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Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

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Riserva Naturale Biogenetica Poggio Rosso

Riserva Naturale Biogenetica Poggio Rosso

Regione

Toscana

Luogo

Caprese Michelangelo (Arezzo)

Info

Codice EUAP: 0138

Anno di istituzione: 1977

Superficie: 19,2570 ha

Cartografia

Per visualizzare su base cartografica la superficie della Riserva, digitarne il nome in “Strumenti à Ricerca su attributi” dal Portale Cartografico Nazionale del Ministero della transizione ecologica, selezionando poi “Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP)”
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(attenzione: i confini ivi riportati sono in corso di revisione ed aggiornamento)

Proprietà dei terreni

Demanio Statale

Aree Protette Sovrapposte

Nessuna

Come arrivare

Come per la confinante Riserva di Fungaia l’accesso principale è il Centro di Selezione Equestre di Formole; è consigliabile percorrere la SGC E 45 fino all’uscita di Pieve Santo Stefano sud e poi percorrere la SP 77 in direzione dell’abitato di Pieve S. Stefano fino al primo bivio che indica località Sigliano, lungo la SP 48. La lieve pendenza dei versanti e la presenza di alcuni sentieri consentono una buona accessibilità alla Riserva.

Norme di fruizione della Riserva

L’accesso alla Riserva è libero, nel rispetto delle norme generali; tuttavia eventi particolari o accessi di gruppi devono essere autorizzati dal Reparto.

Descrizione

La Riserva di Poggio Rosso si trova in comune di Caprese Michelangelo (AR), alla sinistra orografica del fiume Singerna, in zona collinare, prospicente la parte sommitale di Monte Fungaia. La Riserva, istituita con D.M. 13 luglio 1977, ha una superficie di 19,2570 ha con un’altitudine minima di 550 e massima di 667 m s.l.m.; limitrofa alla Riserva naturale biogenetica di Fungaia, come quest’ultima è formata principalmente da ex coltivi rimboschiti negli anni ’60 con cipresso dell’Arizona e ontano napoletano. Nella Riserva di Poggio Rosso sono stati eseguiti in passato molti lavori di sistemazione idraulico forestale, ed oggi i versanti sono stabilizzati dalla vegetazione. Come la Riserva di Fungaia, è attraversata dall’antica Strada Maremmana, in passato importante via di comunicazione utilizzata per la transumanza del bestiame dalla zona Appenninica alla Maremma. Dalla zona più elevata lo sguardo può abbracciare il vasto panorama che interessa la Val Tiberina, le cime dell’Alpe della Luna, dell’Alpe di Catenaia, la valle del Tevere e le cime delle Foreste Casentinesi, inclusa la zona del Santuario della Verna. Nel punto più alto del crinale è ben presente una torre in legno per l’avvistamento degli incendi boschivi che sfrutta l’ottima visibilità che si gode dalla Riserva, permettendo di spaziare dalla cima delle Foreste Casentinesi alla vicina Alpe di Catenaia, alla dirimpettaia Riserva naturale dell’Alpe della Luna, fino ai lontani Monti Sibillini. Lla Riserva è caratterizzata dalla presenza della formazione di Sillano, argilliti del Cretaceo superiore-Eocene inferiore. Nella parte più bassa compaiono depositi di frana e accumuli gravitativi di materiale eterogeneo dell’Olocene. La formazione geologica principale è costituita da un complesso argilloso con affioramenti di rocce serpentinose.

Flora

I terreni della Riserva naturale sono stati rimboschiti negli anni ’60 dall’A.S.F.D., principalmente con cipresso dell’Arizona ed ontano napoletano. Negli impluvi sono presenti specie amanti dell’umidità come pioppi e salici. In corrispondenza degli affioramenti rocciosi sono presenti alcuni lembi di vegetazione spontanea con cerro, orniello, roverella e acero campestre. Le specie introdotte stanno infatti lasciando il terreno ad altre specie autoctone che si affermano in maniera spontanea, come ginepri, ginestre, salici, ed i soprassuoli manifestano una tendenza alla rinaturalizzazione. Tra le specie inizialmente introdotte, solo l’ontano napoletano manifesta un buono stato vegetativo, soprattutto negli impluvi e nelle zone con terreno più profondo. Sono presenti anche folte siepi di biancospino, di pruni selvatici, cespugli e macchie di ginepri, che offrono un buon ricetto all’avifauna.

Fauna

La cospicua presenza di ungulati, quali capriolo, daino, cinghiale, costituisce una notevole pressione sulla Riserva, principalmente a causa del pascolo sulla rinnovazione spontanea della flora e sui terreni destinati alla produzione di foraggio. Il numero degli ungulati è però contenuto da una buona presenza di lupo appenninico. Anche il tasso e l’istrice hanno le tane nel folto del bosco di Poggio Rosso. Nelle zone più aperte è facile avvistare la volpe e soprattutto la lepre europea, che qui si riproduce senza difficoltà in maniera naturale. Tra le chiome delle piante non è difficile notare la presenza dello scoiattolo rosso e i segni della sua frenetica attività. La presenza delle siepi e delle macchie cespugliate permette abbondante la nidificazione dell’avifauna. Sono presenti specie stanziali e specie di passo, come la beccaccia. I tordi trovano abbondante nutrimento nei cespugli di ginepro comune, assai numerosi nella zona. Teniamo presente che essendo una zona di crinale l’avifauna di passo vi fa sosta obbligata, volta essenzialmente al ristoro e alla ricerca di cibo. Sono comuni anche le ghiandaie, fagiani, merli, varie specie di silvie, fringuelli ecc. Anche la poiana è presente nei cieli sopra il crinale di Poggio Rosso, con il suo lento volteggiare sempre in cerca di una preda. Comunque è nelle ore serali e durante la notte che la zona sembra più viva che mai, con i versi dei rapaci notturni, gufi, allocchi e civette, che trovano rifugio in qualche albero cavo.

Normativa

DM 13 luglio 1977, L. n.394/1991, L. n. 157/1992.

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