi

Regione

Toscana

Luogo

Monticiano, Murlo (Siena)

Info

Codice EUAP: 0142

Anno di istituzione: 1977 e 1980

Superficie (ha): 913 (575 Riserva Biogenetica, 338 Riserva Naturale Statale di popolamento animale).

Cartografia

Per visualizzare su base cartografica la superficie della Riserva, digitarne il nome in “Strumenti à Ricerca su attributi” dal Portale Cartografico Nazionale del Ministero della transizione ecologica, selezionando poi “Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP)”
Vai al Portale Cartografico
(attenzione: i confini ivi riportati sono in corso di revisione ed aggiornamento)

Proprietà dei terreni

Demanio statale

Aree Protette Sovrapposte

ZSC IT5190006 “Alta Val di Merse” (tutta la superficie della Riserva Biogenetica); ZSC IT5190007 “Basso Merse” (quasi tutta la superficie della Riserva di popolamento animale).

Come arrivare

L’area è ubicata a circa 25 km a Sud di Siena. La Riserva Naturale Statale di popolamento animale si raggiunge percorrendo la superstrada Siena-Grosseto (SS 228 / E78); si prende l’uscita per Iesa e si percorre la Strada Provinciale 4 in direzione Petriolo, e a circa 500 m si svolta seguendo l’indicazione “Imposto”, per arrivare alla località “Potatine”. La Riserva Biogenetica si raggiunge percorrendo la superstrada Siena-Grosseto (SS 228 / E78); si prende l’uscita per Tocchi (Strada provinciale delle Pinete) e si arriva a Tocchi.

Norme di fruizione della Riserva

La Riserva Biogenetica è visitabile solo con accompagnatore e autorizzazione del Reparto. La Riserva Naturale Statale di Popolamento animale è liberamente visitabile lungo le strade bianche. È presente un’area pianeggiante per pic-nic vicino al Centro di selezione equestre in loc. Potatine; per i visitatori diversamente abili è presente una strada bianca pianeggiante da cui è possibile osservare allevamenti di razze autoctone di equini minacciate di estinzione. I sentieri all’interno delle aree recintate sono visitabili con accompagnatore e autorizzazione del Reparto. Orari di apertura al pubblico: 8,00-14,00 / 15,00-17,00.

Breve descrizione

L’area è compresa all’interno del bacino del Fiume Merse, è poco antropizzata e l’urbanizzazione è limitata ai capoluoghi comunali e alle frazioni di Iesa e Tocchi. Si trova infatti fuori dalle grandi vie di comunicazione e presenta gran parte del territorio coperto da foreste. A questo scarso impatto demografico si aggiunge un territorio collinare con una topografia abbastanza irregolare che rende questi terreni convenienti solo per poche attività agricole tradizionali. Molti dei terreni oggi compresi nella Riserva Biogenetica facevano parta della Tenuta di Tocchi, che in passato e per lungo tempo, era appartenuta alla famiglia nobiliare senese dei Bichi Borghesi. Questa illustrissima ed ancora esistente famiglia, nota a Siena sin dalla prima metà del Duecento, ha donato il suo ricco archivio all’Archivio di Stato di Siena, ove, tra le molte cose, vi sono i Libri Mastri della Tenuta di Tocchi relativi ai primi anni del millenovecento. Dalla consultazione di tali libri mastri è emerso che la Tenuta, tra le molteplici attività, utilizzava e commercializzava tronchi di pino marittimo. L’acquisto di questi terreni (avvenuto negli anni sessanta da parte dello Stato), ha cambiato il ruolo di queste foreste, che da risorsa prevalentemente economica sono divenute risorsa naturale; successivamente, la foresta di pino marittimo è stata inclusa nel Libro Nazionale dei Boschi da Seme. Il borgo di Tocchi, ubicato all’interno della Riserva Biogenetica, è costituito da immobili di proprietà statale all’interno di un cerchio murario e, al di fuori di questo, da case sparse di proprietà privata e dalla chiesa di Santa Maria Assunta. La borgata è nata e cresciuta in funzione prevalentemente agricola: il suo territorio e il suo clima sono infatti favorevoli alla coltivazione dell’olivo, della vite, al pascolo e a tutti i lavori boschivi. La Riserva Biogenetica è situata nella propaggine orientale delle Colline Metallifere, nel bacino idrografico del Fiume Merse e la sua altitudine è compresa tra 250 e 550 metri s.l.m.. La base geologica è omogenea e dominata dalle formazioni del gruppo del Verrucano triassico. La Riserva di Popolamento Animale è ubicata sulla sinistra idrografica del Fiume Merse e si estende principalmente in un area relativamente pianeggiante, compresa tra  140 e 300 m s.l.m, adiacente al fiume. La geologia è rappresentata dai depositi alluvionali del quaternario, dai calcari cavernosi del triassico e in misura minore, da galestri e palombini ed arenarie del cretaceo. Nei pressi della località Potatine è presente un affioramento di travertino, mentre più a sud, nei pressi del podere Rovinate, è presente un affioramento di ofioliti costituiti da gabbri più o meno serpentinizzati. La superficie della Riserva Biogenetica è quasi completamente costituita da pineta di pino marittimo (Pinus pinaster); seguono poi i castagneti, i boschi di latifoglie decidue a dominanza di cerro e rovere (Quercus cerris e Q. petraea) e le ontanete di ontano nero (Alnus glutinosa). Nella Riserva di Popolamento Animale dominano i boschi di latifoglie a dominanza di Quercus cerris, Quercus pubescens e Quercus ilex, alternati ad arbusteti e coltivi. Sul corso del Fiume Merse prevale la vegetazione riparia a salici e pioppi.

Habitat

Di seguito, l’elenco degli habitat tutelati dalla Direttiva UE Habitat (in grassetto) nella Riserva Naturale Statale (RS) e Biogenetica (RB). Con “*” sono indicati gli habitat prioritari. In corsivo è riportata la definizione del tipo di habitat secondo la Legge Regionale Toscana n. 56/2000, quando non corrispondente al nome dell’habitat di interesse UE.

 

Cod.

Habitat

RS (ha)

RB (ha)

3130

Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoëto-Nanojuncetea 1

SI

3170*

Stagni temporanei mediterranei

Stagnetti temporanei mediterranei

SI

4030

Lande secche europee

Brughiere xeriche

SI

6110*

Formazioni erbose rupicole calcicole o basofile dell’Alysso-Sedion albi

Creste e versanti con formazioni semirupestri a suffrutici, erbe e succulente

SI

6210

Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia)

Praterie di pascoli abbandonati su substrato neutro basofilo (Festuco-Brometea)

SI

6420

Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion

Praterie umide mediterranee di elofite dominate da alte erbe e giunchi

SI

SI

91E0*

Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae)

Boschi palustri e ripariali a Ontano

SI

SI

91L0

Querceti di rovere illirici (Erythronio-Carpinion)

Boschi acidofitici a dominanza di Quercus petraea

SI

91M0

Foreste pannonico-balcaniche di cerro e rovere

Foreste dell’Italia centrale e meridionale a dominanza di Quercus frainetto e Q. cerris

SI

92A0

Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba

Boschi ripari mediterranei a dominanza di Salix alba e/o Populus alba e/o P. nigra

SI

9210*

Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex

Boschi a dominanza di faggio e/o quercia degli Appennini con Ilex e Taxus

SI

9260

Boschi di Castanea sativa

Boschi a dominanza di castagno

SI

9330

Foreste di Quercus suber

Boschi a dominanza di Quercus suber

SI

9340

Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia

Boschi mesofili a dominanza di Quercus ilex con Ostrya carpinifolia e/o Acer sp.pl.

SI

SI

 

Flora

Nella Riserva Biogenetica le specie più interessanti sono quelle legate alle ontanete degli ambienti umidi di risorgiva, e agli stadi dinamici della pineta e della macchia ad ericacee e cisti. Per quanto concerne gli ambienti di risorgiva, è da sottolineare l’elevato numero di pteridofite e di specie appartenenti a famiglie tipiche degli ambienti umidi (Cyperaceae e Juncaceae), pochissimo frequenti nelle zone collinari della Toscana meridionale. Tra le specie più interessenti di questi ambienti, si conferma la notevole frequenza di Osmunda regalis, Blechnum spicant, Carex remota e C. pallescens, che si accompagnano a specie alquanto sporadiche come Dryopteris affinis e Carex viridula, e alle più rare Dryopteris dilatata e Juncus bulbosus. Sempre nell’ontaneta, è stata rilevata recentemente Gnaphalium uliginosum (Compositae), una terofita di piccole dimensioni considerata rara in Toscana. Per quanto riguarda la flora degli stati dinamici della vegetazione sempreverde, compaiono alcune specie terofitiche rare e/o di interesse fitogeografico come Airopsis tenella, Anagallis minima e Radiola linoides; le ultime due specie partecipano, insieme ai piccoli giunchi Juncus capitatus e J. bufonius, alla formazione di una microflora delle pozzette effimere dei suoli sabbiosi silicei, che iniziano ad asciugarsi a fine maggio. È poi interessante la presenza del faggio (Fagus sylvatica), specie che nella Riserva Biogenetica assume significato eterotopico in quanto presente a quote decisamente inferiori (nei fondo valle o nei fossi con esposizione settentrionale) rispetto al suo optimum ecologico. Altre specie tipicamente montane e ritrovate nei fondo valle sono Ulmus glabra e Prenanthes purpurea. Le specie introdotte (tutte gimnosperme) sono rimaste confinate alle loro vecchie aree di impianto. Invece, per quanto riguarda Pinus pinaster, la Toscana Meridionale è compresa nell’area di distribuzione naturale di questa specie che, tuttavia, ha trovato vantaggio dagli incendi ed è stata sicuramente favorita con la semina in epoche passate. Tali fattori hanno probabilmente incrementato l’estensione della pineta a scapito degli altri habitat. Ciononostante, la notevole abbondanza di specie forestali della Riserva Biogenetica riflette un buono stato di conservazione e denota l’importante funzione di questa piccola porzione della Val di Merse come serbatoio di diversità fanerofitica e di rifugio per specie rare e/o poco diffuse in Toscana Meridionale. Per quanto riguarda le briofite di maggiore interesse, si segnala che sono state rilevate due specie di sfagno Sphagnum subnitens e S. capillifolium in piccoli popolamenti presso gli ambienti di risorgiva, in rigagnoli d’acqua e sui cespi della felce florida (Osmunda regalis). Tra i licheni, è di particolare interesse la presenza di una popolazione di Lobaria pulmonaria caratterizzata da gruppi sparsi di individui nella lecceta nei pressi di Tocchi, ove occasionalmente sono presenti anche talli fertili; tale popolazione viene monitorata annualmente da parte dei ricercatori dell’Università di Siena. Per quanto riguarda i funghi, notevole è il numero di specie considerate rare e/o o legate ad habitat di importanza comunitaria. Nell’ambito di un gruppo di funghi lignicoli, ovvero i polipori e corticoidi, molti sono rari in Italia e a volte anche nel resto dell’Europa (per esempio: Aphanobasidium pseudotsugae, Botryobasidium conspersum, Cabalodontia subcretacea, Hyphoderma orphanellum, Phlebia subserialis,  Peniophorella tsugae, Radulodon erikssonii, Scytinostroma ochroleucum, Stereum reflexulum). Un’altra specie lignicola sicuramente degna di nota è Phlebia capitata, una specie fino ad oggi reperita solo in Toscana (quindi un endemismo toscano). Nella Riserva Naturale Statale di popolamento animale è particolarmente interessante la flora presente lungo i corsi d’acqua, dove si trova una vegetazione riparia a galleria ben conservata con salici arborei (Salix alba), salici arbustivi (Salix purpurea e S. eleagnos), pioppi (Populus alba e Populus nigra) e i più rari tigli (Tilia cordata). Sulle sponde del fiume è presente una fascia a vegetazione elofitica con Scirpus lacustris, Thypa angustifolia e Sparganium erectum subsp. neglectum. All’interno del fiume è presente la vegetazione acquatica a foglie flottanti e a foglie sommerse con presenza di: Potamogeton sp. pl., Zannichellia palustris, Callitriche stagnalis, Eleocharis palustris e Centaurea aplolepa. Dietro la fascia riparia, sono interessanti delle piccole popolazioni naturali di Buxus sempervirens. Altre specie erbacee di interesse floristico sono presenti nell’affioramento di travertino, per esempio, la meravigliosa Linaria purpurea.

Fauna

Tra gli invertebrati, oltre alla falena “che sembra una farfalla” (Callimorpha quadripunctata), e il cervo volante (Lacunus cervus), è importante il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), rinvenuto in molti fossi e torrenti, tutte specie protette dalla Direttiva UE Habitat. Infine, da segnalare il granchio di fiume (Potamon fluviatile) lungo il Fiume Merse. Tra i pesci, la trota fario (Salmo trutta) è presente con sporadici esemplari nel bacino del Fosso La Bolza e nel Torrente Ornate di Tocchi, le altre specie ittiche accertate sono quattordici e sono presenti soprattutto nel Fiume Merse. La specie più frequente risulta il cavedano (Squalius squalus), tra le più interessanti, ma meno frequenti, sono rappresentate dall’anguilla (Anguilla anguilla) e dal luccio (Esox lucius), presenti solo nel Fiume Merse; dal barbo tiberino (Barbus tyberinus), dal vairone italiano (Telestes muticellus), dalla rovella (Rutilus rubilio) e dal cavedano di ruscello (Squalius lucumonis), presenti soprattutto lungo il torrente Ornate di Tocchi e nel tratto terminale del Fosso La Bolza. Gli anfibi accertati sono nove, molti dei quali protetti dalla Direttiva UE Habitat. I più diffusi sono le rane verdi (Pelophylax esculentus) e il rospo comune (Bufo bufo); seguono la rana appenninica (Rana italica), la salamandrina di Savi (Salamandrina perspicillata), la rana dalmatina (Rana dalmatina), la raganella italiana (Hyla intermedia), il tritone crestato italiano (Triturus carnifex) e il tritone punteggiato (Triturus vulgaris). Il rospo smeraldino (Bufo viridis) è presente solo in un piccolo stagno privo di fauna ittica presso il podere Rovinate e lungo un breve tratto del Fiume Merse. Le specie di rettili accertate sono dodici, molte delle quali protette dalla Direttiva UE Habitat. Le più comuni, in entrambe le Riserve, sono a lucertola muraiola (Podarcis muralis), il ramarro (Lacerta bilineata) e la lucertola campestre (Podarcis sicula). Abbastanza frequenti sono il biacco (Hierophis viridiflavus) e la biscia dal collare (Natrix natrix). Seguono La luscengola comune (Chalcides chalcides), il saettone comune (Zamenis longissimus), la vipera (Vipera aspis), la biscia tassellata (Natrix tessellata), il colubro liscio (Coronella austriaca), il cervone (Elaphe quatuorlineata), la rara Testuggine di Hermann (Testudo hermanni). L’elevata naturalità dell’area permette la presenza di predatori ormai rari quali la martora (Martes martes) e il gatto selvatico (Felis silvestris), protetto dalla Direttiva UE Habitat. Tra gli altri mammiferi sono da ricordare il cinghiale (Sus scrofa), il Capriolo (Capreolus capreolus), l’Istrice (Hystrix cristata), il Tasso (Meles meles) e la Volpe (Vulpes volpe). Tra gli uccelli nidificanti, di rilievo naturalistico si possono citare: biancone (Circaetus gallicus), falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), sparviero (Accipiter nisus), poiana (Buteo buteo), assiolo (Otus scops), colombaccio (Colomba palumbus), succiacapre  (Caprimulgus caprimulgus), torcicollo (Jinx torquilla), picchio verde (Picus viridis), cappellaccia (Galerida cristata), tottavilla (Lullula arborea), merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), tordela (Turdus viscivorus), magnanina (Sylvia undata), cincia mora (Parus ater), rigogolo (Oriolus oriulus), averla piccola (Lanius collurio), averla capirossa (Lanius senator). Inoltre nell’area è stato condotto un progetto di reintroduzione del nibbio reale (Milvus milvus). La Riserva Naturale Statale di popolamento animale è anche un sito di rilevante importanza per la conservazione della lontra (Lutra lutra) segnalata almeno fino al 1992 e protetta dalla Direttiva UE Habitat

Normativa

D.M. 13 luglio 1977 (istituzione della Riserva Biogenetica), D.M. 28 aprile 1980 (istituzione della Riserva di Popolamento Animale), Legge n. 394/1991 (legge quadro sulle aree protette), Direttiva “Habitat” 92/43/CEE, D.P.R. 357/97 (successivamente modificato con il D.P.R. 120/2003, Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e semi-naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche), Legge Regionale Toscana n. 56/2000 (norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche); D.M. 22.12.2016 (designazione di 16 zone speciali di conservazione (ZSC) della regione biogeografia continentale e di 29 ZSC della regione biogeografia mediterranea insistenti nel territorio della regione toscana).

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