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Raggruppamento Carabinieri Biodiversità

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Riserva Naturale Biogenetica Zuccaia

Riserva Naturale Biogenetica Zuccaia

Regione

Toscana

Luogo

Chiusi della Verna, Chitignano (Arezzo)

Info

Codice EUAP: 0146

Anno di istituzione: 1977

Superficie: 33,53.40 ha

Cartografia

Per visualizzare su base cartografica la superficie della Riserva, digitarne il nome in “Strumenti à Ricerca su attributi” dal Portale Cartografico Nazionale del Ministero della transizione ecologica, selezionando poi “Elenco Ufficiale Aree Protette (EUAP)”
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(attenzione: i confini ivi riportati sono in corso di revisione ed aggiornamento)

Proprietà dei terreni

Demanio statale

Aree Protette Sovrapposte

Nessuna

Come arrivare

La Riserva di Zuccaia si raggiunge dalla strada che da Chiusi della Verna (AR) porta a Chitignano (AR). La strada che conduce alla Riserva è una strada forestale non asfaltata e chiusa al traffico. Piste e sentieri sono di facile percorribilità, dato che le pendenze sono lievi, anche se non mancano forre e zone dirupate, negli impluvi maggiori. Attraversando la Riserva è facile notare i segni delle antiche sistemazioni agricole, come muretti a secco e vecchi terrazzamenti, quasi sempre rimboschiti. Ci sono anche i ruderi della vecchia casa colonica che ha dato il nome alla riserva, ormai sovrastati dalla vegetazione.

Norme di fruizione della Riserva

L’accesso alla Riserva è libero, nel rispetto delle norme generali; tuttavia eventi particolari o accessi di gruppi devono essere autorizzati dal Reparto.

Descrizione

La riserva di Zuccaia si trova in Casentino, sulle pendici nord-occidentali dell’Alpe di Catenaia nei Comuni di Chiusi della Verna e Chitignano (AR). La zona è tipicamente montana, ma le pendenze sono lievi con esposizione sud-ovest. Istituita con D.M 13 luglio 1977, ha un’estensione di 33,5340 ha. L’altitudine massima è di 870 m mentre quella minima è di 750 m s.l.m.. Al centro della Riserva si trova il fabbricato “Montefresco”, utilizzato come rifugio forestale e come punto di ristoro per chi lavora nella riserva o vi svolge il servizio di vigilanza. La piovosità nella zona è molto alta, come è possibile stabilire dai dati della stazione meteorologica posta nei pressi della casa di Montefresco. Sono abbondanti le sorgenti d’acqua, che alimentano molti ruscelli, caratterizzati da acque con un contenuto minimo di calcare e quindi di notevole leggerezza. La Riserva ricade quasi interamente nelle arenarie del Monte Falterona e la formazione geologica prevalente è il macigno toscano. Il terreno è abbastanza profondo, di natura silicea e a reazione acida. La natura dei terreni ha favorito in passato l’estesa coltivazione del castagno da frutto, un tempo fondamentale per l’alimentazione delle popolazioni di montagna.

Habitat

Nella Riserva sono presenti due habitat di interesse UE: 9260 Boschi di Castanea sativa e 9130 Faggeti dell’Asperulo-Fagetum.

Flora

La Riserva è quasi interamente ricoperta di boschi, in parte naturali e in parte di artificiali. Gli ex coltivi, che inizialmente occupavano gran parte della Riserva, sono stati rimboschiti con conifere, in particolare douglasia, abete bianco e pino nero. Grazie al terreno profondo dei vecchi seminativi, i primi rimboschimenti hanno portato alla formazione di boschi di douglasia di ragguardevoli dimensioni. Negli anni ’60 una parte della Riserva è stata destinata alla realizzazione di un arboreo sperimentale di abete di Douglas (Pseudotsuga menziesii), per la raccolta del seme. In altre zone è stato impiegato anche l’abete bianco, che è tipico di questa fascia climatica e ha dato buoni risultati di ambientamento. Altre specie esotiche inizialmente utilizzate nei rimboschimenti, come il pino radiato e il pino strobo, sono andate scomparendo naturalmente lasciando posto alla vegetazione locale. Nella fascia più alta della Riserva vegeta il faggio, mentre nelle zone più basse è comune incontrare il cerro e il castagno. I terreni della Riserva conservano infatti vasti tratti di un antico castagneto da frutto che presenta alcuni esemplari di notevole sviluppo, pur essendo stato sottoposto ad interventi di ceduazione per il contrasto di alcune diffuse patologie del castagno, che hanno cambiato notevolmente l’aspetto originario dei vecchi impianti. Specie sporadiche vegetano nei boschi di tipo misto, come ciliegi, sorbi e pero selvatico. Il sottobosco non è molto fitto a causa della scarsa luce che lasciano penetrare le chiome degli alberi; dove prevalgono le latifoglie si trova l’elleboro, la dafne laureola e le erbacee tipiche della faggeta.

Fauna

La fauna è rappresentata principalmente da ungulati, quali caprioli e cervi, che brucano incessantemente le radure del bosco, e cinghiali che segnalano la loro presenza con le numerose pozze di fango in cui amano rotolarsi per la pulizia. Alcune delle conifere vengono poi scelte per completare l’opera di pulizia del cinghiale, che vi si strofina con forza, fino a levarne la corteccia. Sono presenti tasso ed istrice, volpe e faina. Numerosissimi sono gli scoiattoli rossi, che qui trovano l’ambiente ideale per il loro nutrimento. I vecchi castagni cavi offrono, inoltre, rifugio ai rapaci notturni, come gufi e civette. Gli uccelli più comuni sono ghiandaie e merli, mentre le specie migratrici che fanno tappa nella Riserva sono la beccaccia e il tordo. Sono comuni anche passeracei e uccellini di piccole dimensioni come il pettirosso e la sterpazzola. È facile rinvenire tracce dei vari animali nei diversi periodi dell’anno, cove, giacigli abbandonati, e comunque segni di una presenza costante anche se nascosta. Da non dimenticare le tracce del lupo, che anche in questa zona ha fatto sentire la sua presenza.

Normativa

DM 13 luglio 1977, L. n.394/1991, L. n. 157/1992.

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